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Ci ha lasciato Michele Colombari, 93 anni. Medaglia d’oro al deportato

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S'è spento a 93 anni Michele Colombari ("Edmido"). Lascia i nipoti Sara e Giancarlo e la cognata. I funerali dell'anziano si svolgeranno domani, mercoledì 5 aprile, partendo alle ore 9,30 dall'obitorio dell'Ospedale S. Anna per raggiungere la chiesa di Cavola, dove alle 10 sarà celebrato il rito funebre. Quindi il corteo verso il cimitero locale. Eventuali offerte sarebbero gradite indirizzate al gruppo alpini di Cavola o alla protezione civile.

Scrive così di lui Ivo Rondanini, su "Tottomontagna" del 2010 quando fu insignito dell'onorificenza di Cavaliere:

 Con decreto del 2 giugno 2010 il Presidente della Repubblica ha conferito l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana” a Michele Colombari di Toano, considerato che dopo lunghi anni di silenzio lo Stato italiano ha voluto riconoscere il sacrificio di tanti soldati deportati nei lager nazisti durante l’ultimo conflitto mondiale.

Con solenne cerimonia, il 27 gennaio scorso il prefetto di Reggio Emilia, Antonella De Miro, ha consegnato la medaglia d’oro a diversi reduci e combattenti in occasione del Giorno della memoria.

La famiglia

Michele Colombari è nato il 29.09.1923 a Salvarana di Toano da genitori contadini, Giovanni Antonio, classe 1894 e combattente durante la Prima Guerra mondiale e Lucia Razzoli. Dopo di lui sono venuti alla luce Annita (1925), Giuseppe (1929) e Nazzarena (1932). Dopo aver frequentato la scuola elementare di Riva di Cavola, iniziò la frequenza delle scuole superiori di 1^ grado a Castelnovo Monti, ma considerata la distanza da compiere a piedi, visto che la corriera di linea non sempre transitava, fu costretto ad abbandonare e ad aiutare il padre nel duro lavoro dei campi.

La prigionia in Russia

Il giovane Michele venne chiamato alle armi il 7 gennaio 1943 ed assegnato al 6°  Reggimento Alpini, BTG “Verona”. L’8 settembre 1943 fu fatto prigioniero ed internato nella Prussia orientale. “Nel campo di concentramento - ricorda Colombari con sorprendente lucidità - ero stato adibito al compito di infermiere, in aiuto al capitano medico Moschini di Roma. Ho visto morire 10-20 prigionieri al giorno a causa di bronchiti, polmoniti e deperimento organico, per le cui patologie non disponevamo di farmaci necessari.

Siamo stati poi liberati dalle sentinelle russe che, a cavallo, nel mese di febbraio 1945  ci hanno condotto, a piedi per circa 300 chilometri, impiegando 12 giorni,in direzione di Mosca. Qualche alpino, sfinito fisicamente cadeva a terra e non riusciva più a rialzarsi. Prontamente le sentinelle lo caricavano su un carro trainato da una coppia di cavalli e lo portava via.

La temperatura si manteneva a -28;-30 gradi. Una sera, quando ormai le membra non mi permettevano più di proseguire il cammino, mi sono riparato sotto un ramo di abete, con gli aghi di conifere per cuscino, assieme ad altri sei alpini, e lì mi sono addormentato, convinto di non rivedere più la luce del giorno”.

La deportazione in Germania

“Dopo aver viaggiato per tre giorni in vagoni-merci, stipati come sardine, siamo giunti a Ostain, sul mar Baltico. Appena giunti nel Campo ci hanno messi in fila indiana, senza alcun indumento addosso, proprio come le bestie e ci hanno rasati e sbarbati

Ci vennero consegnati una coperta ed un sacco di tela che, dopo aver riempito con paglia di segale, sarebbe servito come pagliericcio.

La razione giornaliera prevedeva: tre quarti di litro di thè al mattino e a pranzo: 100 grammi di pane, 10 di margarina, 10 di zucchero, 10 di marmellata. Una volta la settimana ci davano il riso, altrimenti era sempre zuppa di patate e rape.

La temperatura sia fuori che dentro le baracche di legno entro cui eravamo alloggiati oscillava fra -10 e -18 gradi.

Inizialmente mi mandarono a fare il boscaiolo poi, dopo aver frequentato per una settimana un corso per aggiustatore meccanico, sono stato a lavorare in una officina meccanica in qualità di attrezzista, fino al termine della prigionia”.

Alpino

Michele Colombari è stato co-fondatore del Gruppo alpini di Cavola nel 1962 e si è sempre distinto per la generosa disponibilità, lo spiccato entusiasmo ed il forte attaccamento al Corpo degli Alpini, esprimendo sentimenti di altruismo e solidarietà anche nella Protezione Civile, ove è rimasto fino al compimento degli 85 anni.

Attestati di Merito

Il 16 dicembre 1964 Michele Colombari viene decorato a Modena, con Croce al merito di Guerra per internamento in Germania.

Il Capo dello Stato Sandro Pertini, gli conferisce poi, il 4 febbraio 1985, un Diploma d’Onore quale combattente per la libertà nel periodo 1943-45.

Quindi, il 7 maggio 1985 l’Associazione provinciale dei Mutilati ed Invalidi di Guerra  lo nomina fiduciario di zona e revisore per il comune di Toano.

Incarico che tuttora detiene esercitandolo con scrupolosa osservanza.

Infine, la recente e prestigiosa nomina di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana.