Home Cultura Giacomo Leopardi spiegato da Davide Rondoni (con richiami all’oggi)

Giacomo Leopardi spiegato da Davide Rondoni (con richiami all’oggi)

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La "digressione sull'attualità" va a parare su un argomento di grande attualità. Cioè la "teoria gender", che qualcuno perfino si ostina a sostenere essere una specie di fantasma, cosa inesistente, inventata da qualche "dietrologo".

Parliamo dell'interessante incontro che s'è svolto ieri l'altra sera al Centro culturale polivalente di Castelnovo ne' Monti, ospite il poeta e scrittore Davide Rondoni, per iniziativa della scuola di formazione teologica dell'Appennino reggiano (vedi le prossime date), patrocinata dal Comune di Castelnovo ne' Monti, davanti ad una platea che ha riempito la sala concerti dell'Istituto musicale "Merulo". Argomento: Giacomo Leopardi.

Un "artista" - così lo ha chiamato Rondoni - con "guizzi" dell'anima e dubbi molto umani e piuttosto lontano dalla filosofia intesa come disciplina, dipinto in modo più "problematico" rispetto al bianco/nero cui siamo forse stati abituati a "leggerlo", a partire dagli insegnamenti ricevuti sui banchi di scuola (e pure - ad esso fa riferimento per la risonanza che gli si è voluta dare - al recente film). Pessimista? Senza dubbio, dice Rondoni, chiarendo però che si trattava di un atteggiamento del poeta in contrasto a certo ottimismo di facciata imperante nel periodo (siamo nella prima metà dell'Ottocento) in vari settori della società più che un suo "sentire astratto". Ateo? Non dichiaratamente religioso/cattolico, ma - avverte Rondoni - "leggiamo bene i suoi scritti, che non sono certo contro il cristianesimo". Anzi. E spiega la sua tesi, facendo la "parafrasi" di passi di poesie (legge e commenta "Il canto notturno di un pastore errante dell'Asia") e citando pensieri in merito contenuti nello "Zibaldone".

Leopardi e "gender". Cosa si spartiscono, ci si chiederà. L'identità della persona. E da qui le domande "ultime". Chi siamo e perchè siamo qui. Lo scopo della nostra vita. Il desiderio umanissimo di non "passare" da questa terra senza lasciare qualche traccia di noi. Nulla ci basta, sostiene il relatore. Cosa ci rende davvero felici? Come noto, la "teoria" intende instillare-imporre il concetto che ciascuno è ciò che desidera essere, che il dato di natura non conta, che è il fatto culturale la vera ed unica discriminante. Un prodotto di laboratorio impastato con ingredienti marxisti-capitalisti dalle conseguenze possibili che Rondoni dipinge a tinte fosche.

"C'è un'ansia in giro che non spiego diversamente da questa necessità di farsi vedere, di affermare la propria presenza", afferma. Probabilmente il mondo non aiuta più, ad onta dei proclami, a costruirsi una personalità. E le reti sociali - i social network - tanto di moda? Sono una vetrina che si presta al gioco. Un gioco che a volte si rivela pericoloso (vedi i "bullismi informatici", le offese o le diffamazione tanto semplici e veloci quanto gratuite; e a volte ai gesti estremi conseguenza di questo...). Giochini - ormai alla mano di chiunque, anche dei giovanissimi - possibili su questo e quel supporto, sempre più facili. Grazie alla tecnologia sempre più "performante": altro ambito da trattare con le pinze. Ma per rimanere all'ameno: "Uno scrive: 'Sto salendo in tram'... bene, ma... chi se ne frega!?'". Con questo ci sentiamo di "esserci"? Se lo devi dire alla moglie, rivolgiti a lei. O devono saperlo tutti?

Il compito delle cosiddette "agenzie educative" (scuola, famiglia, istituzioni diverse) pare oggettivamente quasi sovrumano (semprechè l'impegno vada nella qual direzione, va da sè).

Tanti i punti toccati dal relatore (noi, facendo cronaca spicciola, andiamo per brevi flash, difficile riportare tutto), che ha "dondolato" tra Leopardi e i giorni nostri, spesso esemplificando qua e là con ironia anche per alleggerire.

La burocrazia, un mostro del mondo moderno, "che perdi più tempo attorno alle carte che a lavorare". E "i vecchi tempi e i valori che non ci sono più" (come gli diceva una signora in altra occasione pubblica: concetto che però lui le contestava). E la S. Messa, ben più "trasgressiva" di una serata in discoteca tirata fino all'alba, se compresa nel suo significato... E l'esorcizzazione della morte, tramite negazione e/o spettacolarizzazione... E poi vai con la "fiducia": non quella che chiede il Governo al Parlamento, ma proprio quella disposizione, semplice e così fondamentale, di credere al e nel prossimo; su cui si regge l'esistenza stessa di una società...

Ma bisognava esserci. Spunti interessanti per chi era presente. Qualcuno dal pubblico ha interloquito con proprie osservazioni. Qualche altro non è parso troppo d'accordo in alcuni passaggi. Bravi gli organizzatori per l'offerta di una bella serata didattica e di possibilità di confronto.

4 COMMENTS

  1. Non ho potuto seguire personalmente Davide Rondoni dal vivo su Leopardi e faccio riferimento a quanto riportato dall’articolo. “Guizzi dell’anima”? Nulla di più diverso: semmai un’accurata e drammatica analisi della natura umana.
    Quasi cristiano? Nulla di più drammaticamente lontano dal cristianesimo, come da qualsiasi religione. Piuttosto lontano dalla filosofia intesa come disciplina? Certamente non un noioso accademico, ma sicuramente il più profondo pensatore e filosofo dell’ottocento italiano. Le sue “operette morali” ed il suo “Zibaldone”, finalmente integralmente tradotti recentemente anche in inglese (impresa quasi ciclopica se si ha bene a mente cos’è lo “Zibaldone”), con un grande successo editoriale, lo rende uno dei più profondi pensatori contemporanei e spiega l’attuale successo internazionale che travalica la sua straordinaria capacità poetica, non trasmissibile nella sua bellezza e complessità nelle altre lingue. Anticipatore di Schopenhauer e Nietzsche, viene riscoperto per il suo pensiero nella seconda metà del novecento e, soprattutto, all’inizio di questo millennio. Ed è sulla domanda ultima che Leopardi aggancia la modernità: nessuno può essere ciò che desidera essere, perché la natura, con i suoi limiti e le sue leggi, non lo permette; perché siamo succubi di una natura matrigna e la nostra salvezza è solamente in ciò che riusciamo, autonomamente, a costruirci col pensiero e con l’azione: la bellezza, la poesia, l’amore ed il rispetto per il prossimo. Ma ciò si costruisce solo ad una condizione: che non ci venga imposto da nessun Dio e da nessun’altra autorità, ma solo dalla solidarietà del genere umano e tra le persone consapevoli dello stato di natura in cui si trovano. La drammaticità degli avvenimenti di questo secolo confermano questa intuizione così come le scoperte scientifiche degli ultimi anni danno conto non solo della nostra solitudine, ma anche dell’imperfezione delle nostre conoscenze e della necessità tuttavia approfondirle ancora di più per non abbandonarci agli assoluti che, quelli sì, ci portano alla perdizione, non celeste, ma terrena.

    (Loris da Febbio)

    • Firma - Loris da Febbio
  2. Una serata di altissimo livello, con un relatore che ha saputo conquistare la nostra attenzione per quasi 2 ore! Complimenti agli organizzatori e grazie per le emozioni che la serata ci ha regalato.

    (William Goldoni)

    • Firma - william goldoni
  3. Anche da parte mia complimenti per una serata molto apprezzabile. Il relatore ha spaziato dall’arte alla poesia leopardiana a considerazioni sull’attualità (ovviamente opinabili per qualcuno) ma sempre con un filo logico e coerente.

    (Domenico Dolci)

    • Firma - domenicodolci