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Massimo Zamboni presenta il suo libro a Carpineti il 3 ottobre. Intervista ai microfoni di Radionova. FILE ASCOLTABILI

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Massimo Zamboni
Massimo Zamboni

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Terza parte

Riprendono gli incontri con l’autore dell’associazione carpinetana La 25^ Ora, che sabato 3 ottobre porterà a Carpineti Massimo Zamboni per la presentazione del suo ultimo libro “L’eco di uno sparo”. L’appuntamento è alle 17,30 di sabato 3 ottobre alla biblioteca comunale di Carpineti, in via G. di Vittorio. L’evento è a ingresso gratuito.

Zamboni è meglio conosciuto come chitarrista e autore per i CCCP e i Csi assieme a Giovanni Lindo Ferretti, ma in questi anni alla musica ha spesso alternato la scrittura, con la realizzazione di diversi volumi.

Nel 2015, in occasione del 70esimo anniversario della Liberazione, ha concluso il progetto Breviario Partigiano ed ha pubblicato “L’eco di uno sparo”, la storia della propria famiglia partendo dall’uccisione del nonno Ulisse, fascista convinto, da parte di due partigiani dei Gap nel febbraio 1944. Diciassette anni dopo, il partigiano che aveva sparato a Ulisse viene a propria volta ucciso dal compagno che, nel 1944, lo aveva affiancato nell’agguato al fascista.

Il 3 ottobre giocherà in casa, visto che anche Zamboni da parecchio tempo è residente a Carpineti, e aggiungerà un altro nome di pregio agli autori chiamati in questi mesi da La 25^ Ora, fra cui Stefano Benni, Erri De Luca, Sergio Rizzo, Domenico Quirico, Loriano Macchiavelli e Valerio Varesi.

L'eco di uno sparo di Massimo Zamboni

IL LIBRO
«Questa è la storia di mio nonno Ulisse e dei suoi sparatori che si spararono tra loro. Il racconto di ciò che ha innescato quei colpi in canna, e di ciò che è stato dopo. L'eco di uno sparo non si quieta mai».

È un giorno di febbraio del 1944 quando Ulisse, squadrista e membro di un direttorio del fascio, cade dalla bicicletta colpito alle spalle. Diciassette anni dopo, un'altra pallottola uccide il partigiano che sparò quel giorno, ma a impugnare l'arma è un compagno, un ex gappista responsabile a sua volta dell'uccisione di Ulisse. Massimo Zamboni affronta la storia più dolorosa e rimossa della sua famiglia e si ritrova fra le mani il volto sfinito di un intero Paese, col suo eterno ripetersi di soprusi e vendette. Un memoir, un'indagine, ma soprattutto un canto appassionato in nome di tutte le creature.

Una storia che chiedeva di essere raccontata, rimasta sepolta insieme alle tante storie rimosse di questo Paese. Un libro sofferto, inconsueto, che è insieme una presa d'atto, un amaro bilancio e una terrestre ballata incantatrice. La memoria va trasmessa, ci dice Massimo Zamboni, e «tocca ai nipoti tramandare, sottraendo ai genitori un compito che non avrebbero potuto svolgere con giustezza».

Per tutte le informazioni sull'associazione e sulle attività, l’indirizzo è www.25ora.it.