Home Cronaca Quel toanese che sei anni fa ha conquistato il cuore della Bolivia

Quel toanese che sei anni fa ha conquistato il cuore della Bolivia

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Aristide Gazzotti

Giovedì, 3 gennaio 2013

... 6 anni fa ...

... 6 anni fa, proprio in un giorno come oggi, ci trasferivamo in questa nuova casa insieme a Toño e a María René...
Una storia conosciuta, che molti conoscono, ma che ripetiamo sempre per scoprire insieme particolari nuovi o rimetterli in luce e per continuare a ringraziare e a ringraziarci.
Per le forti piogge dei giorni precedenti, era caduto il ponte di ingresso alla casa e dovemmo lasciare la camionetta fuori dal cancello. L’ultimo pezzo per completare il trasloco lo facevamo a spalla. La casa era enorme per sole tre persone! Ma noi dormivamo in un angolo del corridoio, al piano superiore, perché era il posto più caldo per i bambini, ed anche perché da sempre Toño aveva sognato poter vivere in una casa a due piani e in un letto a castello. Nell’ultima casetta che avevamo occupato, Toño viveva al piano terra in una sua stanzetta, sempre ordinatissima.
Toño aveva 13 anni e María René ne aveva quasi 3.
Noi, a dire il vero, non avremmo mai sognato possedere una casa e poi con un terreno così grande e così bello! Tutto era verde attorno, con i campi fitti di granoturco ormai pronto per il raccolto.
L’alto filare di eucalipti faceva da corona a tutta la proprietà. Ed anche gli uccelli ne godevano per annidare e sfuggire dal freddo della città situata a due passi, lì fuori. In quel periodo c’erano anche tanti coniglietti selvatici che vivevano protetti e silenziosi sotto le siepi.
Allora c’erano solamente due case: quella dove vivevamo noi e quella di fronte, dove vivevano ancora 5 suore –le proprietarie anteriori- che sarebbero rimaste finché non si fosse conclusa la compravendita. Ci sarebbero voluti anni, pensavamo noi ottimisticamente in quel momento.
Eravamo solamente in tre, ma c’erano molti amici che ci visitavano e ci facevano compagnia in ogni momento della giornata. Avevamo bisogno di tanto aiuto per sistemare le nostre cose.
Un profondo senso di riconoscenza invadeva il nostro cuore.
Abbiamo sempre bisogno di ritornare insieme a quel profondo senso di riconoscenza che invade il cuore per fissarci nell’essenziale della casa de los niños.
Immaginavamo i nostri bimbi in uno spazio così immenso e così armonioso.
Noi siamo stati sempre poveri, veniamo da un piccolo paese di montagna, sconosciuto, del mondo contadino emiliano, ma qualcuno, persone che ci volevano bene e che credevano in noi, ci aveva lanciati un’avventura che non potevamo neppure immaginare, anche se la nostra fantasia ha avuto modo di spaziare sempre con tanta libertà e azzardo.
Non esisteva ancora la “finestra dei sogni realizzati”, non l’avevamo ancora scoperta in una casa troppo grande e in cui ci muovevamo ancora con tanto timore per cui tutto era concentrato nella prendere coscienza della realtà che ci circondava e di quella che piano piano doveva prendere forma con il contributo di tutti.
... dopo 6 anni tutto sembra fatto... Il granoturco ha lasciato il posto alle casette, ma c’è ancora un verde bellissimo che tutti ci invidiano.
E a dire il vero, la realtà è sempre la stessa: infatti, siamo ancora qui a chiedere aiuto. Stasera nella preghiera chiedevamo aiuto a Toño perché non calmano le convulsioni del piccolo Juan. Ogni giorno lo vediamo soffrire tanto e ci si spezza il cuore al vedere una creatura di 10 mesi che si raggomitola su se stessa a causa del dolore così acuto che improvvisamente l’attanaglia. Chiedevamo aiuto al nostro Toño perché lui è morto a causa di una fortissima convulsione che l’ha sbattuto per terra. Lui sa cosa significa avere convulsioni.
Chiediamo aiuto per chi è debole, per chi soffre, per chi non ce la fa da solo.
Ognuno di noi è stato aiutato tanto, ha ricevuto tanto. La casa de los niños, la cittadella arcobaleno sono l’espressione del dono e della generosità per gli altri.
Il sogno che ci unisce tutti e che riparte ogni anno da questa casa è quello di una speranza cocciuta a tutti i costi! Per riuscire poi a vedere insieme piccole o grandi cose buone che si realizzano.

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