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Un cervello montanaro racconta l’annuncio delle onde gravitazionali dal Gran Sasso Science Institute dell’Aquila

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Lorenzo Aiello (25 anni, Italia) Eugenio Coccia (59, Italia) Viviana Fafone (51, Italia) Imran Khan (25, Pakistan) Matteo Lorenzini (38, Italia) Akshat Singhal (24, India) Shubhanshu Tiwari (26, India) Gang Wang (30, Cina) Foto di NASA/Tod Strohmayer (GSFC)/Dana Berry (Chandra X-Ray Observatory)
Lorenzo Aiello (25 anni, Italia)
Eugenio Coccia (59, Italia)
Viviana Fafone (51, Italia)
Imran Khan (25, Pakistan)
Matteo Lorenzini (38, Italia)
Akshat Singhal (24, India)
Shubhanshu Tiwari (26, India)
Gang Wang (30, Cina)
Foto di NASA/Tod Strohmayer (GSFC)/Dana Berry (Chandra X-Ray Observatory)

Alle 10,50 e 45 secondi (ora italiana) del 14 settembre 2015 i due strumenti dell’esperimento Ligo negli Stati Uniti (nello Stato di Washington e in Louisiana) hanno registrato un dato anomalo. Da quel momento sono iniziate le verifiche. Ieri, alle 16,30 a Pisa (qualche minuto prima della conferenza stampa gemella a Washington) è finalmente stato dato l’annuncio ufficiale della scoperta delle onde gravitazionali. Per la fisica e la scienza tutta l’11 febbraio 2016 sarà una data che avrà un capitolo a parte in tutti i libri di testo. Le onde gravitazionali, infatti, erano state previste esattamente un secolo fa, nel novembre 1915, quando Albert Einstein illustrò la sua Teoria della relatività generale, di cui costituiscono uno dei capisaldi. Finora però non erano mai state «trovate» e l’annuncio può ambire al titolo di «scoperta del secolo». E i ricercatori che hanno partecipato agli esperimenti entrare tra i candidati a uno dei prossimi Nobel per la fisica. A questa impresa collettiva hanno collaborato 1.004 ricercatori appartenenti a 133 istituzioni scientifiche di tutto il mondo. (fonte il Corriere)

Elena Canovi, 33 anni, di Carpineti ha potuto assiste in diretta a questi eventi storici collaborando con alcuni dei protagonisti.

Elena quale è stato il percorso che l'ha portata ad assistere ad un evento storico di questa portata?

Ho frequentato le scuole di base a Carpineti, il liceo scientifico Cattaneo D'Aglio a Castelnovo, la laurea triennale in fisica a Modena e quella specialistica a Bologna.  A Trieste ho conseguito il dottorato alla SISSA (Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati). A seguire ho svolto due 'postdoc' (l'assegnista di ricerca è una figura professionale che riprende quella dell'assegnatario di borse post-dottorali) in Germania per cinque anni. Avevo deciso di lasciare la ricerca, essendo che i posti disponibili sono veramente pochi, e pensavo di trovare altre strade. Quello che sto sperimentando adesso è un lavoro che comunque ha a che fare con la ricerca, però in maniera indiretta. In questo istituto lavoro nell'ufficio di comunicazioni e mi occupo della divulgazione e di editoria scientifica, nel senso che sto curando un libro divulgativo.

Com’è arrivata fino L’Aquila?

Sono arrivata a L'Aquila seguendo mio marito, (Carmelo Evoli) anche lui ricercatore, al quale hanno fatto una offerta come postdoc in questa citta e così ci siamo trasferiti tutti e due.

Com'è vivere in quella città così segnata dal terremoto?

Non abbiamo vissuto il terremoto e neppure l'avevamo mai visitata prima, per cui abbiamo con la città un rapporto diverso rispetto alle persone che l'hanno vista anche solo una volta prima del disastro. Dobbiamo apprezzarla così com'è, anche se è una città problematica. Se si vuole, per esempio comprare un paio di scarpe in centro non trovi nulla ancora.

Ma da questo inizio tragico è nato il nostro Istituto. Tutto è partito dal terremoto. Nella devastazione alcune persone, fra cui il nostro direttore, si sono chieste come risollevare la città per farla ripartire culturalmente, sfruttando le eccellenze che già c'erano. Con il supporto scientifico di varie università europee hanno scritto un progetto sottoposto all'OCSE (Organizzazione per la Collaborazione e lo Sviluppo Economico), che è stato accettato e supportato economicamente.

Così è iniziato il percorso per fare diventare L'Aquila la città della conoscenza, come lo sono già Trieste e Siena, dove ci sono le università, ma coesistono anche altre realtà che fanno scienza. Un'idea visionaria che prevedeva di far ripartire la città con un istituto di altissima formazione internazionale, abbiamo infatti la maggiore presenza di studenti stranieri in Italia. Portando persone molto istruite e molto entusiaste si cerca di far ripartire la città non soltanto dai mattoni ma anche dalla cultura ad un livello altissimo.

Quindi sfatiamo il mito che l'Italia è sempre fanalino di coda negli investimenti dati alla cultura e la ricerca?

Purtroppo non sto sfatando questo mito, parlerei più dell'eccezione in questo caso. All'immensa tragedia che è stato il terremoto sono seguiti ingenti finanziamenti che grazie alla lungimiranza e intelligenza di alcune persone hanno riportati grandi risultati. Adesso in questa città abbiamo il nostro istituto, Il Gran Sasso Science Institute (GSSI), che è una scuola di dottorato internazionale e un centro per la ricerca e l'istruzione superiore. Il GSSI si propone di creare un nuovo centro di eccellenza scientifica a L'Aquila, promuovere le competenze e le strutture altamente specializzate già presenti nella zona, come ad esempio i Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e l'Università di L'Aquila, agevolando l'attrazione di risorse di alto livello nel campo delle scienze naturali e sociali. Questa è una storia di rinascita attraverso la cultura e la conoscenza.

Il suo ruolo in questo istituto qual è?

Io lavoro a vari progetti, avvicinando la cittadinanza alla scuola in vari modi. Collaborando anche con le scuole e in particolare con gli studenti degli Istituti superiori. Attraverso la divulgazione facciamo toccare con mamo la scienza più attuale e informiamo.

Parte di questo non può essere importato anche nel nostro Appennino?

Io e mio marito lo scorso anno abbiamo tenuto due seminari su argomenti diversi organizzati dall'associazione Stana, che ha avuto molto successo. Per cui pensiamo di replicare certamente. Per noi la possibilità di risiedere a L'Aquila è stata accattivante perché siamo a metà strada fra il mio paese e quello di mio marito.

Si immaginano i ricercatori come genialoidi originali, com'è l'ambito in cui lavora?

Lo stereotipo dello scienziato pazzo, che sta tutto il giorno da solo è da sfatare. Spesso, fra una lezione e l'altra si gioca a biliardino, o si sta sui divani davanti al camino. Sono tutte persone normali con hobbies comuni. Poi a secondo se sono fisici teorici o sperimentali cambia il lavoro, che di solito si svolge al computer formulando calcoli.

In una giornata storica come quella di oggi come avete festeggiato?

Per noi è stata una giornata speciale spiego perché: questo articolo sulle onde gravitazionali ha coinvolto 1004 ricercatori appartenenti a 133 istituzioni scientifiche in tutto il mondo. L'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, che ha GSSI come centro di studi avanzati, ha molti tra i coautori. Il GSSI contribuisce con 8 ricercatori, (Lorenzo Aiello 25 anni, Italia; Eugenio Coccia 59, Italia; Viviana Fafone 51, Italia; Imran Khan 25, Pakistan; Matteo Lorenzini 38, Italia; Akshat Singhal 24, India; Shubhanshu Tiwari 26, India; Gang Wang 30, Cina), tra cui alcuni dei più giovani coautori e il nostro direttore.

Il direttore ha lavorato per 35 anni sulla ricerca delle onde gravitazionali. C'è una grande collaborazione fra LIGO (Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory è un osservatorio statunitense ideato per il rilevamento delle onde gravitazionali. Cofondato nel 1984 da Kip Thorne e Rainer Weiss, LIGO è un progetto congiunto tra scienziati del California Institute of Technology (Caltech) e del Massachusetts Institute of Technology (MIT), sponsorizzato dalla National Science Foundation (NSF) e VIRGO (Virgo è un rivelatore interferometrico di onde gravitazionali del tipo interferometro di Michelson, con bracci lunghi 3 km, situato nel comune di Cascina, in località Santo Stefano a Macerata). Il nostro direttore è stato per alcuni anni il coordinatore di questa collaborazione. Per cui è proprio dentro il progetto, assieme ad una professoressa e alcuni studenti.

La cosa splendida che è successa oggi è che fra questi studenti, provenienti da tutto il mondo, i due più giovani arrivano da paesi che in questo momento storico sono in conflitto, ma oggi hanno dimostrato come la scienza unisce e vedendoli e non sapendo la loro provenienza li si sarebbe ritenuti quasi fratelli in questo momento di gioia condivisa. Questo è il messaggio più bello di questa giornata storica per la scienza e per il nostro Istituto.

Come si è svolta la giornata?

Oggi abbiamo chiamato i rappresentanti locali, i giornalisti, alle 16,30 abbiamo trasmesso in diretta la conferenza stampa che è sta fatta a Cascina. Dopo i ringraziamenti di rito il direttore ha chiamato sul palco proprio i ragazzi protagonisti della ricerca e a seguire si è festeggiato. Aleggiava un'atmosfera da vigilia di Natale.

***

Video tratto dal concerto-spettacolo di fisica e jazz “Not(t)e al MUSE” (Trento, 10 dicembre 2014), in cui il direttore del Gran Sasso Science Institute (L'Aquila) Eugenio Coccia, accompagnato alla tromba da Paolo Fresu e al trombone da Gianluca Petrella, racconta l’avventurosa ricerca di queste impercettibili vibrazioni cosmiche in modo piacevole e accessibile a tutti.

 

 

1 COMMENT

  1. Eh, sì, l’Abruzzo è un paese generoso; oltre ai suoi monti, i suoi prodotti genuini, dà possibilità agli scienziati di raggiungere mete insperate. Così diventa affascinante per vari motivi e viverci è bello e gradevole.

    (Bruno Tozzi)

    • Firma - brunotozzi