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Nepal andata e ritorno, giorno 15-16-17. Di Fabrizio Silvetti

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Giorni 15-16-17

Nepal andata e ritorno di Fabrizio Silvetti

Prima di attraversare fisso piccozza e bastoncino allo zaino in modo da poter avere le mani libere.
Aggancio il moschettone di sicurezza a una della due corde fisse che fungono da passamano.
Per appoggiare il piede non puoi non guardare in basso, verso la scala.
La scala, in realtà sono due legate tra loro, serve per superare il crepaccio su cui è appoggiata.
Guardando il piede non puoi non guardare la scala. Guardando la scala non puoi non vedere il crepaccio sul quale stai camminando.

Nepal andata e ritorno di Fabrizio Silvetti

Il trucco è modulare la profondità di campo visiva, in modo da guardare i pioli sui quali appoggi e affidi man mano il tuo corpo e il suo peso, ma non quello che c'è oltre, nel buio.

Sono stati tre giorni importanti per il mio adattamento.
Salire al Campo 1 e sentirmi bene come al mare mi fa capire che la strada è giusta.
Del resto già sperimentata.
Raggiungere il giorno dopo, con uno zaino colmo, il Campo 2, allestirlo e dormirci senza troppe difficoltà, mi dà fiducia.
L'ambizione è però salire al prossimo step al Campo 3 a 6800 metri per piazzare la mia ridicola tendina da alta quota.
Lì, pronta per forzare nuovamente il mio corpo a un adattamento che non gradisce.

Nepal andata e ritorno di Fabrizio Silvetti

Il Campo base, e ancora più giù a Samagaun, per metabolizzare tutto questo, sono per ora l'orizzonte guadagnato per un profondo riposo.
E coltivare i sogni.

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