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Arrivati in Polonia i giovani reggiani per la GMG (Giornata mondiale della gioventù)

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nysafoto3Sedici, diciotto, a volte venti. Sono le ore di viaggio che hanno affrontato i pellegrini reggiani per arrivare fino Polonia. All’arrivo nelle parrocchie nelle quali saranno ospitati fino a domenica tutti i ragazzi ricevono un kit di benvenuto in iuta e un bracciale giallo: “Meeting is the most important” recita la scritta impressa sul dono.

Sono stanchi, un po' intorpiditi dalle tante ore seduti, qualcuno non è riuscito a dormire. Nessuno si lamenta.

I pullman che raggiungono le parrocchie riconoscono la loro destinazione perché la comunità si fa trovare per strada con bandiere, palloncini, e qualsiasi altro strumento serva per fare festa a chi si attende da tanto tempo, e che finalmente è arrivato.

L’accoglienza delle famiglie polacche ripaga le fatiche di tante ore di viaggio, sorprende tutti i pellegrini giunti nella diocesi di Opole, con la quale Reggio è gemellata in occasione di questa Giornata Mondiale della Gioventù. Ci sono striscioni in italiano, si organizzano canti e buffet di benvenuto, che paiono quasi scontati in paragone alla disponibilità delle persone e alla loro attenzione alle necessità dei ragazzi una volta giunti a casa.

nysafoto2“La mamma, nella famiglia che ci ospita per questi giorni, ha dormito sul divano per lasciare il posto a noi”, racconta Tommaso questa mattina. “L’appartamento in cui viviamo è un po' piccolo, ma la famiglia che ci accoglie non voleva rinunciare a questa opportunità di scambio” dice Giulia. “Continuano a ripeterci che sono molto contenti di averci con loro” sottolinea Davide.

È una gioia sincera, non una frase detta per essere gentili. È la frase che più si sente ripetere tra i vari gruppi parrocchiali, di ogni parte della Diocesi di Opole, all’arrivo dei pullman, negli abbracci di benvenuto delle famiglie ai ragazzi. Madrid, dove si è tenuta la scorsa edizione europea della GMG, non si era organizzata per una accoglienza dei ragazzi reggiani nelle famiglie di Girona, e i giovani hanno dormito nelle palestre della città. Per questa edizione le famiglie potrebbero essere ciò che aggiungerà ad un’esperienza già ricchissima un bagaglio di sensazioni difficili da dimenticare.

La programmazione delle attività di oggi e dei prossimi giorni, fino a domenica, è tutta a carico delle parrocchie e delle famiglie delle rispettive comunità. Un coordinamento adulto ma i veri protagonisti sono i ragazzi, che instancabili gestiscono la permanenza dei reggiani dalla loro divisione nelle famiglie alla organizzazione delle giornate in città, sempre disponibili e sempre sorridenti.

Da programma, stamattina si è svolta la giornata della cultura. Le attività, nei centri maggiori della diocesi, puntano infatti a valorizzare e far conoscere ai ragazzi le bellezze locali. A Opole, il centro maggiore, una caccia al tesoro si è svolta tra i vari vicoli della cittadina. Fermate obbligatorie erano piazze, chiese, musei della città, dove alle spiegazioni si alternano momenti di riflessione e preghiera. Preziosi punti si conquistano alle varie tappe. I vincitori vengono premiati nel primo pomeriggio in piazza.

Una città in fermento, che da ottobre prepara questo gemellaggio. L’organizzazione che ne risulta è impeccabile, nonostante accolga pellegrini da diverse parti di Europa e del mondo. Un paese piccolo ma che sa essere all’altezza dei grandi eventi. La gioia dell’incontro e lo spirito di questa esperienza sintetizzati in quell’unica frase: “L’incontro è la cosa più importante”.