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Walter Panseri: il ritiro della medaglia alla memoria da parte dei familiari

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redipUna storia struggente era emersa nelle pagine della stampa locale nell’autunno scorso (questo giornale il 15 ottobre, "La Libertà" del 17 ottobre, "Resto del Carlino" del 20 ottobre 2015) in cui si raccontava di Walter Panseri, 26 anni (1889–1915), disperso sul Monte San Michele, nella grande guerra, caporale del 32° reggimento fanteria, combattente nella Trincea delle Frasche, unico riferimento conosciuto dalla famiglia.

medGrazie ad una ricerca condotta dal prof. Rodolfo Pellini, che ha indirizzato la famiglia stessa, il percorso si è ora felicemente concluso il primo maggio a Redipuglia, con la consegna di tre medaglie al valore ai tre pronipoti: rispettivamente Grazia, Costantino e Giovanni,  che abitano in città, ed Alberta Costantino Fujimura, che vive in Giappone dove ha appreso la bella notizia dalla sorella. Il sacrario di Redipuglia, inaugurato nel 1938, è il luogo emblematico della memoria e della commemorazione per gli oltre 650.000 caduti italiani e lì trovano sepoltura oltre 100.000 di loro, di cui 60.000 ignoti. Anche la popolazione civile fu  massicciamente coinvolta nella grande guerra: donne bambini ed anziani, soggetti rimasti nascosti da un velo di oblio: una sola crocerossina, Margherita Kaiser Parodi Orlando, morta a ventun anni di vaiolo, è sepolta in quel sacrario.

frasNell’ambito delle celebrazioni della grande guerra, il Comitato Albo d’oro, la Regione  autonoma Friuli-Venezia Giulia, particolarmente sensibile e teatro di tante battaglie, d’intesa con il governo italiano–ministero della difesa, hanno affidato alle associazioni d’arma del F.V.G. il compito di ricordare tutti i caduti della patria nel primo conflitto mondiale. Già ventimila medaglie celebrative del centenario della grande guerra sono state consegnate lo scorso anno ai familiari discendenti di caduti che ne hanno fatto richiesta, personalizzate con il nome del caduto. E così oggi per Walter Panseri.

Un grande applauso ha suscitato, tra i presenti, alla consegna da parte del generale dei bersaglieri, Adriano Bedin di Udine, il bacio della medaglia della pronipote Grazia.

La fanfara dei bersaglieri ha accolto il pubblico e gli ospiti a Redipuglia: quindi sono stati resi gli onori ai caduti con la deposizione di una corona di alloro al suono del silenzio, sul piazzale, ai piedi di quella maestosa scalinata di 22 gradoni, dove continuamente è ripetuta la scritta "presente". Poi la benedizione solenne, il picchetto armato ed il corteo con medaglieri e gonfaloni.

Nella cerimonia di consegna è stata data lettura di tre pagine dell’Albo d’oro e ad ogni nome, scandito il suono della campana del ricordo. I familiari sono giunti da ogni parte d’Italia, un gruppo anche da New York. il presidente presdell’Associazione nazionale bersaglieri,  Giuseppe  Iacca, portando i suoi saluti, insieme a quelli di numerose autorità, ha ricordato come spetti a noi tener viva e presente la memoria, tramandandola, insegnandola, fortificandola: "Un popolo senza storia sarebbe solo misero e inetto”.

Una medaglia: al di là del valore materiale, un simbolico ricordo, un valore ed un riconoscimento per chi offrì alla Patria il bene più prezioso, la vita. Le fanfare di San Giorgio di Nogaro hanno tenuto un toccante concerto di saluto e i bersaglieri, con la loro presenza, hanno testimoniato la continuità del patrimonio di italianità che ci hanno lasciato in eredità i nostri caduti.

La famiglia di Grazia Costantino ha poi potuto recarsi alla trincea delle Frasche, ben conservata e ben visibile seppure immersa nel verde, dopo cento anni. Un ringraziamento particolare al prof. Pellini e all’Associazione nazionale dei fanti di Castelnovo ne' Monti, che, suggerendo alcuni contatti, hanno permesso la realizzazione di un sogno  non sperato.

(Maria Alberta Ferrari)