Home Cronaca Qual è lo stato di salute dell’economia montana?

Qual è lo stato di salute dell’economia montana?

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Si concluderà lunedì 14 maggio il ciclo di incontri promosso dalla Camera di commercio reggiana sullo stato di salute, e soprattutto sulle prospettive, dell’economia e della realtà sociale dell’Appennino reggiano. Dopo i primo confronto che si sono tenuti il 2 e il 23 aprile su persone, giovani, famiglie e la situazione congiunturale con un focus particolare sull’occupazione, lunedì 14 maggio (CavolaForum di Cavola di Toano, ore 18) si parlerà di “Nuove imprese e futuro della montagna”.

Uno sguardo sul futuro, dunque, di quella realtà montana in cui vivere è considerata una buona opportunità dal 71,5% delle famiglie e dal 58,3% dei giovani, ma che sconta anche pesanti problemi evidenziati dalle indagini condotte dall’Osservatorio sull’Appennino reggiano attivato dalla Camera di commercio in collaborazione con il Laboratorio economia locale dell’Università Cattolica di Piacenza.

E se la viabilità prevale nelle classifiche dei disagi (e proprio disagevole è considerata dall’88,2% degli intervistati), non meno preoccupante appare la questione lavoro, con il 35,2% delle famiglie che ritiene “inesistenti” le opportunità professionali.

“E’ proprio su questo - sottolinea Enrico Bini, presidente della Camera di commercio – che si focalizzerà l’incontro di lunedì, naturale conclusione di un percorso che ha evidenziato attese e bisogni di famiglie e giovani, la situazione economica attuale e il tema del lavoro, e che ora rivolge lo sguardo alle condizioni e alle risorse sulle quali è possibile contare per un rilancio economico che, in modo evidente, coincide anche con una tenuta dei servizi e del tessuto sociale”.

“Dalle indagini messe in atto e anche dai precedenti incontri a Collagna e Carpineti - spiega Giovanni Teneggi, componente di Giunta incaricato per l’Osservatorio economico, coesione sociale, legalità creato dalla Camera di commercio in collaborazione con la Provincia e il comune capoluogo – emerge infatti rafforzata la consapevolezza che proprio in una visione integrata di risorse e bisogni si può pensare ad una crescita davvero sostenibile in un territorio in cui si riscontra, più che altrove, una strettissima interdipendenza tra fattori economici, infrastrutturali e sociali”.