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Unieco: è ufficiale, liquidazione. AGGIORNAMENTO – Bini esprime solidarietà verso i dipendenti

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Ieri il Cda di Unieco ha comunicato, presso il circolo Arci di via Pigal, la rinuncia del concordato preventivo – che avrebbe garantito la sopravvivenza dell’azienda – e l’avvio delle procedure di fallimento con la richiesta di  liquidazione coatta amministrativa.

Finisce, con l’ultima assemblea del colosso reggiano delle costruzioni nato nel 1904  – 340 lavoratori, alcune decine in Appennino, 170 i lavoratori già tagliati nel disperato tentativo di salvare il gruppo, assieme alla cessione del patrimonio – la storia dell’ultima grande “sorella” delle costruzioni che, a Reggio, dal 2008 in poi ha causato un crollo da 1,5 miliardi: Coopsette (700 milioni), Cmr (150 milioni), Orion (80 milioni), e, ora, Unieco con 600 milioni. Sempre sul tema delle costruzioni, da segnalare, infine, che Ccpl sta tentando di ristrutturare i debiti per 150 milioni di euro con un piano quinquennale autorizzato dal Tribunale di Reggio.

Unieco ha indotto che riguarda almeno un migliaio di altre aziende, per alcune delle quali, particolarmente esposte con essa, è purtroppo prevedibile analoga sorte fallimentare.

Il primo pensiero, naturalmente, in queste ore va alle famiglie anche montanare colpite da questo ennesimo fallimento.

Intervistato a margine dell’assemblea, un amministratore, ieri, è stato tranchant in merito alla possibilità per Unieco – durante la gestione del curatore fallimentare - di prendere e avviare lavori pubblici. Il pensiero è naturalmente corso, per noi montanari, al completamento della variante del Ponte Rosso che era stata affidata alla stessa Unieco, salvo una recente sospensiva decretata dal Tar, per il ricorso delle due aziende escluse. Si avvera, purtroppo, quanto a suo tempo anticipato da Redacon, che aveva notato lo strano silenzio calato a fine anno sui lavori. A nulla, sono quindi valse le rassicurazioni in merito di completamento dell’opera nei tempi nuovamente ipotizzati. Va dato atto che un quotidiano ieri riportava la possibilità  che Comune di Castelnovo e Provincia si attivino ora per riassegnare l’opera alla seconda esclusa (la ditta Iembo Michele) che già aveva curato il primo stralcio - oltre che avere ricorso al Tar di Parma contestando l’assegnazione ad Unieco ndr -, in modo da evitare una nuova gara d’appalto e mesi di attesa.

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Aggiornamento

Bini esprime solidarietà verso i dipendenti Unieco e sottolinea le difficoltà in Appennino

“Esprimo la mia solidarietà ai dipendenti della cooperativa che si trovano a dover affrontare la perdita del lavoro, e diversi tra loro anche l'incertezza sui risparmi investiti in questa storica realtà che arriva a questa triste conclusione dopo più di un secolo di storia. Non mi addentro ad analizzare motivi e origini di questa crisi, ma rilevo soltanto che si tratta di un quadro drammatico per l'economia del territorio, anche per l'Appennino, dove Unieco aveva diversi dipendenti e dove la perdita di posti di lavoro ha storicamente un peso molto superiore rispetto all'area cittadina e alla pianura. Come è stato rilevato in questi giorni da diversi osservatori, la crisi diffusa delle cooperative edili reggiane ha un enorme peso economico e occupazionale, che purtroppo lascerà strascichi che dureranno anni. Per la montagna, edilizia e agricoltura erano considerate storicamente le due “gambe” su cui camminava l'economia. Ora una di queste è in una fase di profonda trasformazione, ma gli spazi per una ripresa a mio parere ci sono, e risiedono nell'attenzione alle ristrutturazioni, nella valorizzazione dei centri storici, nella salvaguardia dei valori paesaggistici e ambientali. Su queste basi si può guardare al futuro, e auspicare un riassorbimento di personale qualificato, che ha competenze e grandi capacità, e che oggi si trova a dover affrontare questa situazione di grande incertezza. Come amministrazione comunale siamo costantemente impegnati a cercare di sostenere le famiglie che si trovano in difficoltà, nell'ottica di una responsabilità sociale a cui non verremo certo meno. A margine di questa situazione, c'è poi l'ulteriore incertezza che riguarda il cantiere per il secondo stralcio della variante al Ponte Rosso, i cui lavori erano stati assegnati proprio a Unieco. Sull'assegnazione siamo in attesa del pronunciamento del Tar di Parma, atteso entro giugno, ma con la Provincia, titolare dell'intervento, stiamo lavorando nella direzione di un immediato subentro dell'impresa seconda classificata nella gara di appalto già effettuata, senza la necessità di celebrarne una nuova, così da poter finalmente partire con i lavori”.

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15 COMMENTS

  1. Solarità e vicinanza alle persone che oggi potranno avere seri problemi. Ed una altra opportunità per l’imprenditoria locale che svanisce nel nulla. Quante imprese di Reggio lavorano per la provincia di Parma? Nessuna, da noi l’impresa Iembo si è aggiudicata: variante del Partitore (interessa la strada provinciale 67, nel tratto compreso tra la tangenziale di Montecchio e la via Emilia a Calerno, ed è destinata a eliminare la strettoia in corrispondenza del borgo del “Partitore”), Ponte rosso primo stralcio ed ora il secondo per un totale di circa 10 milioni di euro. La cosa è strana vero?

    (G.m)

    • Firma - g.m
  2. Scusate, forse non avete capito: ai reggiani non viene data neppure la possibilità di concorrere, è una cosa profondamente diversa. La cosa è un pochino più complicata, ma oggi tutti parlano ed in un mondo di tuttologi di solito si dicono tantissime cose senza avere le dovute conoscenze.

    (G.m)

    • Firma - G.m
    • In un mondo di tuttologi bisogna avere almeno l’accortezza di documentarsi prima di fare dei commenti fuori luogo, soprattutto in un momento del genere (per informazione, Iembo con la i)! Di complicato a mio vedere c è solo il fatto che aziende come la Iembo (che non sono cooperative) cercano di rimanere sul mercato nonostante la crisi, lavorando sodo tutti i giorni in tutta Italia (nel 2017 i confini sono cambiati, il mondo è cambiato). Strano è invece leggere commenti del genere, dopo un evento di questa portata.

      (Ele)

      • Firma - Ele
  3. Ma come, non è lo stesso sindaco che in un intervento del 4 gennaio aveva scritto che Unieco era perfettamente in grado di operare ed avrebbe eseguito l’intervento del Ponte Rosso? O forse ho capito male?

    (Virginia)

    • Firma - Virginia
    • La variante verrà completata, in un modo o nell’altro. L’aspetto più drammatico è certamente la perdita di tanti posti di lavoro e le ricadute sull’indotto. Non sarà facile riassorbire tanti lavoratori, ma non va lasciata intentata nessuna strada tra le realtà locali, comprese imprese legate al turismo, servizi, ecc. Va creata immediatamente una mappatura dei posti disponibili, senza aspettare la conclusione del periodo coperto da ammortizzatore sociale. Il pensiero va immediatamente alle famiglie con figli e mutui da estinguere e anche in questo caso le istituzioni possono fare molto con sconti, agevolazioni su rette e imposte. Nessuna strada va lasciata intentata.

      (Massimo Romei)

      • Firma - massimo romei
  4. Buonasera, signora Virginia (sempre nomi di fantasia), è proprio lo stesso sindaco che il 4 gennaio diceva che l’Unieco era in grado di operare e completare il Ponte Rosso. Allora era così, ora purtroppo non è più così, lo dico con tristezza perché purtroppo è fallito il tentativo da parte degli amministratori della cooperativa di salvarla. Nessuno penso oggi possa gioire per quello che è successo, sono tanti i lavoratori che hanno perso il lavoro, i risparmi, tante sono le imprese che lavoravano con Unieco che hanno perso tutto. Avrei voluto anche oggi poter dire le stesse cose che ho affermato il 4 gennaio scorso, spero che dispiaccia anche a lei. La saluto.

    (Enrico Bini)

    —–

    Solo per doverosa precisione: tutt’al più manca il cognome, secondo desiderio di chi ci scrive, ma “Virginia” non è nome di fantasia.

    (red)

    • Firma - Enrico bini
  5. Non tutti sono disposti al farsi prendere in giro e, ancor meno, a farsi prendere a schiaffi. Di fronte all’esposizione che tutti sapevamo, e che l’articolo riprende, è difficile credere che tutto sia precipitato nelle ultime settimane.

    (mv)

    • Firma - mv
  6. Se permettete, di fronte al dramma (anche se ormai purtroppo prevedibile da qualche mese) di 300 e più persone che rimarranno senza lavoro con effetto immediato, e rispetto alle decine di subappaltatori che rischieranno grosso a seguito di questo crac, soffermarsi a discutere sulla variante del Ponte Rosso, e anche solo che il tema sia citato nel sottotitolo, mi sembra un atteggiamento miope. Il lavoro della variante è stato fermo per tempo per ben altri problemi; quello che comporta il collasso di Unieco è un colpo davvero brutto per Reggio Emilia.

    (Giovanni Codeluppi)

    • Firma - Giovanni Codeluppi
  7. Riguardo all’edilizia montana, il sindaco dice “gli spazi per una ripresa a mio parere ci sono, e risiedono nell’attenzione alle ristrutturazioni, nella valorizzazione dei centri storici…” e si può senz’altro convenire sull’idea di dedicare interesse al patrimonio immobiliare esistente, perché l’intervenirvi con lavori di vario genere può effettivamente creare occupazione, oltre ad altri positivi aspetti, ma questo “filone” di attività andrebbe allora sostenuto e incoraggiato (specie se vi si fa affidamento per assorbire personale qualificato e nuova mano d’opera in generale), il che a mio avviso può avvenire attraverso diverse vie, e ne cito alcune che mi paiono non impossibili da mettere in atto. Può sicuramente venire in aiuto il semplificare e lo snellire quanto più possibile gli adempimenti burocratici, posto che si agisce sull’esistente – e lo snellire non significa eliminare perché la “burocrazia” può essere una forma di garanzia anche per l’utente – così come il prevedere incentivi economici e facilitazioni di questo genere per le opere di ristrutturazione, manutenzione straordinaria ed interventi similari, e qui gli enti locali possono verosimilmente agire in modo diretto. Altro importante strumento è quello di natura fiscale, vedi le detrazioni che sono attualmente previste per determinati interventi sugli immobili, ma se non erro riguardano soltanto quelli destinati ad abitazione, mentre andrebbero possibilmente estesi anche ad altre tipologie di immobili, vedi quelli commerciali e nel contempo, sempre se non sbaglio, i costi per lavori di manutenzione ordinaria sono detraibili solamente quando riguardano le parti comuni degli edifici residenziali, ossia condominiali, mentre vi potrebbero essere inclusi pure quelli inerenti alle singole unità abitative. Io non conosco se vi siano particolari ed insormontabili ragioni ostative ad impedire il sopraddetto allargamento delle detrazioni e a stabilizzarle per qualche anno almeno in modo che gli interessati possano eventualmente darsi un piano di spese, e so altresì che questa non è materia di competenza degli enti locali, ma gli stessi potrebbero farsene comunque interpreti, se ritenessero opportuno ed utile il farlo e la loro voce avrebbe un peso di certo non indifferente. Sappiamo che vi è una linea di pensiero poco favorevole alla defiscalizzazione perché ridurrebbe l’introito fiscale, provocando minori entrate per la pubblica amministrazione nel suo insieme, ma c’è anche chi la pensa ben diversamente e ritiene che la quota apparentemente persa verrebbe invece compensata dal gettito fiscale proveniente dalla probabile espansione delle attività e dalla maggiore occupazione, ossia due tesi piuttosto differenti che ci mettono di fronte ad una scelta.

    (P.B.)

    • Firma - P.B.
  8. E ora la variante di Ponte Rosso? Poi chiederei a Enrico, paladino della legalità, del perché nessuno parla degli stipendi faraonici dei dirigenti! E chiederei di spiegare ai comuni mortali la ricaduta su quel terziario che non prenderà nemmeno un euro dei crediti dovuti da Unieco. Ma tanto nessuno pagherà, come sempre. Cordialmente.

    (Roberto Malvolti)

    • Firma - Roberto Malvolti