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Animali ferito o uccisi lungo la strada. Che fare?

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Due segnalazioni in pochi giorni. E diverse proteste, nei commenti, in un articolo passato. La prima è una missiva accorata di un lettore, Carlo. “Venerdì scorso, a Berzana, transitando in auto ho trovato un cane, morto, lungo la strada, in uscita da una curva in posizione alquanto pericolosa per i mezzi in transito. Credendo che la prassi per la rimozione dell’animale fosse la medesima per i caprioli mi sono attivato telefonicamente per segnalare la presenza della bestiola.. Questo, in sintesi, l’esito del mio incredibile percorso. Il signore deputato al recupero per conto della Provincia dice che si occupa solo di fauna selvatica. Il 118 mi dice che per i cani, a differenza dei caprioli, a loro non compete e di provare col 112. I militi di Castelnovo mi dicono che non hanno personale in zona sino alla mattina successiva; alle mie rimostranze sulla pericolosità della situazione è stato risposto che all’indomani avrebbero allertato Iren deputata al recupero delle carcasse (nota: se si fosse trattato di un masso come in altre positive occasioni il problema sarebbe stato risolto)”.

Quindi un’altra lettera alla nostra redazione: “Stavo andando a cena con il mio compagno, percorrendo la strada che da Baiso porta a Roteglia, quando – ci scrive Gloria Ibatici - abbiamo visto un piccolo capriolo sul ciglio della strada, ci siamo fermati e abbiamo allertato il 118, la Croce rossa italiana e la Forestale. Successivamente siamo stati contattati da un addetto al recupero, gli ho fatto presente che il piccolo animale poteva essere salvato, perché presentava, probabilmente, solo una zampetta rotta e una botta sul muso e ci ha informati che sarebbe arrivato. Dopo un ora di attesa si è presentato questo soggetto di Scandiano, confidandoci che si era preso il tempo per finire di mangiare, nonostante io lo continuassi a chiamare per capire a che punto era. Inoltre, siccome si erano fermate altre quattro persone, ci continuava a dire che dovevamo lasciare stare l'animale... perché sono infastiditi dall'uomo. Preciso che il capriolo era piccolissimo, gli stavano appena spuntando le corna, e noi abbiamo semplicemente cercato di dargli forza, di coccolarlo e di capire il suo stato fisico, aiutati anche dalla presenza di una volontaria della Cri. Infine detta persona ci ha fatto presente che all’arrivo del veterinario, gli sarebbe stata fatta una puntura per ucciderlo. Dopo mezz'ora è arrivato il veterinario, accompagnato da una donna, presumibilmente veterinario anch'essa. Senza nemmeno guardarlo, ha detto che sicuramente sarebbe morto e quindi era meglio alleviargli le sofferenza, al che la volontaria Cri si è offerta di provare a curarlo e il permesso le è stato negato, io gli ho chiesto se cortesemente potevano almeno visitarlo, e lui mi ha risposto con arroganza, le testuali parole: "lei sa che animale è questo?" io ho risposto di si, "lui non ama stare vicino all'uomo, lei è mai stata in mezzo a degli elefanti?", basita ho risposto di no, ed è intervenuta la donna che l'ha iniziato a visitare, informandoci che il respiro era buono, che era in stato di shock, ma che ce la poteva fare, e ha chiesto all'uomo se a Reggio Emilia c'è una struttura per poterli curare, la risposta è stata no. Allora si sono avviati verso l'automobile e sono tornati con una siringa, al che me ne sono andata. L'hanno ucciso senza tanti problemi. Ma sono convinta che se fosse stato un animale di proprietà del Sig. Veterinario almeno avrebbe lottato. Complimenti alla Provincia di Reggio Emilia per il servizio celere e per il personale assunto, che chiamato per un intervento urgente si è preso il tempo per finire la cena mentre noi tutti, siamo rimasti li senza nemmeno pensarci alla nostra cena, e complimenti al veterinario, che scocciato per essere dovuto uscire alle 20:30 non ha nemmeno lottato per salvare quel piccoletto, al quale noi avevamo dato una speranza, un nome, e la forza. Forse sarò troppo animalista ma penso che debbano avere dei diritti anche loro. Se avessi saputo che andava così, l'avremmo curato noi! Informo anche che solo a Modena esiste una struttura per curare questi animali, io purtroppo l'ho scoperto due minuti fa, si chiama Pettirosso”.

I due casi, uniti a diverse segnalazioni apparse ad analoghe notizie sul nostro sito, segnalano che è giunto il momento di fare chiarezza. Anche senza essere animalisti, è segno di un paese civile prendersi cura di chi è ferito, elefante o scimmia che sia, e rimuovere le carcasse degli animali vaganti dalle strade. Sia per motivi di decoro, sicurezza stradale e, per chi vuole, di pietà umana.
I casi segnalati da precedenti commenti indicano che a tutti non è chiaro come operare in caso di ritrovo di animali feriti o uccisi lungo (o ai bordi) delle strade.

La vicenda segnalata da Carlo indica che ci sono (ma non ci dovrebbero essere) distinzioni tra animali e animali. E, soprattutto, che un animale morto in mezzo alla strada non è ritenuto un pericolo dalle forze dell’ordine.
Il fatto riportato da Gloria – cui occorre però ribadire che, davvero, i caprioli muoiono anche se sani costretti in cattività, soprattutto se giovani, vieppiù la foto mostrata rileva un evidente trauma alla testa della bestiola – dimostra che c’è un problema di tempestività e di mancanza di chiarezza su come, animali feriti, possono essere curati da strutture apposite – oltre che dai veterinari che, se fosse stato possibile, siamo certi lo avessero curato – e dove eventualmente queste si trovano. Chi di noi, ad esempio, saprebbe cosa fare nel trovare un animale ferito nel proprio cortile, oltre che in strada?

Con un po’ di buon senso sarebbe opportuno un accordo concreto tra forze dell’ordine, Provincia, Servizi veterinari, Iren, associazioni ambientaliste. In questo modo si potrebbe definire una volta per tutte le modalità di intervento nei casi citati e, una volta definiti, divulgarli a tutti. E’ questione di vivere civile. Meglio se, questo accordo, lo si raggiungesse perlomeno su scala regionale. Perché se per un animale ferito chiamate il 118 e vi risponde la centrale di Parma là non ne sanno nulla…

Animali ferito o uccisi lungo la strada. Che fare?
Due segnalazioni in poche ore. Il caso di un cane (che nessuno vuole rimuovere) e di un caprioli (che nessuno vuole curare). Ma non esiste un protocollo per sapere cosa fare? La proposta di Redacon

(Gabriele Arlotti)

 

3 COMMENTS

  1. Ecco come fare
    Sarebbe opportuno, senza farsi troppe illusioni, chiedere che la Provincia, che è a conoscenza del CRAS di Chiapponi a San Polo – recupero fauna dalle strade – e della possibilità di inviare animali feriti anche nel Modenese al Pettirosso, diffondesse al 118 e a tutti i vari incaricati legati agli ATC un protocollo di intervento preciso che preveda interventi celeri e decisioni più attente alle possibilità di recupero degli animali.
    Qualcuno chieda un incontro e una decisione a Gennari … che sicuramente rinvierà il tutto alla prossima era glaciale.

    (Commento firmato)