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Appello al sindaco sui platani di viale Bagnoli: “Conciliare le diverse esigenze non è impossibile”

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"Con sincero spirito di collaborazione suggeriamo e chiediamo al primo cittadino Enrico Bini e alla sua giunta di prendere in esame la possibilità di modificare la decisione di tagliare i 23 platani di Viale Bagnoli". Arriva, semplice e schietto, un breve scritto - i cui primi firmatari sono Giorgio Benevelli, Ermanno Beretti, Angela Pietranera, Simona Sentieri, Ugo Viappiani - indirizzato al primo cittadino di Castelnovo ne' Monti, la cui amministrazione, come annunciato, si accinge a ridurre di due terzi l'alberatura che accompagna il lungo tratto di statale intrapaesana.

Continua lo scritto: "Ai nostri figli insegniamo che l'albero è vita, memoria, bellezza ed energia.  I 23 platani messi a dimora  da oltre settant'anni hanno accompagnato la vita del paese nell'alternarsi delle stagioni, delle vicende e costituiscono senza dubbio un patrimonio che non è soltanto arboreo ma culturale, storico e naturalistico. Conciliare le diverse esigenze non è impossibile: per farlo occorre uno sforzo da parte di tutti".

I cinque esponenti, di riconosciuta sensibilità artistica, proseguono: "Senza voler entrare nel dettato tecnico della scelta, ci sentiamo di rivolgere da semplici cittadini espressione della società civile e culturale di Castelnovo ne' Monti  un accorato ma deciso appello alle istituzioni affinché valutino positivamente la possibilità di limitare al massimo l'impatto devastante del taglio dei platani".

Con amara ironia: "Allorché distruggiamo qualcosa creato dall'uomo lo definiamo  vandalismo, quando invece è creato dalla natura lo definiamo progresso".

"La cura dell'ambiente va intesa come espressione culturale prioritaria  poiché per rimpiangere i danni fatti all'ambiente non vivremo mai abbastanza. La nostra bella terra di montagna è ricca di valori e tradizioni e crediamo che l'Amministrazione  possa mandare a tutti i cittadini un forte messaggio di democrazia e sensibilità culturale impegnandosi a valutare positivamente questo appello".

20 COMMENTS

  1. Non c’è che dire, una bella manipolazione intellettuale. Vorrei dire però agli intellettuali, primi firmatari, che “allorché distruggiamo qualcosa creato dall’uomo” non si definisce solo vandalismo, ma nel caso di obbrobri indegni si chiama anche buon senso, vedi il pollaio felinese denominato “ecomostro”, così se per modifiche dissennate un viale che doveva essere una circonvallazione è divenuta una strada pressochè centrale e residenziale si dovrà adeguare anche la percorrenza e la collocazione di verde compatibile, che non è certo quello attuale.

    (Corrado Parisoli)

    • Firma - CorradoParisoli.
  2. Da profana ho avuto questa idea: non si potrebbe sistemare e rendere agibile, anche per passeggini o carrozzine, la parte di marciapiede a destra dove ci sono pochissimi alberi, creando un bel percorso pedonale ed evitando di abbattere quelli dalla parte opposta?

    (Silvana Aguzzoli)

    • Firma - AguzzoliSilvana
    • Ah, certo Silvana, e tutti quei commercianti o residenti a sinistra cosa dovrebbero fare? Trasferirsi? Considerando anche tutta la gente che per soste più o meno fugaci parcheggia sul marciapiede, vogliamo proprio rendere il più impraticabile possibile il viale eh?

      (Luca)

      • Firma - luca
  3. Quando per esigenze migliorative dell’abitato si deve intervenire sulla natura mi pare doverosa una certa prudenza. Non solo nei confronti degli alberi ma anche del portafoglio. Dato che questo paese non brilla certo per il verde (all’interno di esso) sarei per fare una proposta: perché non piantiamo due o meglio tre alberi per ognuno che viene tagliato? Se non vogliamo o facciamo finta di non capire vuol dire che ci troviamo nel paese della motosega.

    (Dante Simonazzi)

    • Firma - Dante Simonazzi
  4. Ribadisco una mia idea già precedente espressa e gentilmente pubblicata: allargare e rialzare i marciapiedi lato sinistro, direzione Cerreto, in modo da salvaguardare i pedoni che li utilizzino, delimitare maggiormente la sede stradale in modo che le macchine non invadano i marciapiedi stessi (altro che marciapiedi a raso) e salvaguardare i platani e le loro “ingombranti” radici. Alcuni scivoli per passeggini e disabili. Et voilà, il gioco è fatto!

    (Fabio Mammi)

    • Firma - FABIO MAMMI
  5. I tanto denigrati marciapiedi a raso sono presenti in via Dante, delimitati da paletti e catenelle, senza nessuna strage di pedoni, sono lì da anni e vengono utilizzati senza alcun problema, non ricordo nessuna polemica quando li hanno messi.

    (Corrado Parisoli)

    • Firma - Corrado Parisoli.
    • Mi sembra un paragone calzante: via Dante è a senso unico, costellata da rallentatori del traffico; viale Bagnoli a doppio senso, ad alta percorribilità e un rettilineo che consente velocità elevate. Proprio uguali!

      (Pinello)

      • Firma - Pinello
      • Nessun paragone, anonimo fine umorista, solo una constatazione. Viale Enzo Bagnoli, anche se è un rettilineo, non consente alte velocità; i limiti sono i medesimi delle altre strade del paese.

        (Corrado Parisoli)

        • Firma - CorradoParisoli.
      • Concordo con Pinello ed aggiungo, via Dante è una strada comunale, viale Bagnoli è una statale! Sono proprio la stessa cosa.

        (Alex)

        P.S. – Fare gli 80 in viale Bagnoli è possibile e in molti lo fanno, su via Dante non credo.

        • Firma - Alex
    • Marcipiedi a raso, di recente realizzazione, sono presenti a Felina lungo il perimetro del centro commerciale. Si distinguono solo per il colore diverso (rosso) dell’asfalto e non hanno alcun tipo di protezione (catenelle, paletti o altro). Sono utilizzati impropriamente come parcheggio e quindi sono del tutto impraticabili come marciapiede.

      (Commento firmato)

      • Firma - commento firmato
  6. Se i marciapiedi a raso vengono utilizzati come parcheggio non prendetevela con chi li realizza, prendetevela con i vostri concittadini che li usano in quel modo. Perchè delegare il buon senso sempre agli altri? Perchè per evitare di fare qualcosa di poco civile è necessario che vi obblighino con il divieto? Secondo questo ragionamento sulle strade dovrebbero esserci bande chiodate a comparsa, che se superi i 50 ti bucano tutte e quattro le ruote. Non è forse più semplice comportarsi civilmente?

    (Corrado Parisoli)

    • Firma - CorradoParisoli.
    • Il buon senso, in Italia, significa che non puoi affidarti al “buon senso” degli italiani. Una decina di anni fa, in gita a Bolzano, nell’attraversare la strada rimasi esterrefatto: le auto si fermavano per dare la precedenza ai pedoni sulle strisce pedonali! Qui da noi è una novità, lo si inizia a vedere giusto da qualche tempo. A Reggio, in centro, nella via Emilia pedonalizzata, i marciapiedi a raso vanno benissimo, sono molto “estetici”. Ma, appunto, è pedonalizzata…

      (Commento firmato)

      • Firma - commentofirmato
  7. Un marciapiede rialzato dà più visibilità ai pedoni e, a velocità contenute, un minimo di sicurezza. Nel fantastico mondo del signor Parisoli probabilmente tutti rispettano le norme, non esistono nebbia, neve, ghiaccio, distrazioni di sorta. Auguri!

    (Ellebi)

    • Firma - ellebi
  8. Viale Bagnoli era la “via nuova”, c’erano gli alberi piantati da poco e non c’erano case. Serviva a togliere da via Roma il traffico della statale. Poi il viale è stato lottizzato e sono arrivate le case, sotto gli alberi. Non è stato lasciato agli alberi il necessario spazio vitale, le case sono state costruite troppo vicino. Bastava essere lungimiranti e prevederlo da subito: un grande e magnifico viale! Non è stato fatto. E’ vero, gli alberi c’erano prima, ma adesso case ed alberi non sono compatibili in molti casi, considerando requisiti di manutenzione, di sicurezza e di corretto sviluppo degli alberi. Quindi, con rammarico, o spostiamo le case o togliamo gli alberi.

    (Giorgio Bertani)

    • Firma - GiorgioBertani
  9. Quante polemiche, lasciate lavorare chi è preposto a farlo. D’altronde chi li ha votati? Vi scandalizzate per pochi alberi, i problemi sono altri e magari proprio quelli che si lamentano sono i primi ad andare in centro con l’auto. Ah, ah, ah, siete naturalisti quando vi pare. Grande Cola, io sono con te!

    (Francesco)

    • Firma - Francesco
  10. Signor Bertani, io non sarei così drastico. Credo davvero che si possano conciliare le due cose. Non estremizzerei la questione a tal punto. Sono convinto che con logica e buon senso si possano mantenere sia le case che gli alberi. Piangere sulle scelte urbanistiche passate credo che non sia di nessuna utilità per risolvere il problema attuale. Mi sembra anche naturale che allora la abnorme estensione del paese per aumento dei residenti spingesse verso l’area a valle della allora tangenziale e il terreno in sua prossimità si prestava benissimo. D’altronde in un momento di espansione socio-economica come gli anni ’60 l’urbanizzazione era prioritaria rispetto al mantenimento dei progetti già attuati, come la tangenziale del paese. Non commento le soluzioni del signor Parisoli, le hanno già commentate gli altri e in verità a volte le stesse si commentano da sole. Ma è comunque importante che tutti dicano la loro, in modo da vagliare più idee, più proposte tanto da arrivare al punto di trovarne una adeguabile a tutte le esigenze. Buona vita.

    (Fabio Mammi)

    • Firma - fabiomammi
    • La mia non era una soluzione progettuale, era un punto di vista. E’ chiaro che, nel momento in cui si interviene concretamente, si cercherà di ottenere il miglior compromesso tra vincoli e trasformabilità, cioè tra gli elementi che non si possono toccare e quelli che, invece, possono essere ragionevolmente modificati, individuati entrambi con un’analisi rigorosa e tecnicamente motivata. Sempre parlando di punti di vista, ribadisco che l’espansione senza criterio degli anni ’60 non è stata affatto lungimirante e questo ha portato i problemi che incontriamo oggi. Penso, per esempio, a certe stradine di lottizzazione talmente risicate che, oggi, è impossibile trovare lo spazio per costruire un marciapiede o un parcheggio decenti. Lo dico (senza piangerci sopra, semplicemente constatando) perché il rischio di scarsa lungimiranza è sempre presente, ogni volta che si progettano interventi sul territorio. Avere una “visione” di come saremo tra vent’anni è essenziale, soprattutto per chi ha responsabilità di governo della cosa pubblica. Come un diamante – più o meno – anche una casa o una strada (o un debito pubblico) è “per sempre”. Le conseguenze sul lungo periodo delle nostre decisioni le godranno (o le pagheranno) i nostri figli e nipoti.

      (Giorgio Bertani)

      • Firma - Giorgio Bertani
  11. Vorrei far sapere a Corrado Parisoli che i marciapiedi a raso in via Dante, delimitati da paletti e catenelle, hanno causato parecchi problemi – inizialmente – ad automobilisti e residenti. Allora via Dante non aveva gli utilissimi rallentatori, la luce era scarsa e nelle ore serali erano molto frequenti “gli incontri” delle vetture con i paletti che non avevano neppure un catarifrangente che li segnalasse. Altro problema, la via stretta, delimitata dalle catenelle, impediva in taluni casi l’accesso ai garage e diversi abitanti hanno tolto le catenelle dove erano d’impiccio. Via Dante è comunque sicura perchè c’è il limite di trenta, ci sono i rallentatori, i marciapiedi che tengono al sicuro i bimbi della scuola, sorveglianza nelle ore di entrata e uscita e, quasi quotidianamente, nel periodo scolastico, file e gruppi di meravigliosi bambini che animano la strada. Niente di paragonabile al traffico e ai problemi di viale Bagnoli.

    (Paola Agostini)

    • Firma - PaolaAgostini