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E’ stato grande, vivo e… partecipato

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La parrocchia di Monchio delle Olle di don Bogdan, l'unità pastorale “terre del perdono” e il coro Santi Pietro e Paolo hanno proposto lunedì 26 dicembre il presepe vivente degli antichi mestieri.

La manifestazione alla sua seconda edizione è iniziata dall’oratorio di Trinità alle 17,30 con una passeggiata con le lanterne lungo la via dei presepi, una sessantina allestiti nei cortili, per poi arrivare nei grandi spazi della parrocchiale di Monchio dove si è svolta la vera rappresentazione del presepe. Qui Maria e Giuseppe nel peregrinare con il loro asinello alla ricerca di un alloggio hanno potuto ammirare le attività artigianali rappresentate al meglio dalle decine di figuranti e dislocate lungo il percorso: il fabbro, il ciabattino, il falegname, le lavandaie, il vasaio, le filanti, gli scultori, il mugnaio, il panettiere, i contadini coi loro animali, il tutto in un atmosfera magica. Poi i due sposi sono approdati nella calda stalla dove nella mangiatoia dormiva il loro bambinello. Poi da lontano guidati dalla stella sono arrivati i tre magi.

Una straordinaria rappresentazione curata nei minimi particolari e che le conferisce il titolo di presepe vivente più grande della montagna e forse della provincia ha richiamato tantissima gente che alla fine della manifestazione, con grande sorpresa, ha potuto gustarsi uno straordinario rinfresco e scaldarsi con un caldo vin brulè.

L'evento che ha cambiato la storia del mondo è rappresentato intensamente dagli abitanti del paese che ogni anno sono coinvolti intensamente mettendo a disposizione il loro tempo e competenza per questo presepe vivente. Notevole il grande murales che rappresentava la nascita di Gesù ed eseguito dagli street artist Daniele Castegnetti (mister Dada) e James Kalinda.

(Domenico Amidati)