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Nuove province: il Consiglio provinciale di Confcooperative teme l’esclusione dalla rappresentanza dei territori “periferici”

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Giovanni Teneggi
Giovanni Teneggi

“Il rischio concreto è quello di una totale assenza di rappresentanza a discapito di tanti territori “periferici”, a partire da quella vasta area montana – ma non solo – che sulla base del dettato legislativo verrebbe privata di ogni presenza in Consiglio provinciale”.

Mentre si avvicinano le scadenze per il rinnovo del Consiglio e del presidente della Provincia, la Confcooperative scende in campo con questa secca valutazione sulla legge elettorale in base alla quale si arriverà al voto fra poche settimane.

“In tema di nuove Province – sottolinea il presidente della centrale cooperativa, Giuseppe Alai – le attese erano molte sul versante delle funzioni, mentre appariva scontato che i meccanismi di rappresentanza di cittadini e territori salvaguardassero, ovviamente, tutto il territorio e il suo tessuto civile, culturale ed economico”.

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Giuseppe Alai

“Al contrario – evidenzia il presidente di Confcooperative – in capo alle nuove Province permangono funzioni generali di programmazione e coordinamento su temi che toccano indistintamente tutte le aree (i servizi di trasporto, la costruzione e manutenzione delle strade, la rete scolastica, la tutela ambientale, i fenomeni discriminatori sul piano occupazionale, le pari opportunità, per citare alcuni capitoli), ma i meccanismi introdotti nel voto non garantiscono la presenza di esponenti e rappresentanti di aree territoriali ampie, segnate da bisogni del tutto particolari sia sul versante economico che sul piano dei servizi ai cittadini, ma alla fine ininfluenti perchè caratterizzate da una rete di Comuni a bassa densità abitativa”.

“Emblematico – sottolinea al proposito il direttore di Confcooperative, Giovanni Teneggi – è proprio il caso della montagna reggiana, che non rischia soltanto di essere penalizzata in questa fase, ma del tutto esclusa da una presenza di propri consiglieri”.

“La legge elettorale del Governo – spiega Teneggi - prevede che il voto di sindaci e consiglieri degli attuali Comuni che andranno a votare sia proporzionale agli abitanti rappresentati, indipendentemente dalle dimensioni territoriali e da qualsiasi altro parametro economico e sociale. Ogni comune una scheda di colore, e soprattutto di peso, completamente diversi. Il colore delle decisioni ai consiglieri reggiani, quello dell’esclusione ai comuni del crinale montano, i cui esponenti avranno in mano un voto che vale fino a quasi cinque volte meno”.

“Senza un accordo politico di salvaguardia dei rappresentanti dell’area montana – prosegue il direttore di Confcooperative – il risultato è evidente: nessuno di questi siederebbe in consiglio provinciale”.

“Dopo anni di discussioni e proposte – tra le quali quelle di Confcooperative – per l’adozione di uno statuto speciale per l’Appennino reggiano ed emiliano-romagnolo tale da coglierne meglio le prerogative, i bisogni e le possibilità di sviluppo – incalza Teneggi – si arriverebbe così ad un risultato che non è riservato nemmeno alle più sparute minoranze linguistiche!”.

“Se al Governo va bene questo risultato - osserva il direttore di Confcooperative – crediamo che dello stesso avviso non possano essere la politica locale e quelle forze economiche e sociali che si fanno carico di rappresentare e di dar voce ad ogni istanza che corrisponde ad interessi legati al lavoro, ai servizi, alla cultura e all’economia di ogni comunità, comprese quelle più periferiche che, al pari della montagna, rischiano anch’esse un’esclusione con il rinnovo dei nuovi organi provinciali”.

“Proprio per questo – conclude il presidente di Confcooperative, Giuseppe Alai – la vicenda non può passare sotto silenzio, ed è primaria responsabilità della politica e dei partiti locali il porre rimedio, con il rispetto di ciò che tutto il territorio esprime in termini di bisogni ed opportunità, a questa clamorosa “svista”.

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“Messaggio in codice” (3 settembre 2014)

 

15 COMMENTS

  1. L’Udc ha sempre sostenuto la battaglia della abolizione delle Province, oggi però ci troviamo nella condizione di non aver raggiunto questo obbiettivo. Infatti l’elezione di un Consiglio provinciale di 2° grado non era nelle nostre aspettative. Il Governo con il disegno di legge del sottosegretario Delrio ha scongiurato le elezioni provinciali come era di fatto negli auspici del Governo, ma le Province non spariranno, sono state riviste molte delle funzioni, sono cessate le cariche elettive e si è dato vita a nuove Giunte dove saranno presenti i Sindaci, gli Assessori o i Consiglieri eletti dei Comuni del territorio. Ora, le preoccupazioni espresse dal Consiglio provinciale di Confcooperative sono tutte vere, per quello che riguarda il nostro territorio montano non credo che non sarà rappresentata da qualche Sindaco, il vero rischio è che la presenza delle minoranze, non linguistiche ma alternative al monocolore Pd, rischia con questo sistema di non essere presente nel Consiglio provinciale. La politica, tutta, deve raccogliere l’appello del presidente di Confcooperative Giuseppe Alai, noi come piccolo partito che sui problemi della Montagna siamo sempre stati presenti portando sempre i problemi, sia nel Consiglio provinciale, che in quello regionale, faremo come sempre il nostro dovere e cercheremo di porre rimedio, lavorando per essere punto di riferimento assieme ad altri per le istanze che questo territorio ogni giorno deve affrontare.

    (Robertino Ugolotti – presidente provinciale Udc Reggio Emilia)

    • Firma - robertino Ugolotti Presidente provinciale Udc Reggio Emilia
  2. Penso che Confcooperative sia intervenuta a proposito conoscendo quello che sta avvenendo in merito alla riforma delle Province (ma non si era parlato di soppressione?). Il problema è che i cittadini non conoscono quello che sta avvenendo, per cui in giro si discute di queste cose molto superficialmente. Sarebbe utile che qualcuno (associazioni, enti, sindacati, ecc.) proponesse un incontro pubblico per spiegare quali sono le sorti istituzionali del nostro territorio.

    (Domenico Dolci)

    • Firma - dolcidomenico
  3. Vorrei rasserenare Confcooperative riguardo alla rappresentanza dei vari territori nel Consiglio provinciale post L. n. 56/2014. Il Partito democratico, forza politica alla quale fanno riferimento gran parte delle amministrazioni comunali della provincia, organizzerà la propria lista per il Consiglio di questo ente, che avrà 12 componenti a Reggio Emilia, in modo che sia incluso almeno un rappresentante per ogni unione comunale, che a Reggio sono 7. Credo che il Pd farà anche di più per rappresentare i territori ed i cittadini: darà spazio, nella propria lista, alle amministrazioni non Pd, ovvero dove c’è un sindaco espressione di una lista civica. Questo per garantire la presenza di sindaci o rappresentanti di ispirazione e cultura diversa. Considerato ciò, l’Appennino avrà sicuramente una persona che lo rappresenta e forse anche due. Questa modalità di considerare l’intero territorio, compresa la sua parte meno popolosa e quindi di minor peso elettorale, non è una novità nelle modalità di azione del Pd e si iscrive appieno nella sua tradizione politica. Mi sembra invece che abbia un sapore assai antico l’approccio per cui si consideri l’Appennino come una minoranza da tutelare, leggibile nelle prese di posizione di Confcooperative, riguardo la rappresentanza nella nuova provincia, a prescindere da quelle che saranno le sue funzioni, ancora in gran parte da definire. Proprio perché crediamo che l’Appennino sia una risorsa importante anche per una provincia così avanzata siamo consapevoli che nessuno ha interesse ad escluderlo da un consesso dove da sempre è presente. Viceversa non siamo per lanciare allarmismi o, eventualmente, escludere territori a noi complementari da progetti e da opportunità che vedono l’Appennino come parte trainante. La montagna reggiana come quella modenese ha “tenuto” perché si è integrata nel tessuto culturale e produttivo emiliano e non perchè ha coltivato un approccio da minoranza da tutelare. Elemento che dovrebbe essere chiaro ad una organizzazione capillarmente diffusa sul territorio.

    (Valerio Fioravanti)

    • Firma - ValerioFioravanti
    • Forse il segretario Pd confonde l’esempio che Teneggi fa con quanto il segretario stesso crede di aver capito. Teneggi afferma che “si arriverebbe così ad un risultato che non è riservato nemmeno alle più sparute minoranze linguistiche!”, un ragionamento per paradosso che tale è e non aggiunge altro. Stupisce, invece, che la riflessione del segretario Pd non consideri come metà del territorio provinciale (quale è la montagna) sarà rappresentata da 1 solo rappresentante su 12 (o se si vuole assai meno del 10% della popolazione rappresentata). Stando ai regolamenti potrebbe non esserci nemmeno questo. Gli sfugge pure l’analisi socioeconomica: l’economia ha tenuto perchè in Appennino, a differenza di altri territori montani (Piacenza, Garfagnana per fare alcuni esempi), da 9 secoli si produce il Parmigiano Reggiano che è la fonte principale di ingresso di nuovo capitale. L’integrazione con l’industria, forse, la ha vista solo lui.

      (AG)

  4. Rimane il fatto che la scelta di assicurare alle varie tipologie territoriali di una stessa provincia un solo consigliere nel Consiglio provinciale è secondo me sbagliata, perché proporzionata soltanto alla dimensione demografica e non anche a quella territoriale. Un solo consigliere su 12 del Consiglio provinciale per tutti questi comuni, che tutti insieme occupano un terzo della superficie provinciale? A me è sempre parsa una scelta ponderata male, sia perché spacciata come “abolizione delle province” il che non è vero, sia perché porta ad una riduzione di rappresentanza di una troppo grossa parte di territorio omogeneamente caratterizzato. E c’è davvero poca informazione in materia di riordino istituzionale, non sono stati divulgati organigrammi di immediata comprensione, se non lunghissimi articolati che talora celano sviluppi sgradevoli. Da cui condivido in questo dibattito 2 ordini di necessità:
    1- chiedere, anche non si sarà ascoltati, un criterio di rappresentanza più adeguato;
    2- scoprire agli occhi di tutti in cosa consiste tutta questa rivoluzione dell’ordinamento istituzionale, anche in progress, man mano che i vari governi cambiano idea, giusto perché i cittadini possano almeno farsi un’idea reale dello stato dell’arte in materia, anziché poter ragionare solo su dei sentito dire.

    (Marco Leonardi, vicesindaco di Ramiseto)

    • Firma - MarcoLeonardi-ViceSindacodiRamiseto
  5. Ccondivido che sia necessario rappresentare con vigore il fatto che l’attribuzione di un solo consigliere provinciale su 12 per un territorio così vasto e complesso come quello della montagna, che pure è 1/3 di tutta la provincia, sia un errore. Inoltre sarebbe bene che venissero pubblicati, e dovrebbe farlo chi l’ha deciso, dei precisi organigrammi delle nuove gerarchie istituzionali affinché la gente le possa acquisire meglio e farsene un’idea più esatta. Sono circolati lunghi articolati che di chiarezza non ne hanno fatta granchè, neanche agli amministratori.

    (Marco Leonardi)

    • Firma - marcoleonardi
  6. Grazie a Confcooperative che dimostra, ancora una volta, di essere molto vicina ai problemi del territorio e di dire quello che pensa senza paure di sudditanza che molti purtroppo hanno. Il signor Fioravanti risponde al problema con una soluzione che non risolve l’errore all’origine! La legge Delrio assegna un valore diverso o peso diverso al voto di un consigliere di un piccolo comune nei confronti del consigliere di un grande comune creando una disparità inaccettabile. Questo è sbagliato e crea la concreta possibilità che l’intera montagna non sia rappresentata nel nuovo Consiglio provinciale. Cosa diversa è dire ci pensa il Pd! Con una soluzione che ha tanto di una risposta vecchia che viene da un modo superato di dare risposte ai cittadini, senza offese, il suo ragionamento è molto simile a quello che in certi territori fanno le associazioni mafiose: ti serve un lavoro? Te lo diamo noi! Ti serve un prestito? Te lo diamo noi! Ti serve un rappresentante in Consiglio provinciale? Te lo diamo noi! In questo modo non si supera il problema alla radice ma si trova una soluzione delegando al “grande fratello” al quale poi dovrai essere grato in eterno. Basta giustificare le cose sbagliate, anche se le hanno fatte “i nostri”! Quando una legge è sbagliata rimane tale chiunque l’abbia fatta! Oggi la gente vuole aria nuova, vuole decidere personalmente, basta deleghe ai soliti noti! Quindi legge sbagliata che va rivista, ad esempio eliminando il valore o peso del voto; prevedendo il voto per collegio territoriale.

    (Renato Farina, consigliere Comune di Collagna)

    • Firma - RenatoFarina-ConsiglierecomunediCollagna
  7. Credo che il Pd zona Appennino sia stato tra i pochi a difendere l’importanza delle province nei tempi in cui quasi tutti ne chiedevano l’abolizione. Ricordo un documento di due anni fa, 20 agosto 2012, forse ancora archiviato in questo sito e duramente criticato da molti amministratori, anche del Pd. Nel documento analizzava il complesso delle modifiche istituzionali che stavano avvenendo e si proponeva una unione montana unica e forte che potesse prendere il posto della Provincia, nella gestione di alcuni servizi, nella loro programmazione ma anche nella rappresentanza del territorio. Le cose successe dopo, ossia in sintesi, la L.R. n. 21/2012 e la L. 56/2014, confermano la giustezza di quelle posizioni; ulteriore conferma è l’avvio della nuova Unione Appennino reggiano con spirito unitario da parte di tutti i comuni. Non sappiamo ancora le funzioni che lo Stato lascerà alle province e come le regioni le tradurranno nei loro ambiti, ma tra i tanti dubbi quello della rappresentanza ci sembra quello minore. La rappresentanza nell’ente di 2° grado ha più o meno le stesse problematiche di prima con l’elezione diretta del Consiglio e del presidente: senza una impostazione politica che consideri tutti i territori quelli meno popolosi (l’Appennino) contano molto poco. Come ben sappiamo, a stretta regola democratica, la superficie territoriale non dà diritto a rappresentanza, la popolazione sì. Sono lieto di fare parte di un partito politico che ha sempre considerato questo aspetto: ogni territorio è portatore di valori e potenzialità al dì là del numero degli abitanti che lo abitano. Questo ha generato molte buone iniziative della Regione Emilia-Romagna, della Provincia e della città di Reggio Emilia verso l’Appennino. E in questa impostazione prosegue, nonostante una riforma dell’ente intermedio assai criticabile da molti punti di vista, anche di quello del “voto ponderale”. Speriamo che anche la riforma del Senato della Repubblica non proponga lo stesso meccanismo per cui conteranno solo i sindaci dei grandi comuni per la sua elezione. Aggiungo che il Pd difende le minoranze, anche linguistiche, ma questo è un altro argomento.

    (Valerio Fioravanti)

    • Firma - ValerioFioravanti
  8. Quando leggo gli interventi del segretario Pd della zona montana mi chiedo se il rinnovamento di Renzi in montagna non sia ancora arrivato, comunque grazie alla bontà del Partito democratico la montagna non sarà lasciata sola, ci consola il fatto che lui possa avere l’onore di appartenere a un partito che conosce il territorio e si occupi anche degli ultimi. Grazie Valerio e al Pd, senza di voi la montagna sarebbe una minoranza linguistica.

    (Robertino Ugolotti, presidente provinciale Udc Reggio Emilia)

    • Firma - robertinoUgolottiPresidenteprovincialeUdcReggioEmilia
  9. Grazie a Valerio Fioravanti per l’attenzione e la risposta. Siamo tanto rasserenati da restare senza parole. Uno, forse due… – ci dice – segnalandoci addirittura che il tema della rappresentanza è quello minore. Una richiesta “di sapore antico”. Quando la politica è così presente e di sapore così moderno non sentiamo nemmeno più il bisogno di una Costituzione e di leggi democratiche. Perché chiederle? Non so nemmeno come ci è venuto in mente. Chiedo scusa. Siamo allarmisti. Ci pensa il Partito! E’ abbastanza chiaro – rassicuriamo noi il coordinatore montano del Pd – che in questa fase si può solo salvare il salvabile. Ma come non comprendere, da parte di chi vorrebbe rappresentare, che per la montagna è proprio il tema della rappresentanza invece quello fondamentale. E non dopo, per rimediare, ma a partire da come si pensano prima leggi, provvedimenti, istituzioni. E’ ora di fare bene e prima, non il possibile dopo. Tutto dimostra che per le montagne, e non meno per quella reggiana in questa Regione, il problema centrale è proprio quella di ritrovare rappresentanza e dignità. A queste domande la politica locale non risponda più – per favore – come Fioravanti ci ripropone ancora con una “solfa” ormai stantia che questo sarebbe “assistenzialismo”. Assistenzialismo? Magari potessimo correre questo rischio! Ma lo sa il Pd qual è la distanza fra le politiche e le azioni per la montagna fin qui segnalabili e una qualsiasi forma di assistenzialismo? Noi siamo antichi, dunque, e la posizione del Pd invece moderna: meno rappresentanza e niente aiuti, che non corriamo il rischio di approfittarcene. E viene da pensare purtroppo – c’è poco da scherzare – che sia davvero questo il pensiero unico del Pd a leggere la seconda parte del primo intervento di Fioravanti a commento del nostro appello. Rileggetelo. “…Viceversa non siamo per lanciare allarmismi o, eventualmente, escludere territori a noi complementari da progetti e da opportunità che vedono l’Appennino come parte trainante… ecc. ecc.”. Eventualmente cosa c’entra con il problema posto? Qualcuno ha compreso di cosa si sta parlando? Non penso. Allora ve lo diciamo noi. E se Redacon volesse sarebbe un’altra notizia. Si tratta di un messaggio in codice per Confcooperative – un lieve avvertimento – che alcune settimane fa, in due occasioni, si è detta completamente contraria all’estensione del territorio del Gal – società dedicata allo sviluppo dell’Appennino nella messa a disposizione di fondi regionali ed europei – e delle sue opportunità a territori a valle più popolosi. La ragione? L’eventualità che la Regione distribuisca i fondi per la montagna (li definiamo così per semplificare) in base al numero degli abitanti. Ci sarebbe quindi la necessità di assecondare il “sovrano” in questo principio aggiungendo agli attuali territori dell’Appennino modenese e reggiano, che contano circa 110.000 abitanti, altri Comuni più popolosi, a valle, per raggiungere il numero limite di 150.000. Distribuire fondi per aree rurali di Appennino in base al numero di abitanti dei Comuni a valle? E’ una follia da contrastare e il Pd locale pare invece, lo scopriamo da questa replica, già pronto ad appoggiarla. Alla montagna si può garantire una visione integrata di sviluppo ed una collaborazione con il resto del territorio solo “pagandola” con fondi che l’Europa e il buon senso le dedicano? Allora, solo per godere delle risposte che avrò, cambio ancora la metafora. Altro che minoranza linguistica, siamo alla prostituzione! Volete altri casi? Attendete altre puntate di questo dibattito. Parliamo di soldi e sviluppo per la montagna. Che vile argomento! Lo pretendiamo non per benevolenza politica del sovrano ma perché ne hanno diritto “costituzionale” la sua popolazione e le sue imprese. Tutti temi, potremo fare altri esempi, sui quali – sia il Pd a stare sereno – continueremo a fare domande “antiche” nell’attesa di altri messaggi, magari non in codice stavolta, perché anche la gente possa capire. E capire bene!

    (Giovanni Teneggi)

    • Firma - GiovanniTeneggi
    • Carissimo Giovanni, come è accaduto altre volte vorrei ricordare che Valerio Fioravanti pur essendo il coordinatore dei Circoli Pd della zona montana in questa fase parla a titolo personale. Chiedo pertanto a te e a tutti gli intervenuti di considerare quanto scritto dallo stesso una propria e personale opinione in quanto l’argomento non è ancora stato affrontato dal Pd zona montana.

      (Luca Zini, segretario Pd Casina)

      • Firma - LucaZini
      • Caro Luca Zini, probabilmente non ricordi le riunioni e i documenti elaborati come Pd zona Appennino che tu stesso hai approvato e sottoscritto. Probabilmente ti si è anche rotto l’hard disk del PC e hai perso i files. Sarà mia cura rispedirteli tutto così fai un ripasso. Preciso che il mio intervento è esattamente nel ruolo di coordinatore di zona e non a titolo personale.

        (Valerio Fioravanti)

        • Firma - ValerioFioravanti
  10. Ad ogni elezione si ripropone la difficoltà del PD ad esprimere candidati credibili. Forse è venuto il momento di Valerio Fioravanti di misurarsi in termini di consenso diretto. Potrebbe considerare la possibilità alla prossima occasione?

    (Giovanni)

    • Firma - Giovanni