Home Cronaca Una situazione dell’ostetricia / “E le stelle stanno a guardare…”

Una situazione dell’ostetricia / “E le stelle stanno a guardare…”

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Dopo aver letto il comunicato del consigliere Robertino Ugolotti interveniamo sul discorso punto nascite con la seguente breve nota stampa.

Nelle ultime settimane attorno al punto nascite è calato un silenzio assordante.

La Regione tace.

Il Ministero tace.

Se parla il comitato lo chiamate populismo.

Se Bini protesta dite che non aiuta.

Chi e che cosa aiuta?

Non vuole essere polemica la nostra ma vera domanda.

Ci stiamo avviando verso una fase in cui chi di dovere, al gran completo, verrà in montagna e ci darà la sua ricetta?

Oppure si chiuderà nel silenzio più totale senza che nessuno degli addetti ai lavori abbia il coraggio di dire le cose direttamente ai "montanari"?

Le categorie dei medici si esprimono contro.

Quelli locali non possono parlare.

Le donne e i pazienti, ops, scusate... clienti, sono gli unici che ci rimettono in questa lunga diatriba sul punto nascite e sull'ospedale più in generale.

E le stelle stanno a guardare mentre al cittadino viene negato un diritto.

Apprendiamo inoltre dalla stampa relativamente al punto nascite di Pavullo nel Frignano che si sta procedendo alla chiusura e che la cifra che la Regione ha stanziato per quel presidio sanitario è salita a 5 milioni di euro.

Notiamo che l'appennino modenese è più caro di quello reggiano… si può rilanciare.

È una sconfitta per i territori montani e per la politica della Regione.

Il non riuscire a mantenere aperto un servizio essenziale come questo porterà inesorabilmente a implementare un meccanismo di  svuotamento dei piccoli ma per questo non meno importanti ospedali di montagna e spopolamento dei territori appenninici, togliendo diritti primari ai cittadini per salvaguardare i privilegi di chi opera in grandi presidi sanitari.

(Il comitato "Salviamo le cicogne")

6 COMMENTS

  1. Io direi, riuniamo tutti i politici montani, invitati a con una bella raccomandata a/r: Bini, Pignedoli, Torri, Giovanelli, i sindaci, i pediatri e il dirigente del Sant’Anna. E si formalizza una richiesta al ministero, con Bonaccini in copia, firmata da tutti. Inutili 100 voci, meglio una condivisa da chi rappresenta l’Appennino. Ho scordato il PD montano? No, non l’ho scordato.

    (MA)

    • Firma - MA
    • Il tuo dubbio, quasi certezza, è lecito. Però insisterei fino alla fine, anche per guardare nelle palle degli occhi il “politico montano” e chiedergli “la firmi questa richiesta sì o no?”. Almeno, seppur a giochi fatti, avere il coraggio di metterci la faccia, la firma.

      (MA)

      • Firma - MA
  2. A me pare tutto sommato indifferente che “chi di dovere” – ossia “chi comanda” potremmo anche dire, in virtù del consenso ricevuto – venga in montagna a “dare la sua ricetta”, o si “chiuda nel silenzio più totale”, dal momento che gli effetti sostanzialmente non cambiano. Ma del resto è in fondo questo il risultato di un sistema che in molti, a suo tempo, hanno insistentemente invocato contro i cosiddetti “inciuci” della politica, sapere cioè chi “comanda”, salvo poi soppesarne il lavoro a fine mandato e promuoverlo o bocciarlo col voto. Un tale sistema è giocoforza verticistico, ma forse qualcuno se ne è dimenticato, oppure non crede che funzioni più di tanto il suddetto meccanismo di “controllo elettorale” a conclusione della consigliatura/legislatura, e se da un lato ogni domanda e sollecitazione è senz’altro legittima, a me sembra comunque che Robertino Ugolotti abbia inquadrato il problema in modo lucido e realistico (stando così le cose, e anche le stelle).

    (P.B.)

    • Firma - P.B.
  3. Cari montanari, inutile nascondersi dietro ad un dito, questi sono i risultati degli amministratori che da ormai cinquant’anni ci governano (malissimo) con i vostri reiterati voti e che sono nell’ordine gli eletti del Pci poi Pds poi Pd. Prendetevela quindi soprattutto con voi stessi e con le vostre scelte. Cordialità.

    (Zamboni)

    • Firma - Zamboni
  4. Ma le categorie dei medici, soprattutto quelli locali, che sono diventati icone ed “eccellenze” anche grazie al Sant’Anna non si esprimono mai? Non possono parlare o anche loro per il quieto vivere, i quattrini e l’immagine, stanno al gioco dei politici? Forse loro conoscono già il finale e va bene così.

    (Gio)

    • Firma - Gio