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Gabriella Meo (Verdi): “Sisma dimostra pericolosità delle grandi opere come la diga di Vetto”

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Gabriella Meo

"Il terremoto che ha provocato lutti e danni gravissimi agli abitanti dei territori di pianura dalla provincia di Reggio Emilia al ferrarese, a cui va tutta la nostra solidarietà, deve indurci ad applicare in maniera più stringente le normative antisismiche in edilizia e a seppellire definitivamente i progetti di opere faraoniche e pericolose come la diga di Vetto".
 
Così la consigliera regionale dei Verdi Gabriella Meo torna a rispondere ai sostenitori del mega invaso da più di 100 milioni di metri cubi di acqua che si vorrebbe realizzare nell’Appennino reggiano.
 
“Il Comitato pro diga di Vetto e i consiglieri regionali Pdl Filippi e Villani, che hanno sempre minimizzato il rischio sismico nella valle dell’Enza, vengono ora smentiti dai fatti e dalle analisi dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia che ha autorevolmente chiarito che 'i terremoti più forti della recente sequenza sono dovuti a un fenomeno di compressione attiva in direzione nord-sud, legato alla spinta dell’Appennino settentrionale verso nord, al di sopra della placca adriatica' e che 'ad essersi attivato sia un sistema di faglie complesso, e non una singola faglia'”.
 
“L’area in cui si vorrebbe costruire la diga – continua la consigliera Meo – è tutt’altro che tranquilla. Già nel gennaio di quest’anno la zona appenninica di Reggio Emilia e Parma fu colpita da terremoti di magnitudo 4,9 e 5,4, a distanza di pochissimi giorni che, sebbene avvenuti a profondità molto diverse (30 e 60 km) rispetto ai 6-8 km di quelli odierni, sono anch’essi legati ai movimenti della stessa “microplacca adriatica”, la quale negli ultimi mesi ha avuto un’attività piuttosto intensa”.
 
“Bene ha fatto quindi la Regione Emilia-Romagna ad escludere l’ipotesi della diga di Vetto nel suo Piano regionale di tutela delle acque e a favorire, al contrario, la realizzazione di piccoli bacini che rispondono ai bisogni irrigui locali e che evitano qualsiasi potenziale pericolo di crollo”.
 
“I sostenitori della diga di Vetto – conclude l’esponente ecologista – si mettano il cuore in pace. La diga di Vetto, per la fortuna di chi abita a valle lungo il fiume Enza, non si farà".

 

5 COMMENTS

  1. Il Comitato pro diga, che non è ne di destra ne di sinistra, non può accettare che esponenti di una Regione che a suo tempo sostenne la Diga di Vetto, facendo spendere miliardi di vecchie lire a noi Italiani, ora dicano NO alla diga di Vetto (mentre si disse di si alla diga di Ridracoli, ma questa è in Romagna); almeno prima di farlo si provveda a far restituire i miliardi fatti spendere inutilmente, visto il parere favorevole del Ministero dell’Ambiente alla Diga di Vetto e che lo Studio di Impatto Ambientale verificò che a Vetto non esiste nessuna faglia attiva (mentre ne esiste una in prossimità di Correggio) e che nessuna zona dell’Appennino Tosco Emiliano rientra nella mappa dei siti di massima pericolosità sismica, mentre rientrano in questa mappa l’intero Appennino meridionale e centrale, Abruzzo compreso.
    A parte questo, riteniamo che esprimersi sui rischi sismici competa ai tecnici e non ai politici.
    Ai politici dovrebbe competere il compito di saper cogliere le opportunità di dare lavoro a migliaia di persone e di salvaguardare il settore agroalimentare di Parma e Reggio Emilia, che ha reso grande queste due Province e che oggi, con i problemi di inquinamento che ci sono in cielo e in terra, si utilizza prevalentemente le acque del Po per irrigare i prati stabili del Parmigiano Reggiano, frutteti, ortaggi e prodotti biologici, tramite impianti di sollevamento come quello di Boretto (RE), che da solo, solleva annualmente oltre 200 milioni di metri cubi di acqua del Po.
    Rattrista non poco leggere che la Diga di Vetto viene definita “un’opera faraonica”, non sappiamo se ridere o piangere; vogliamo solo fare presente che la sua capacità idrica è di 102 milioni di metri cubi, a fronte di altre dighe italiane di 200-400-600 e 800 milioni di metri cubi; anche questi sono piccoli invasi se paragonati a dighe di altri Stati che raggiungono una capacità d’invaso di 39 Miliardi di metri cubi di acqua; perciò smettiamola di definire la Diga di Vetto una grande diga; in Turchia ne è stata ultimata una da 4 miliardi di metri cubi destinata ad usi irrigui e idroelettrici e la Turchia ha un territorio a rischio sismico ben più elevato del nostro.
    La Stretta di Vetto sull’Enza è l’unica località in Emilia Romagna che consente di immagazzinare una discreta quantità di acqua pulita, un bene preziosissimo e lo sarà sempre di più; e che potrà essere usata per produrre energia pulita, risollevare le falde, dare ottima acqua all’agricoltura e ai rubinetti di paesi e città, eliminare i pericoli da alluvioni a valle, dare migliaia di posti di lavoro, portare sviluppo ai paesi montani e ridurre l’inquinamento atmosferico, compreso proprio Parma, che ci risulta essere la città più inquinata d’Italia, ma questo sembra non interessi a nessuno, a partire dai politici; gli ospedali un giorno ci diranno le cause di tanti tumori legati a ciò che respiriamo, mangiamo o beviamo e di questo forse si dovrà ringraziare qualcuno, compreso chi si augura che la Diga di Vetto non venga realizzata.
    A parte i pericoli sismici vorrei ricordare alla Consigliera Meo che il “vero terremoto” ci sarà se un giorno Efsa o Arpa o una qualsiasi direttiva Comunitaria vieteranno le acque del Po per gli usi irrigui e senza la Diga di Vetto sarà la fine dell’agroalimentare di Reggio e Parma, per la gioia di qualcuno; nel 2015 si terrà a Milano l’EXPO mondiale sull’alimentazione e sulla sicurezza alimentare e la Diga di Vetto sarebbe un bel biglietto da visita per Reggio e Parma.
    Cosa succederebbe se in quell’occasione venisse diffuso il fatto, e l’immagine, che molti prodotti alimentari di Reggio Emilia e Parma sono irrigati con le acque del Po, uno dei fiumi più inquinati d’Europa; speriamo che qualcuno pensi a questo e non solo a dire di NO a tutto, anche alle cose utili e indispensabili.
    Lino Franzini
    Presidente del Comitato pro diga di Vetto

  2. L’intervento della Meo e’ l’ennesima dimostrazione che il partito dei Verdi vive al di fuori della realta’ : e’ utile come la forfora…

    (Ivano Pioppi)

    NOTA DELLA REDAZIONE: Gentile Ivano, perchè non dissentire con delle argomentazioni?

  3. Sig. Virgilli anche la centrale nucleare Fukushima aveva resistito a centinaia di terremoti e decine di maremoti poi però la catastrofe è arrivata… Credo che il concetto espresso dalla sig.ra Meo sia , visto il rischio sismico che c’è lungo tutto l’arco appenninico forse (e dico forse perchè la verità in tasca non ce l’ha nessuno…) non è proprio il caso di costruire un opera del genere…
    Ricordo anche che a soli 30km dall’epicentro del tragico terremoto che ha colpito la popolazione modenese era stato individuato uno dei siti dove poteva sorgere una delle centrali nucleari auspicate dal precedente governo perchè ” in pianura padana non c’era rischio sismico” questo per dire che la prudenza non è mai troppa…
    (commento firmato)