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Ancora incendi a Barazzone di Casina e tra Gombio e Vedriano. AGGIORNAMENTO – Il sindaco di Canossa ringrazia

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E' intervenuto anche un Canadair per estinguere gli incendi che stanno interessando le zone di Barazzone di Casina e Gombio e Vedriano tra Castelnovo e Canossa.

Almeno 25 ettari di bosco stanno bruciando mentre i Vigili del Fuoco di Reggio e Modena operano per circoscrivere le fiamme.

A Barazzone l'incendio sta dirigendo verso l'abitato.

Volontari e vigili, coadiuvati anche da un elicottero e dal Canadair stanno lavorando in un territorio molto complicato.

* * *

Aggiornamento

Il sindaco di Canossa Luca Bolondi ringrazia per il lavoro compiuto.

A nome di tutta l'amministrazione comunale e di tutta la cittadinanza intendo ringraziare pubblicamente tutti coloro che ieri sono intervenuti per spegnere il grave incendio divampato in località Vedriano.

Un ringraziamento particolare va al lavoro svolto dai Vigili del Fuoco intervenuti sul posto dei comandi di Reggio Emilia, Castelnovo ne' Monti, Parma e Modena.

Decisivo l'intervento del Canadair per contenere e domare le fiamme che hanno bruciato diversi ettari di terreno e bosco nella zona di Vedriano ed aree limitrofe.

Ringrazio inoltre la Protezione Civile, i Carabinieri della stazione di San Polo-Canossa con il comandante Giovanni Tondo, la comandante Cristina Caggiati e vicecomandante Tito Fabiani della Polizia Municipale Val d'Enza, presenti per tutta la giornata fino a tarda notte.

Esprimo gratitudine anche a tutti i volontari che con trattori, botti e cisterne sono intervenuti nel dare sostegno, alla Pro Loco di Trinità e ai dipendenti dell'ente e dell'Unione Val d'Enza (Simone Montruccoli, Claudia Musi, Daniela Fornaciari, Cristian Cavazzoni, Graziano Donelli e Marco Filippini) che si sono resi disponibili per dare un supporto logistico agli enti e istituzioni coinvolti nell'immane lavoro di spegnimento dei focolai dell'incendio.

(Luca Bolondi, sindaco, insieme all'amministrazione comunale di Canossa)

 

2 COMMENTS

  1. Quando un incendio boschivo è stato domato tiriamo tutti un sospiro di sollievo e ne va dato innanzitutto merito a quanti si sono prodigati nello spegnimento delle fiamme, perché fino a quando le stesse sono attive non è dato sapere sin dove arriveranno, e con quali effetti, e viene altresì naturale il domandarsi cosa si possa ulteriormente fare come opera di prevenzione, e se quest’anno ha verosimilmente influito, in negativo, il lungo periodo di siccità, c’è chi vi aggiunge anche un fattore meno stagionale, ossia il diffondersi del bosco e del sottobosco sui terreni incolti, un combinato che alimenterebbe il fuoco e il suo allargarsi. Quest’ultimo aspetto è tema da esperti, ma se fosse effettivamente così il primo correttivo cui pensare sarebbe la ripresa delle coltivazioni nelle nostre campagne, una ipotesi oggigiorno piuttosto improbabile e irrealistica, quantomeno su scala generale, dal momento che la montagna si trova da anni ad affrontare il fenomeno dello spopolamento e dell’abbandono dei terreni, con calo delle aziende agricolo-zootecniche, pur se ve ne sono che hanno resistito, e la pratica del pascolamento, laddove è fattibile e vi è chi intende metterla in atto, potrebbe dare una buona mano a contenere in qualche modo l’espansione degli incolti, o addirittura ridurla, e andrebbe pertanto incoraggiata (anche per un insieme di altre ragioni). Del resto il pascolamento del bestiame era nel passato una consuetudine piuttosto diffusa nel nostro Appennino, specie nelle zone alte, ma non solo, e faceva quindi parte della identità montanara che sempre più spesso sentiamo richiamare e non di rado si vorrebbe non veder perduta, e stupisce quindi abbastanza l’aver letto in questi giorni che un’azienda agricola di un comune montano vi ha rinunciato, con comprensibile disappunto del titolare, onde non incorrere in eventuali sanzioni se i propri animali avessero semmai sporcato la strada comunale. C’è da supporre che pure una volta il bestiame al pascolo attraversasse le vie comunali, o ne percorresse un qualche tratto, lasciando molto probabilmente un qualche segno di questo passaggio, allorché si spostava dall’una all’altra zona di pascolo, o rientrava alla stalla, senza che si abbiano tuttavia notizie di sanzioni che venissero comminate nel caso di tale “inconveniente”, ma potremmo essere insufficientemente informati riguardo a quel passato, o forse, da allora sono cambiate le norme in materia.

    (P.B.)

    • Firma - P.B.