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Appennino terra di salvadanai: ma con alcune regole

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L'Appennino è tradizionalmente terra di propensione al risparmio, per altro attestata da una cospicua presenza di istituti di credito sul territorio. La situazione della crisi attuale espone molti piccoli risparmiatori a turbolenze che generano non poche preoccupazioni. Riteniamo, pertanto, analizzare il momento economico da vicino con una nuova firma su Redacon, Franco Quaretti, promotore finanziario, di 54 anni di Palanzano. A lui, oltre che il nostro benvenuto, il compito di analizzare periodicamente questo delicato settore. Domande, commenti, punti di vista saranno, come sempre, ben accetti. (g.a.)

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Per operare sui mercati finanziari oggi più che mai è indispensabile affidarsi a competenze specifiche. Come punto di partenza bisogna avvicinarsi al mondo degli investimenti con consapevolezza ricordando alcune semplici regole di base che devono guidare il nostro cammino.

Prima regola: avere obiettivi chiari.

Quali sono le ragioni che ci portano ad investire? Puntiamo alla conservazione del capitale? Alla sua crescita?

Se si in che misura? Con gradualità ma costanza o puntando a maggiori ritorni ma con la consapevolezza dei maggiori rischi e fluttuazioni a cui andiamo incontro? Ci serve un reddito costante o puntiamo a creare un capitale nel tempo a fronte di future necessità? Vogliamo incrementare o crearci una pensione integrativa?

Gli obiettivi di investimento sono generalmente di tre tipologie:

  •  protezione: per chi vuole tutelare il proprio capitale e quindi ha un profilo comunemente definito conservativo con tolleranza al rischio medio/bassa;
  •  reddito: per chi desidera flussi regolari con una tolleranza al rischio medio/alta (profili moderato/bilanciato)
  •  crescita: per chi intende incrementare il valore iniziale del proprio capitale anche in misura significativa e coerentemente con questo è disposto a sopportare un rischio elevato (profili dinamici/dinamici evoluti).

Ma proviamo a capirci meglio con linguaggio ed esempi semplici. Da anni, prettamente, i clienti o potenziali clienti che incontro chiedono tutti: "minimo non voglio perdere" - e ci mancherebbe altro ndr - ma "anche guadagnare bene" - meglio se è tanto ndr -. Ma un vecchio detto ci ricorda che non possiamo avere la botte piena e la moglie ubriaca...

Certo possiamo e dobbiamo puntare a generare valore nel tempo e dobbiamo quindi essere consapevoli di cosa significa la parola rischio e di come gestirlo introducendo i concetti di orizzonte temporale e diversificazione (ma sono altre "regolette" semplici che tratteremo in seguito).

Partiamo dal concetto di rischio che è quello che facciamo più fatica come investitori (specie se alle primi armi) a metabolizzare.  Qualsiasi attività finanziaria ha una componente rischio.  Quello che è successo negli ultimi anni dimostra che il cosiddetto risk free (in sostanza l'assenza di rischio) in un certo senso non esiste. Chiaramente se lasciamo i soldi sul conto abbiamo un rischio veramente minimo ma visto che abbiamo toccato con mano che anche le banche falliscono (quantomeno all'estero visto che in  Italia in sistema gode di buona protezione) in modo provocatorio potremmo dire che la certezza assoluta non l'abbiamo nemmeno con i soldi liquidi.

Normalmente il risk free era inteso collegato ai titoli di stato a breve (i cari Bot). Nella scorsa estate abbiamo toccato con mano i timori sul debito pubblico italiano e molti clienti si sono trovati con i titoli di stato che registravano perdite a due cifre (mediamente del 18% sul decennale). Forse allora anche comprare un titolo di stato non ci ripara totalmente dal rischio e del resto lo sanno bene chi ha comprato a suo tempo i titoli di stato dell'Argentina piuttosto che recentemente quelli della Grecia!

Insomma prima  di tutto non diamo per scontate cose che scontate non sono ma impariamo caso per caso con equilibrio e buon senso, supportati da una guida competente a "pesare" le nostre scelte ed a guidarle per renderle coerenti con le nostre aspettative di rendimento ma anche di tolleranza del rischio.

Per non avere sorprese cerchiamo sin dall'inizio di avere ben presente quali sono i possibili scenari negativi e positivi e valutiamo con il consulente se soprattutto siamo disposti ed in grado di sopportare gli eventuali scenari negativi che purtroppo negli ultimi anni non sono mancati.

In sostanza come prima regola di base chiediamoci dove vogliamo andare ed insieme al nostro consulente (privato o istituto) vediamo anche quale strade percorrere e con che mezzi.

Nel prossimo articolo entreremo più in dettaglio nei concetti di rischio e rendimento per incominciare a capire come muoverci consapevolmente.

 

(Franco Quaretti)

 

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CHI E'

Il cultore del multibrand... premiato

Franco Quaretti, 54 anni, sposato, inizia l'attività in Cassa di Risparmio di Parma nel 1979 dove lavora 20 anni ricoprendo prettamente ruoli commerciali e di responsabilità in varie filiali della provincia di Parma. Nel gennaio 2000 entra come consulente nel mondo Unicredit dove lavora 8 anni conseguendo costantemente riconoscimenti per l'attività svolta. Nell'estate del 2008 passa in Credem sempre come consulente. Fa parte del club esclusivo "Credem Doc" che riunisce i  migliori 30 promotori della rete e lo scorso anno viene premiato dalla società come best performance in Italia. Iscritto nell'albo dei promotori finanziari dal marzo del 2000, da sempre cultore del multibrand, ovvero di un approccio al cliente rivolto ad una consulenza vera basata su una architettura aperta, attualmente svolge l'attività su Parma, Reggio e relative provincie dedicandosi a tempo pieno alla ricerca di soluzioni finanziarie personalizzate affiancando i clienti in scelte il più possibile consapevoli e coerenti con le loro aspettative di rischio e rendimento.