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Fusione: a Toano i “no” all’80%

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I dati dei votanti al referendum consultivo riguardante la fusione dei comuni di Villa Minozzo e Toano rilevata alle ore 14 si può vedere su questa pagina del sito della Regione Emilia-Romagna.

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Ricordiamo che - come avvisa la Regione Emilia-Romagna - i risultati dei referendum (di carattere consultivo e validi indipendentemente dal numero dei partecipanti) saranno quindi vagliati dall’Assemblea legislativa bolognese, dove ripartirà l’esame dei progetti di legge di fusione, che dovrà poi decidere se approvarli o meno entro 60 giorni dalla pubblicazione degli esiti delle consultazioni referendarie sul Bollettino ufficiale della Regione Emilia-Romagna.

Ricordiamo altresì che i dati sull’affluenza alle urne (alle ore 14 e alle ore 22) e i risultati dei referendum vengono diffusi in tempo reale  sul sito http://www.assemblea.emr.it/fusione, portale nel quale si trovano anche tutte le informazioni sulle modalità di voto, il riordino territoriale, le fusioni dei comuni e sui quattro progetti sottoposti al vaglio referendario.

Toano e Villa Minozzo continueranno a rimanere distinti

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Aggiornamento 7 ottobre ore 6,50

Il risultato non lascia adito a dubbi sulla volontà della popolazione, soprattutto quella toanese, che lo ha bocciato con una percentuale di "no" dell'81,71%, mentre a Villa Minozzo situazione più equilibrata: "no" al 54,77%. Anche se vi è da dire che il numero di coloro che si sono recati al voto non è stata particolarmente elevata: a Villa neppure la metà degli aventi diritto si sono recati alle urne, per la precisione il 44,70. A Toano almeno si è superata l'asticella del 50%: 54,63% il dato definitivo delle ore 22.

Risultati inequivocabili, si diceva. Essendo solo consultivo, la Regione potrebbe procedere comunque, ma i sindaci si erano impegnati a rispettare la volontà popolare e quindi a questo punto i comuni rimarranno due. Merita rilevare come invece gli altri tre referendum in programma sul territorio regionale (Massa Fiscaglia, Migliarino e Migliaro in provincia di Ferrara, Sissa e Trecasali nel parmense e Torriana e Poggio Berni nel riminese) siano stati tutti largamente vinti dai "sì".

Questo comunque il prospetto che compare sulle pagine web del sito della Regione Emilia-Romagna.

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- Sull’esito del referendum per la fusione il commento di PD e Rifondazione della montagna (7 ottobre 2013)

 

24 COMMENTS

  1. Un chiaro segnale per la montagna reggiana. Lo stato di arretratezza culturale segna i nostri posti, come si nota dai risultati degli altri tre referendum, tre netti “sì”. Da soli non si può andare da nessuna parte, staremo ad aspettare con trepidazione il referendum per i comuni dell’alto Appennino reggiano dove il PD è favorevole…

    (Benny)

    • Firma - benny
  2. Un plebiscito, direi, del quale occorrerà tener conto per future riflessioni e scelte (coraggiose e coerenti). Solo un dettaglio: in tutti gli altri referendum indetti per il 6 ottobre (Massa Fiscaglia, Migliarino e Migliaro – Sissa e Trecasali – Torriana e Poggio Berni), ma anche quelli indetti in precedenza (Savignano sul Rubicone e San Mauro Pascoli – Valsamoggia), i referendum erano due: uno per il consenso alla fusione ed uno per dar modo ai cittadini di scegliere il nome dell’eventuale nuovo comune. A Villa Minozzo e Toano il nome era stato già deciso dai rispettivi consigli comunali. Forse non è così un dettaglio…

    (MF)

    • Firma - MF
  3. Personalmente avevo sperato che almeno in comune di Villa potesse prevalere il , il capoluogo in particolare ha detto il contrario. Molto più equilibrate le frazioni. Rimaniamo convinti della bontà del progetto di fusione e ringraziamo le oltre 700 persone che lo hanno pensato con noi. Oggi stesso ricominceremo a lavorare perché vivere a Villa Minozzo diventi un privilegio e non un handicap. Unica nota davvero dolente è l’affluenza. Sarà anche colpa del maltempo, ma il disinteresse non ce lo possiamo permettere.

    (Davide Marazzi, Comitato per il Sì)

    • Firma - DavideMarazzi
  4. Non vi è alcun dubbio che i cittadini hanno dato la loro risposta, che la si deve intendere negativa anche nella percentuale di astensionismo. Se non vado a votare vuol dire che l’argomento non mi interessa. Rimango comunque della mia idea: l’accorpamento di più comuni in uno unico è necessario e fondamentale per il ridimensionamento della spesa pubblica, a patto che esista un sacrificio unanime da parte di tutti. Una unica rappresentanza socio-economica montana ha più peso di sette piccole rappresentanze separate da inutili campanilismi basati sul vecchio, termine che non sostituisce e non rappresenta minimamente quello di storico. Il vecchio ci rende vecchi e statici. La staticità, nell’era contemporanea, equivale a morte sia dal punto di vista economico che da quello sociale. Se non diventiamo “grandi” (anche nel senso di maturare intellettivamente aprendo le nostre menti al mondo esterno) continueremo a perdere possibilità di sviluppo e quindi di creare occupazione sul territorio e, quindi, di mantenere un tessuto sociale vivo e giovane per far sì che il nostro appennino non si spopoli definitivamente. Meditate, sindaci, meditate.

    (Fabio Mammi)

    • Firma - fabiomammi
    • Sono d’accordo, anche se ho votato no. Il cambiamento è fondamentale, ma deve avere un senso (come dice qualcuno, un “progetto”). Purtroppo è vero quanto sia difficile smobilitare la popolazione affinchè prenda coscienza del problema e ne ragioni civilmente. Però un atto di imposizione (compreso il nome), quale è stato questo, porta la gente a reagire in modo negativo. Come dicono i sindaci è arduo far capire alla gente quali siano le opportunità, specialmente senza citare mai le negatività; ed è per questo che serve tempo per coinvolgere e per informare. E poi non si possono prendere impegni e fare promesse su azioni che dovranno portare avanti altri. Chi si prende la responsabilità di decidere il cambiamento deve avere anche quella di gestirlo. Tutto questo senza entrare nel merito della questione, su cui si è detto e si può ancora dire molto.

      (Massimo Albertini)

      • Firma - MassimoAlbertini
  5. Purtroppo concordo con Davide Marazzi. Nel seggio di Civago, dove voto, ha votato il 35% (parlando con ragazzi più giovani di me 20-30 anni quasi nessuno è andato a votare, perchè dicono che tanto non cambia niente), è una situazione che deve far riflettere, soprattutto i nostri politici (mi riferisco in particolare alla corrente del Pd che, come a livello nazionale, non vuole venga mai modificato niente). Il Comune, come dicono nei loro slogan, “è rimasto a Villa”, speriamo di non doverci pentire a breve.

    (Paolo Diambri)

    • Firma - paolodiambri
  6. Ma un po’ di sana autocritica quelli del non la fanno mai? E’ sempre colpa degli altri, del PD, del Parco, della Provincia, del popolo bue, della pioggia. Non si pensa che sarebbe stato sufficiente consultare prima i cittadini per capire che il referendum e la fusione non li volevano o non interessavano? Si sarebbero pure risparmiati i soldi dello studio di fattibilità e del referendum. Si sono sempre criticati i partiti dicendo che pochi decidevano per tutti e in questo caso, che è stata fatta la stessa cosa obbligando i cittadini ad un referendum che non volevano, per una volta i partiti locali hanno ascoltato questa voce, ma niente da fare: è ancora colpa dei partiti perchè sono conservatori. Delle due l’una, ragazzi.

    (Ty)

    • Firma - ty
  7. Dispiace per il risultato. Quando in gioco ci sono temi come questi i cittadini non dovrebbero valutare (o essere portati a valutare) solo il piano politico/partitico, ma la bontà del progetto e le prospettive di sviluppo nel medio/lungo periodo. Si parla tanto di rilancio delle autonomie locali, di rafforzamento dell’indipendenza dal dominio stato-centrico, poi quando c’è da scegliere per il rinnovamento vince il conservatorismo (e diciamolo pure il clientelismo) e le scelte che dovrebbero essere fatte a livello locale vengono (verranno) così affidate necessariamente ad altre sedi, distanti dal territorio. La campagna contro il è stata molto forte ed i cittadini sono stati (forse) spaventati su questioni che non sono affatto legate alla fusione (vedi Caserma dei Carabinieri, la cui permanenza è rimessa alla esclusiva valutazione del Ministero della Difesa, essendo un’amministrazione dello Stato e non un’amministrazione locale). Mi chiedo cosa accadrà ora se, come sembra, Villa verrà davvero unita a Castelnovo. Davvero i servizi e le sedi amministrative, spauracchio del referendum, resteranno proprio come ora?

    (Stefano Manfreda)

    • Firma - Stefano Manfreda
  8. Cosa avevo detto io: era meglio una fonduta valdostana, si spendeva meno ed era di più interesse. Scimmiottare le altre unioni dà questo risultato, non essendoci un progetto articolato sui servizi e gestioni.

    (Una lettrice)

    • Firma - unalettrice
  9. Al di là dell’astensionismo, che ci deve fare riflettere, a mio avviso il problema è che c’è ancora un buon 60% di elettori che nella scelta di un sindaco o di un referendum come in questo caso danno retta alla loro fede politica. Seguono le idee e le teorie del loro partito e non ragionano più con la loro testa cercando di capire cosa sia meglio o peggio per il loro futuro. Burattini…

    (Carlo Rivi)

    • Firma - CarloRivi
  10. Scusate, ma mi pare che gli elettori si siano espressi in modo chiaro in questo referendum. Una fusione non è un unione! Questo concetto è stato ribadito più volte. I toanesi, che in massa hanno votato per il no, non sono ostili ai villaminozzesi e credo che il sentimento sia reciproco (anzi sperano di continuare a lavorare bene insieme come hanno fatto sino ad ora), il campanilismo non c’entra: non credere nel progetto fusione è ben altra cosa. Un progetto del genere non va pianificato in un mese, va studiato bene e a lungo, cosa che mi pare non abbiano fatto le amministrazioni che lo hanno presentato. Se ne sono accorti subito anche i trevallini che si sono sentiti anche un po’ presi in giro leggendo l’inesattezza di studi e numeri costati soldoni; e qui direi che proprio i partiti non c’entrano. Un progetto valido funziona anche se non ci sono incentivi.

    (RB)

    • Firma - RB
  11. Leggo con stupore che di fronte ad un voto democratico c’è chi parla di arretratezza culturale. Quindi a Toano con quasi l’82% di no saremmo “indietro come la coda del maiale” ? Qualcuno che si scandalizza del risultato si è chiesto come mai? Di certo non si è contro Villa (ci mancherebbe, anzi), ma probabilmente in tanti è emersa più la paura di ritrovarsi con maggiori difficoltà logistiche, strutturali, di servizi al cittadino, rispetto ai benefici che se ne potevano, forse, trarre. Per gli altri 3 referendum regionali, dove ha vinto nettamente il , bisognerebbe chiedersi su che cosa i vari Consigli comunali abbiano fatto leva sulla gente per ottenere tale risultato; leggendo i loro studi di fattibilità si trovano conclusioni molto più positive rispetto al nostro e ciò può aver sicuramente inciso. Ma ci sono differenze con la nostra fusione: innanzitutto non sono comuni di collina/montagna e, per esempio, se la loro fusione porta ad avere circa 8.000 abitanti come la nostra c’è differenza come estensione territoriale. Basti pensare che i 2 comuni di Rimini insieme fanno 34 kmq (la meta’ di Toano), i 2 comuni di Parma 72 kmq (poco piu’ che Toano), i 3 comuni di Ferrara 115 kmq (meno della metà del solo Villa Minozzo). Saluti.

    (Andrea S.)

    • Firma - AndreaS.
  12. Scusate, ma è possibile che si dia sempre la colpa hai partiti o al tempo “se è bello sono andati al mare, se è brutto sono rimasti in casa”? Quante volte abbiamo sentito queste cose, basta siete monotoni, io volevo che vincesse il no e sono andato a esprimerlo in democrazia; Paolo voleva che vincesse il ed ha fatto altrettanto. Quelli che sono rimasti a casa ci sono e saranno sempre, sia a livello locale, sia a livello nazionale. Non è colpa del PD o del PdL se ha vinto il no, ma di chi crede nella democrazia del voto e di chi crede “tanto non cambia niente”.

    (Valter)

    • Firma - valter
  13. Tutta colpa della Ferrari che ha perso, o del brutto tempo? Ma per colpa di chi, dice Zucchero… Ma si può commentare sempre una sconfitta con delle scuse patetiche senza essere obiettivi ed ammettere di non aver convinto con i programmi la popolazione! Perchè così è stato.

    (Una lettrice)

    • Firma - unalettrice
  14. O forse è la popolazione che non ha capito… Io ho sentito tanta propaganda denigratoria, un passaparola di motivazioni insensate, nei bar e nei luoghi di ritrovo, che mi hanno fatto sorridere, c’è ancora tanta gente ingenua purtroppo.

    (Carlo Rivi)

    • Firma - CarloRivi
  15. I motivi del sì, i motivi del no, tutti leciti e corretti ma credo si debba andare un po’ più in la del nostro naso, del nostro orticello, la verità è che alla gente le fusioni non piacciono, non interessano. Basta dare un’occhiata alle affluenze dei referendum svolti negli ultimi due anni, in qualsiasi regione d’Italia. Il risultato di affluenza di Toano (dove peraltro ha stravinto il no) è quello più alto in assoluto, ci sono comuni dove magari ha anche vinto il sì ma si sono recati alle urne il 32% o poco più… La gente comune si domanda perchè dovrebbe chiudere il proprio comune, che, ricordo, è il primo presidio dello Stato in un territorio, l’unico che la gente sente vicino, il primo (e forse l’unico) a cui si rivolge. La gente prima di rinunciare alla propria rappresentanza territoriale vuole che prima si facciano altre riforme su questioni ben più onerose dei piccoli comuni. Far sparire le province, ridurre gli indennizzi dei parlamentari e dei consiglieri regionali, ridurre le inutili spese militari (che ci costano miliardi di euro all’anno, altro che il gettone da 20 euro per i consiglieri comunali), le grandi opere inutili. La gente vuole politiche di governo migliori perchè se le amministrazioni non hanno risorse è perchè in passato sono state fatte politiche nazionali assurde, non certo perchè si spreca troppo nei piccoli comuni. A strozzare i comuni sono il pareggio di bilancio messo in costituzione da un governo non eletto, la spending review, il patto di stabilità e il tiramolla sull’Imu, che hanno reso un’impresa epica amministrare un medio/piccolo comune montano; e mettere insieme le disgrazie altrui non risolverà certo il problema. Se verranno sistemate queste questioni poi vedrete che la gente si renderà disponibile anche a parlare di fusioni e ad andarle a votare…

    (And)

    • Firma - And
  16. Ma non so, di sicuro hanno espresso un no e forse non si saranno spiegati i politici, la gente di Toano e Villa lo sa l’italiano e capisce bene i concetti e nel dubbio anch’io avrei votato no, vista la campagna elettorale, anche se sono di Castelnovo ne’ Monti… Senza voler offendere nessuno, manca la fiducia verso i proponenti di questo progetto (che non fanno niente per meritarsela) e qui la chiudo.

    (Una lettrice)

    • Firma - unalettrice
  17. Da abitante di Castelnovo condivido la scelta dei cittadini di Toano e Villa che con un avrebbero concretamente peggiorato la loro condizione e favorito lo spopolamento dei loro paesi, magari a favore di Castelnovo. Immaginiamo di fondere Castelnovo e Carpineti, noi castelnovesi saremmo disposti a rischiare di: dover andare in comune a Carpineti per documenti vari, mandare i figli alle scuole medie di Carpineti, avere la caserma dei carabinieri a Carpineti, medici…. con tutto ciò che ricadrebbe sul commercio di Castelnovo? Io avrei votato sicuramente no. Gli altri paesi che si sono fusi in regione raggiungono dimensioni totali inferiori alla sola Toano, per i loro cittadini cambia ben poco, i servizi non peggiorano. Hanno strade dritte e non hanno neve. Qui sarebbe nato un comune mostruoso. E come peso politico vale più 1 voto con dietro 8000 cittadini o 2 voti con dietro 8000 cittadini? Speriamo ora che la Regione rispetti il referendum.

    (Un montanaro)

    • Firma - Unmontanaro