Home Economia C’è la crisi. Ma loro investono nel Parmigiano-Reggiano

C’è la crisi. Ma loro investono nel Parmigiano-Reggiano

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Le nuove caldaie della Latteria di Cavola - Foto Studio Francia
Le nuove caldaie della Latteria di Cavola - Foto Studio Francia
Giuseppe Alai, presidente del Consorzio del Formaggio del Parmigiano Reggiano, accompagnato dal casaro Giuseppe nella visita all'ampliato stabilimento - Foto Studio Francia
Giuseppe Alai, presidente del Consorzio del Formaggio del Parmigiano Reggiano, accompagnato dal casaro Giuseppe nella visita all'ampliato stabilimento - Foto Studio Francia

Si scrive Latteria di Cavola. Si legge Parmigiano-Reggiano dal 1929. Al punto che, dopo più di una ristrutturazione e in barba alla ciclicità del mercato e alla riduzione di allevatori, si inaugura ancora, perché la produzione cresce. E’ accaduto sabato 20 aprile, con una piccola cerimonia.

Don Raimondo Zanelli, ricorda quando una analoga benedizione alle strutture della latteria, decenni fa, la impartì un arcivescovo di Varsavia e “se è vero che sono le persone e le loro mani che fanno il formaggio, senza la protezione del Signore tutto questo non sarebbe possibile”. Ricorda, con nostalgia, uno degli storici presidenti, poco più che suo coetaneo, Simone Garofani, in prima fila in questa storica giornata. In fascia tricolore il sindaco Michele Lombardi, per questa giornata a l’Oca di Cavola, dove nello stabilimento di produzione va in scena una nuova tappa che riguarda, oggi, la vita di 25 soci, altrettante famiglie, con una età media bassa. Assieme al casaro Giuseppe e alle maestranze producono la bellezza di 90 mila quintali di latte, prevalentemente nelle vicinanze, trasformati in 16 mila forme di Parmigiano-Reggiano marchiate 993. 993 è anche il nome commerciale di una nuova esperienza imprenditoriale che ha portato questa cooperativa dapprima a commercializzare in proprio parte della produzione, quindi ad aprire due punti vendita, a Colombaia e a Sassuolo dove viene commercializzato il 13% della produzione assieme ad altri prodotti tipici, dalle caciotte di Furmaìn ai salumi.

Alcune maestranze e soci - Foto Studio Francia
Alcune maestranze della latteria e soci in posa con Giuliano Razzoli - Foto Studio Francia
Una foto destinata a diventare storica: tutti i soci della latteria di Cavola immortalati nel giorno dell'ampliamento del loro caseificio - Foto Studio Francia
Una foto destinata a diventare storica: tutti i soci della latteria di Cavola immortalati nel giorno dell'ampliamento del loro caseificio - Foto Studio Francia

Il presidente, Paolo Lami, nel dare il benvenuto, ricorda come il caseificio – aderente a Confocooperative da sempre – ha subito nel tempo diverse trasformazioni. La più grande di queste ha spostato la sede dal centro paese a dove si è ora, nel 1998. Poi la produzione è continuata a salire e il più 8% ha richiesto nuove caldaie, quelle inaugurate nella giornata di sabato. Un caseificio, ricorderà il Consorzio Conva – Nazionale del Parmigiano-Reggiano, tra i primi a credere nel percorso di valorizzazione e differenziazione del prodotto di Montagna e, anche, a ottenere riconoscimenti olimpici e Grolle d’oro come formaggio più buono d’Italia.

“Un ampliamento resosi possibile grazie a un progetto di filiera – spiega ancora il presidente – che ha coinvolto 11 aziende e ha previsto, in questo caseificio, un investimento complessivo di circa due milioni di euro”. Presente il presidente della Banca di Cavola e Sassuolo, Silvio Scalabrini, a nome di una banca “resosi disponibile per le operazioni finanziarie”.

Annesso, anche, un allevamento suini capace di produrre ben 4.500 capi all’anno e che utilizzano il siero prodotto dalla lavorazione. Latteria di Cavola, un momento dell'inaugurazione (foto Redacon)

I numeri di un successo? “Il sapere dare lavoro – dirà Luciano Correggi, presidente del Gal Antico Frignano e Appennino Reggiano – anche quando il comparto dell’agricoltura cala di addetti, ma cresce di fatturato”. E qui la cooperativa dà lavoro a 14 dipendenti.

Non ultimo, presidente Giuseppe Alai, confermato proprio il giorno prima, per il terzo mandato, alla presidenza del Consorzio del Formaggio del Parmigiano-Reggiano. “La strada che intendiamo intraprendere– dirà il presidente – deve proprio essere questa positiva che incontriamo oggi. Come Consorzio, per altro, intendiamo dare una priorità assoluta ad una ordinata gestione dei flussi produttivi (in flessione del 2,1% nel primo trimestre 2013), ad un ulteriore investimento sulle azioni per l’export (la crescita è stimata tra il 6 e il 7% nel 2013), all’utilizzo dei nuovi strumenti di relazione con il mercato che ci siamo dati (la società I4S tra questi, che prevede il ritiro di 84.000 forme nel 2013, per destinarle a nuovi mercati stranieri), ad un più stringente dialogo con il sistema della Gdo, al lancio di nuovi prodotti a base di Parmigiano-Reggiano, al rafforzamento dell’azione sul canale Horeca (hotel, ristoranti, cafè e catering) e sul vending, i distributori automatici che si sono progressivamente diffusi in tanti ambiti di lavoro. Un insieme di piste che appartengono a quel deciso orientamento al mercato e ad una più forte relazione con i consumatori che va oltre la sola comunicazione dei valori distintivi del prodotto, ma coinvolge più attivamente tutti soggetti della filiera per dare valore a questa istintività, puntando a tradurla in una maggiore sicurezza e stabilità dei redditi dei produttori, obiettivo cui il Consorzio e tutte le organizzazioni dei produttori debbono puntare insieme”.

Latteria di Cavola, i presidenti succedutosi negli anni: da sinistra Valentino Monticelli, Paolo Lami, Ottavio Piacentini, Simone Garofani, Domenico Gariselli (foto Redacon)
Latteria di Cavola, i presidenti succedutosi negli anni: da sinistra Valentino Monticelli, Paolo Lami, Ottavio Piacentini, Simone Garofani, Domenico Gariselli (foto Redacon)

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