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La senatrice Pignedoli ha votato scheda bianca nella prima per il Presidente della Repubblica

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20/4/2013 - Proponiamo in apertura questo pezzo data l'attualità della situazione politica nazionale, di cui anche nel locale che trattiamo - la montagna reggiana - si discute. Diversi degli ultimi commenti ricevuti riguardano infatti il delicato passaggio che l'Italia sta attraversando.

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Trascriviamo il comunicato della senatrice Pignedoli sulla prima tornata della elezione del Presidente della Repubblica.

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"Ieri sera all'assemblea dei gruppi del Pd, ho votato contro la proposta di Franco Marini, perché credo che il Presidente della Repubblica, come si è detto, debba essere figura istituzionale, di garanzia, fuori da ogni logica di spartizione politica e debba essere percepito come tale nel Paese.

Serve un nome che sappia, da solo, con il suo profilo, superare ogni veto che viene impropriamente presentato dalle diverse forze politiche. Il Presidente della Repubblica deve essere al di sopra di queste logiche e un sistema politico che non ha questo orizzonte non è adeguato ed è destinato ad implodere. L'Italia, inoltre, ha bisogno più che mai di una figura di alto profilo, riconosciuta a livello internazionale.
Rinnovamento per me significa questo: un Paese che sa ripartire e ritrovare dentro di sè le energie per una reazione adeguata. Una fiducia che nasce da nuovi modi e una visione di livello internazionale: un paese europeo.
Cambiare passo, a mio parere, vuol dire sapere distinguere l'esigenza di fare governi di scopo di carattere istituzionale senza preclusioni per superare problemi drammatici come quelli che stiamo vivendo a livello economico, per superare il blocco del sistema elettorale. Diverso è ragionare di alleanze di prospettiva.
Confondere questi piani significa minare la credibilità e la speranza di futuro, ampliare la distanza tra politica e cittadini che non intravedono coerenza e logica nelle scelte politiche. Se c'è coerenza e proposta alta un gruppo dirigente ha il dovere di andare avanti per il bene comune anche di fronte a dissensi.
Oggi non ci sono queste condizioni. Il Paese percepisce in questa proposta, ancorchè figura onesta e trasparente, una riproposizione di logiche del passato, inadeguate al momento, ci vuole coerenza.
Per tutto questo alla prima elezione ho votato scheda bianca contando su una nuova proposta del mio partito all'altezza di questo tempo".
Lo dichiara la senatrice PD Leana Pignedoli.
 

30 COMMENTS

  1. Grazie Senatrice Pignedoli. Questa dichiarazione le fa onore. Cosa le impedisce, però, a differenza dei suoi tanti colleghi che hanno espresso una posizione analoga, di indicare in Rodotà la soluzione possibile? L’espressione di una valutazione personale e quindi una più chiara assunzione di responsabilità le farebbero ancora più onore.

    (Commento non firmato)

    • Firma - Commentononfirmato
  2. Meno male! Speriamo che altri seguano l’esempio, io non riesco a capire questa ostinazione del PD a non andare avanti, a rimanere ancorato a un vecchia politica che nessuno vuole più. Guardavo adesso il TG, un sacco di elettori del PD stesso che invocano Rodotà, ma possibile che i rappresentanti del PD siano così sordi alle richieste dei propri elettori? E’ possibile che siano così ottusi? Ma non vedono quello che succede intorno? La gente è stanca, stanca delle solite parole, stanca delle solite facce, che altro non hanno fatto che incantarci e ingannarci, basta! Datevi una mossa, guardate in faccia la realtà, o perderete tutto!

    (Monica)

    • Firma - monica
  3. Occasione persa!!! Si poteva votare Rodotà e accettare la “sfida/proposta” dei 5 Stelle e lavorare su riforme importanti finalmente “di sinistra”. La scheda bianca è un “lavarsene le mani” e forse è ancora peggio di chi ha votato Marini, che è impresentabile, non come persona ma come politico. Sarebbe importante conoscere dalla Senatrice cosa si auspica per il futuro governo, i tempi, i costi di questi passaggi. Poi ad onor del vero molti di noi NON sono esenti da colpe… Io ad esempio ho votato Bersani e mai avrei immaginato quello che sta accadendo.

    (Ivano)

    • Firma - Ivano
  4. Veh!, qualcosa si muove! Bisogna riconoscere che con il caldo di Roma, votare in bianco è stato uno sforzo immane! E’ la prima volta che la nostra senatrice si ricorda di informarci tramite Redacon anche su problemi interni, ringraziamo e speriamo bene per il futuro. Si è dimenticata però di spiegare perché Rodotà non andava bene! Ringraziamo anche i bigotti che hanno votato Bersani alle primarie puntando tutto sulla sua “esperienza”.

    (Commento firmato)

    • Firma - commentofirmato
  5. Scusate, ma sbaglio o queste persone vengono pagate per prendere decisioni per noi? Quindi il candidato della senatrice per la presidenza era scheda bianca? Non mi sembra di conoscere nessuno con questo nome. Complimenti alla senatrice.

    (Paolo Diambri)

    • Firma - paolodiambri
  6. Credo che la senatrice Pignedoli debba, come gli altri parlamentari del PD, riflettere su questa lettera. L’accordo è B. senatore a vita? Per questo non votate Rodotà? Lettera ai parlamentari Pd di Paolo Flores d’Arcais e Barbara Spinelli:

    Cari parlamentari del Pd, non possiamo crederci! Non possiamo credere che abbiate anche un pallido dubbio, tra Stefano Rodotà e un candidato (chiunque esso sia) da scegliere in comune con Berlusconi, e dunque di suo gradimento. Non potete fingere di non sapere che la bussola per Berlusconi è – è sempre stata, fin dal momento della “discesa in campo” – una sola (e duplice): la garanzia di impunità nei suoi processi e la garanzia di mantenimento del suo monopolio mediatico. Qualsiasi candidato Berlusconi sia disposto a votare, è un candidato che evidentemente lo rassicura su queste due questioni cruciali. E Berlusconi non si lascia rassicurare da qualche chiacchiera, ma solo da solidissimi accordi, resi catafratti da qualche inaggirabile pegno. Ma un candidato rassicurante per Berlusconi e il suo conflitto di interessi e i suoi conflitti con la legge, NON è rassicurante per la democrazia italiana, che ha invece bisogno di un Presidente che sia custode intransigente della Costituzione e dei suoi principi di giustizia e libertà. Siamo perciò sempre più sbigottiti che tra voi ci sia qualcuno pronto a compiere questo vero e proprio “scelus”, quando avete l’alternativa di un nome come Stefano Rodotà, che oltre alle adamantine qualità etiche e politiche da tutti riconosciute è stato anche il presidente del Pds, da cui il Pd è nato, dunque una figura che non è “di Grillo” ma semmai è “vostra” (se per un uomo di integrale autonomia culturale e civile come Rodotà avessero un senso, che invece non hanno, tali classificazioni di appartenenza). Diteci, di grazia: in nome di quale storia, di quale tradizione, di quale ragionamento logico, di quale inafferrabile identità non riuscite a digerire il nome di Rodotà? Come mai non vi degnate di spiegare il motivo di un no così granitico (anche le schede bianche sono un no) ai vostri elettori e agli italiani tutti? Siamo sempre stati scettici rispetto alle voci di accordi “ob scaena”, compresi quelli di una nomina di Berlusconi a senatore a vita, o di ricatti da Berlusconi esercitabili nei confronti di qualche dirigente Pd. Ma ora siamo totalmente disarmati, poiché viene meno ogni altra ragione logicamente plausibile per spiegare un atteggiamento di sudditanza verso il Caimano, e suicida rispetto al futuro del Pd e della sinistra intera: la nostra incredulità deve cedere il passo e riconoscere la fondatezza dei peggiori sospetti. Solo il vostro comportamento può dissiparli, il vostro voto a Rodotà. Altrimenti diventeranno i sospetti e anzi le certezze di milioni di italiani che smetteranno di votarvi. (18 aprile 2013)

    (delusa)

    • Firma - (delusa)
  7. Senatrice, ci siamo incrociati più volte e apparteniamo alla stessa famiglia politica. Ho apprezzato l’idea di non votare Marini tanto quanto non ho apprezzato l’idea di chi voleva votarlo. Poi, però, è successo quello che è successo ieri. E le cose sono cambiate (esplose? finite? chiarite?). Nel pezzo qui sotto cerco di chiarire cosa penso su quello che è accaduto e accadrà. Una riflessione, se vuole. Per non morire invano.
    http://www.patrickfogli.com/blog/2013/04/20/il-partito-demolito/

    (Patrick Fogli)

    • Firma - PatrickFogli
  8. Se la “proposta all’altezza di questo tempo” è Prodi, complimentoni! S’è visto cos’è successo, ma si sapeva anche prima che sarebbe finita in un’ecatombe comunque perché il PDL avrebbe scatenato la guerra santa. Che genioni! Ma che ci voleva a votare Rodotà?! Nessun democraticuccio risponde seriamente, se non la solita solfa da due soldi che non era una scelta loro, per quanto il giurista faccia parte della loro storia politica. La peggiore classe politica di sempre continua a dimostrarsi all’altezza, anzi alla bassezza della sua risaputa micro nomea, che soltanto essa non vuole riconoscere, mentre la maggior parte della gente continua a votarla per pura compassione se non autentica pena. Oltre a provare una rabbia immensa, cara la mia Leana (mia brava, tra l’altro – mannaggia! – ex professoressa di musica alle Scuole Medie), un’ira feroce nei vostri pessimi confronti, autentici mandanti dell’uccisione del nostro Paese, assieme al centro-destra e con la nostra connivenza di decadenti italioti, incapaci ogni volta di capacitarsi della vostra conclamata pochezza m’accorgo, ora dopo ora, di smarrire tutte le possibili speranze di resurrezione di questo Paese sfasciato che, va da sé, lascerò. Tempo di organizzarsi, preparare – dove si può – il terreno e poi via!, andarsene. 2014 all’estero e ti manderò una cartolina, stanne certa!, a ricordarti la strage che avete commesso nei confronti della mia generazione e delle altre a cui avete tolto sogni, prospettive, dignità ed energie – il Pane e le Rose. E mentre col ritorno di Napolitano niente va dunque a cambiare, riproponendosi l’incistata trimurti del governaccio tecnico montiano, l’unica miserabile gioia è sapere che quell’accozzaglia chiamata PD non arriverà a mangiare il panettone a Natale 2013 e così sparirà. E con la sua scomparsa, anche Berlusconi e il PDL finalmente spariranno. Perché oramai lo sanno anche le razze extraterrestri – quelle che non ci conoscono e che non ci conquistano perché valiamo nulla nella nostra tracotanza – che se c’è stato e c’è ancora Berlusconi al vertice della politica nazionale è per la presenza ausiliaria e collusa dell’intero centro-sinistra querulo, vano e altresì corrotto (sicuramente nell’anima) di questi ultimi due decenni dimenticabili.

    (Damiano Pignedoli)

    • Firma - DamianoPignedoli
    • Caro Damiano, sottoscrivo in pieno le tue parole. Amareggiata e ormai senza parole. Da parte mia, non manderò una cartolina alla mia ex (brava) professoressa di musica, perché resterò in Italia, nonostante tutto. Magari la incontrerò di persona e… chissà, magari avrà la bontà di spiegarmi perché Rodotà non poteva essere votato. Non mi capacito ancora.

      (Anna Marchiò)

      • Firma - AnnaMarchiò
  9. “Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello!”
    L’indegno ed indecente spettacolo a cui siamo, davvero nostro malgrado, obbligati da un mese e mezzo, conferma che siamo ancora fermi ai tempi in cui Dante Alighieri compose il il sesto canto del Purgatorio.

    (Paolo Comastri)

    • Firma - Paolo Comastri
  10. Non sono una politologa ma guardando con una lente psico sociale quanto accade ora in Italia mi viene da riconoscere una dinamica tipica della psicologia dei gruppi. I gruppi tengono se all’interno vi è coesione e all’esterno vi è coerenza. Per restare unito un gruppo ha bisogno di uno scopo sovraordinato. Mentre la destra è coesa e coerente, atta a mantenere il potere e conservare lo status quo, la sinistra italiana ha perso il pensiero portante, una scala valoriale di riferimento. Non è morta la sinistra, è scomparso il principio comune in cui il gruppo si specchiava e in nome di questo restava unito. Il pensiero portante invece è confusivo, e pare spesso confondersi con l’ideologia dell’outgroup, il suo opposto, in questo caso la destra. Migrazioni di valori che portano a una vaghezza. E di conseguenza alla perdita di coesione all’interno, e di credibilità all’esterno.

    (Ameya Canovi)

  11. “…minare la credibilità e la speranza di futuro…”. Parole che mi arrivano come “distanza tra politica e cittadini”. Minare la credibilità e la speranza di futuro?, e poi aggiunge che, a dopo quasi due mesi dal risultato elettorale, nel momento che viviamo, Lei ha posto nell’urna una scheda bianca? La prego, Senatrice, non usi un comunicato-stampa per insultarmi.

    (mv)

    • Firma - mv