Home Società Renè non abbraccerà mai più i genitori: ma ha molti biberon…

Renè non abbraccerà mai più i genitori: ma ha molti biberon…

18
3
rene 2
Il piccolo Renè

L’altra sera osservavo il cielo dove brillava, tra le nuvole, una sola, piccola, sperduta stella. La notte precedente, invece, un’infinità di stelle incantava la vista di tutti noi mentre, con una ventina di giovani della nostra cittadella, eravamo in viaggio alla città di Sucre.

Milioni di miliardi di stelle accese su nel cielo senza una evidente urgenza o necessità, pensavo. Infinità di stelle seminate nel cielo come uno spreco di energia, frutto della fantasia creatrice di qualcuno che forse non sa far bene i conti.

O forse si lasci ispirare semplicemente dalla forza del mistero e della bellezza. Cosa ci stanno fare tanti corpi celesti appesi nell’immensità dell’universo? Sinceramente, mi rimane questo dubbio e, come sempre, ne approfitto per qualche riflessione sulla vita che mi circonda. Mi domando se non sarebbe meglio che quell’energia creatrice fosse impiegata per un uso più fruttuoso.

Confesso di essere anch’io figlio della mentalità utilitarista –e ignorante- che ci circonda. Mi vengono in mente adesso, tornando di nuovo alla settimana santa, le parole di Giuda sullo spreco di denaro per comprare profumi carissimi per i frizionare i capelli di Gesù. Anche quella donna che comprò il profumo forse non sapeva far bene i calcoli e sprecava le sue risorse o energie, orientando male le sue scelte.

...

Nelle ultime settimane la nostra casa si è riempita nuovamente di bimbi piccoli affidatici, per le loro situazioni o malattie, da ospedali che confidano in noi. E così, in poco tempo, siamo rimasti senza scorta di biberon. Allora, provvidenzialmente, passa da casa Rocío, una delle nostre mamme a cui avevamo affidato quasi due anni addietro Valentina, una bimba arrivata nelle stesse condizioni, e ne appofittiamo per chiederle aiuto pensando che ormai il biberon non le serve più. E infatti ci promette che il giorno seguente tornerà per provvederci di questo strumento che si rivela molto necessario in certe occasioni. Ma forse qualche angelo fuori pista stava curiosando quel giorno per i corridoi di casa nostra e, guarda caso, nel pomeriggio una signora sconosciuta bussa alla porta con una borsa: ci sono dentro 12 biberon nuovi. Cosa pensare? Niente, e... grazie: proprio di quello avevamo bisogno.

E così il giorno dopo, quando ritorna Rocío le raccontiamo il simpatico accaduto e accettiamo volentieri i tre biberón che lei, come promesso, ci ha portato. Serviranno, serviranno! Ma non è finita qui. Questa storia ha un po’ dell’incredibile e del simpatico. Ieri, infatti, mentre ero in città per consegnare documenti, mi chiama un signore al cellulare. “Sono Francisco, mi scusi se la chiamo: lei è il signor Aristegui? Mi hanno dato il suo telefono e mi hanno detto che lei ha tanti bimbi. Io ho una farmacia e mi è rimasto uno stock di biberón che non sono riuscito a vendere, magari a lei interessano”. “Sì, sono io il signor Aristegui: certo che ci interessano (non si sa mai, cosa succederà nei prossimi giorni) e siccome proprio adesso mi trovo in città, faccio subito un salto da lei”.

Rintraccio la farmacia e il signore mi presenta 4 scatole di biberón nuovi, di vetro, di diverse capacità, con altrettanti succhietti di ricambio: oltre 100! Sotto sotto, mi vien da ridere: qualcuno deve aver dimenticato qualche particolare e ha fatto male i calcoli. Guardo in alto, e ripenso alle stelle. Dalle stelle ai biberon, un altro spreco di energia creatrice. Certo, dovremo regalare al più presto quei biberon.

Poi abbasso lo sguardo qui attorno, e mi ritrovo ad accarezzare il volto rigido del piccolo René, arrivato la settimana scorsa, che ora può scegliere (noi per lui) il biberon a sua misura, uno nuovo ogni giorno! Ogni tanto il suo volto si illumina di un sorriso: che mistero impressionante! Ripenso a quella piccola stella che vidi l’altra sera, sola e sperduta tra le nuvole, e mi ritorna la domanda sullo spreco di energia. Mi domando il perché della sua situazione: 4 anni, un incidente, la morte dei genitori, un trauma cerebrale irreversibile che lo relegarà per sempre a una culla..., in una casa, in una famiglia che non è la sua...

Ma René impressiona tutti noi per il suo volto bellissimo che ha imparato a sorridere nonostante tutto. Anche lui è frutto della stessa energia creatrice sprecona che semina di luci il cielo. Quando guardo in basso, qui attorno a me, dove ci sono altri bimbi nella stessa situazione di René: mi ritornano i conti. E la bellezza e il mistero mi bastano.

 

3 COMMENTS

  1. Grazie, perché tutte le volte che leggo i tuoi racconti mi riporti all’importanza vera delle cose, della fortuna che non ci rendiamo conto di avere. Grazie per questo aiuto, perché a volte ci perdiamo in sciocchezze che ci sembrano grandi invece che guardare il cielo è sorridere per tutto il bello che abbiamo. Abbraccia i tuoi bambini.

    (Barbara B.)

    • Firma - Barbara B.