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Ca’ Marastoni: “Quando si metteva il vino nel latte, i tedeschi bussarono a casa nostra”

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TOANO (3 aprile 2016) - Tra i tanti commenti alle nostre notizie (una tra queste a riguardo della ricorrenza dell'eccidio di Ca' Marastoni) anche uno che non ti aspetti. Perché è di un nostro lettore, Beppino Bonicelli, classe 1937, che rende una testimonianza diretta di quella tragica mattina del 1 aprile 1945 quando, da lì a poche ore, quanto lui vide avrebbe contribuito a strappare alla vita la staffetta "Nadia" Valentina Guidetti e a sei partigiani, tra cui il comandante delle 284° brigata Fiamme Verdi. Era la Domenica di Pasqua e a Ca’ Marastoni, località tra Toano e Quara, si svolse uno dei più significativi fatti d’arme della guerra partigiana: una vera e propria battaglia tra truppe nazifasciste e formazioni partigiane, prevalentemente composte da Fiamme Verdi, cioè i gruppi della resistenza di ispirazione cristiana. Tedeschi e fascisti, nonostante fosse evidente l’ormai prossima sconfitta e la conseguente vittoria delle truppe alleate e del Movimento resistenziale, tentarono ancora una volta di attaccare e annientare le formazioni partigiane che controllavano gran parte del territorio appenninico tra Reggio e Modena, lungo le valli del Secchia, del Dolo e del Dragone, alcuni capisaldi a difesa delle vie di comunicazione in Appennino. All’alba di quella giornata diversi reparti tedeschi si infiltrarono nel territorio toanese e, cogliendo di sorpresa i partigiani che lo presidiavano, raggiunsero il crinale di Monte della Castagna. "Sopra Cerrè Marabino - ha ricordato a Redacon nei giorni scorsi il sindaco Volpi - intercettarono e fucilarono la staffetta Nadia, Valentina Guidetti. Non appena avvertite, le forze partigiane si diressero nella zona e dopo un aspro combattimento, pur subendo dolorose perdite, ebbero ragione del nemico costringendolo a ritirarsi”. “Oltre alla giovane Guidetti, medaglia d’argento al valore militare persero la vita il capitano della 284.a brigata Fiamme Verdi, William Manfredi (anch’egli insignito della medaglia d’argento), e i partigiani Vito Caluzzi (medaglia di bronzo), Ariante Mareggini, Meuccio Casotti (medaglia di bronzo), Ennio Filippi (medaglia di bronzo) e Valentino Lanzi”.

Ca' Marastoni sullo sfondo il Cusna
Ca' Marastoni sullo sfondo il Cusna

Ora questa testimonianza diretta da Cà ed Paltin, dove viveva coi nonni, del lettore Beppino Bonicelli.

"Primo Aprile 1945 - ci scrive Bonicelli - a Cà ad Paltin, era appena l’alba, nonno Luigi e nonna Elettra si erano appena alzati. Acceso il fuoco stavano mettendo a bollire il pentolino dell’orzo che serviva per la colazione di tutta la famiglia: una tazza d'orzo e mezzo bicchiere di vino che fungeva da zucchero essendo a quei tempi irreperibile, come il sale.
Ad un certo punto si sente un gran tramestio alla porta, mio nonno va ad aprire e si trova davanti cinque uomini, vestiti di nero, armati fino ai denti che gli chiedono se ha qualche cosa da mangiare, perché erano affamati. Gli dice di entrare e che sarebbe andato a vedere se c’era qualche cosa. Fanno per entrare, ma non passano dalla porta a causa di tutti gli armamenti che si portavano dietro, costringendo mio nonno ad aprire tutti e due i portoni".
"A causa del trambusto - prosegue Bonicelli - anche noi bimbi veniamo svegliati ed entriamo a stento in cucina, dove mia nonna stava spiegando loro che aveva soltanto del latte, munto la sera prima. Uno di loro che capiva meglio l’Italiano le fa segno di andarlo a prendere: erano due tegami con la panna sopra. Preso un mestolino dà loro dei bicchieri e comincia a versarvi il latte dentro. Ma prima di cominciare a bere, quello che sembrava essere il comandante, fece segno a mia nonna di darne un bicchiere a noi bambini e di farcelo bere. Una volta bevuto noi bambini in poco tempo svuotarono i due tegami, ma non erano ancora sazi, così chiesero se non c’era nient’altro da mangiare. Mia nonna per la paura che frugando avrebbero certamente trovate le uova che aveva riposte nella madia, per darle poi a noi bimbi, le tirò fuori e gliele diede, erano una ventina, in un baleno le fecero fuori tutte, poi ringraziarono e dissero di non avere paura, perché loro non erano li per noi, ma per cercare i partigiani. Poi con grande sollievo dei miei nonni si avviarono verso il Monte della Castagna, che è appena li sopra la casa, dove vi era una postazione, fino a poche ore prima occupata dai partigiani, ma che se l’erano data a gambe, lasciando campo libero ai tedeschi, ritornando poi più tardi all’attacco, dando origine alla battaglia di Ca' Marastoni. Battaglia che è durata quasi tutta la giornata con purtroppo i morti che ci sono stati".

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