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Caldo: bene per l’uva ma male per il latte

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uvaIl grande caldo della stagione estiva sicuramente non spaventa i viticoltori che con l’arrivo di queste temperature pensano alla buona maturazione della loro uva che si sta colorando sui filari. Dello stesso entusiasmo, al contrario, non sono gli allevatori, che vedono già la loro mandria produrre fino al 15% in meno di latte.

È quanto rilavato da Coldiretti Reggio Emilia sulla base dei dati dell’Osservatorio agroclimatico del Ministero delle politiche agricole che parlano di massimo grado di emergenza produttiva in molte aree del Paese con rischi elevati di mortalità sulla base del Thi (Temperature humidity index), l’indice bioclimatico che permette di valutare la temperatura ambientale percepita dagli animali in relazione ai valori dell'umidità relativa dell'aria.

«Le alte temperature di questi giorni fanno migliorare la qualità delle uve e sono la premessa di una ottima vendemmia, dopo la pioggia primaverile". È quanto afferma Andrea Paterlini, viticoltore di S. Martino in Rio, nel sottolineare che in questa fase l’innalzamento della temperatura garantisce la sanità dei grappoli messa invece in pericolo dall’umidità delle settimane scorse.

"È comunque necessario aspettare le prossime settimane per una corretta valutazione le condizioni - sottolinea la Coldiretti - sono al momento positive per il raccolto. Se non ci saranno sorprese la partenza della vendemmia è prevista nelle nostre zone per l’inizio di settembre. Molto dipenderà dall’andamento climatico in prossimità della raccolta e comunque gli investimenti effettuati dalle aziende per impianti di irrigazione ad alta efficienza ed a basso consumo continuano a garantire il giusto grado d’acqua alle coltivazioni".

"Ma il caldo nelle campagne – continuano da Coldiretti Reggio Emilia – non scalda solo l’uva e la frutta in raccolta in questo momento che con il caldo che ne esalta le specifiche proprietà e ne aumenta anche i consumi. Scalda infatti anche le stalle dove sono già scattate le contromisure anti-afa con abbeveratoi che lavorano a pieno ritmo perché ogni singolo animale arriva a bere in questi giorni fino a 140 litri di acqua al giorno contro i 70 dei periodi più freschi. Oltre i 24 gradi le vacche mangiano poco, bevono molto e producono meno latte. In funzione nelle stalle anche ventilatori e doccette refrigeranti per aiutare a sopportare meglio la calura al bestiame che però alzano notevolmente i costi di produzione".

A patire il caldo sono anche i maiali, le galline (-5/10% di uova) e le api, considerate un indicatore dello stato di salute della natura, che per il caldo tendono a rimanere a terra senza riuscire a prendere il polline.

Una situazione di difficoltà che si attenuerà con l’arrivo di perturbazioni che abbasseranno le temperature ma che conferma il cambiamento climatico in atto con ripetuti sfasamenti stagionali ed eventi estremi, con rapidi passaggi dalla siccità all’alluvione, con pesanti effetti su tutta l’agricoltura che negli ultimi dieci anni ha subito complessivamente danni per 14 miliardi di euro a causa delle bizzarrie del tempo.