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Nadia, le Cicogne: “Era un copione già scritto”

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Nadia Vassallo, sulla destra

Chi in questi mesi ha conosciuto Nadia Vassallo sa quanto questa apprezzata mamma e imprenditrice castelnovese sia lontana dalla foga con cui, spesso, si pensa ai gruppi spontanei di cittadini che si attivano a tema.

Giunta alla guida del comitato "Salviamo le Cicogne di montagna", circondata da un manipolo di altre mamme e cittadini, in questi anni ha rivelato pragmatismo, capacità di mediazione, ma anche un sano senso di analisi dei fatti, pur essendo – nella questione Punto nascite – ovviamente dalla parte della montagna.

Nadia, come ha appreso la notizia?                       

Dal  sito della Regione, poi è stata un’intera giornata di telefonate, messaggi interviste.

Se lo aspettava?                       

Non oggi. Pensavo la settimana prossima in vista della fine del mese di chiusura per ferie del Punto nascite di Castelnovo. Non sono riusciti nemmeno questa volta a capire le reali esigenze dei cittadini.

Cosa ha pensato da subito?                       

Continuano imperterriti ad aumentare la distanza tra politica/amministratori e cittadini che dovrebbero essere il vero fulcro del loro lavoro. E non ci raccontino la storia della sicurezza delle mamme e dei bambini. Non era quello il vero problema.

Avete promosso iniziative, incontrato un ministro, siete andate sui media nazionali, avete raccolto oltre 10.000 firme: si è rivelata una battaglia impossibile?                        

Non esistono battaglie impossibili. Impari è la parola chiave. Perché non c'è equità tra chi amministra e chi invece è amministrato. I secondi sono giudicati inferiori dai primi. Non doveva nemmeno essere una battaglia, ma un confronto; va detto che la politica regionale ci ha da subito snobbato. Comunque è una battaglia non la guerra ad essere stata persa, per ora.

Chi è stato davvero dalla vostra parte?                       

Le nostre famiglie prima di tutto, a cui abbiamo sacrificato tempo. I cittadini che hanno firmato, tranne un paio che occupando sedie  di consigli comunali prima hanno firmato poi in sede di approvazione dei nostri odg si sono tirati indietro. Qualche amministratore... pochi per la verità. E tutti coloro che sui social media o per strada hanno sempre avuto una parola di incitamento e nella fase delle manifestazioni e delle riunioni ci ha messo la faccia. Qualche dottore... qualche giornalista.

E chi non è stato dalla vostra parte?                       

Tutti gli altri. E soprattutto tutti quelli che hanno sempre detto: tanto hanno già deciso. I rinunciatari! E quelli che, in questi mesi, sono a fare giochi di prestigio con le parole... tutto ed il contrario di tutto. La Regione nei suoi massimi esponenti. La cattiva informazione. Il potere economico che è alla base della chiusura. Vorrei aggiungere una cosa, in merito.

Dica.

Mi scuso se ho dimenticato di citare qualcuno sia in positivo che in negativo. Vorrei solo ringraziare le mamme! Tutte le mamme. La vera forza vitale della montagna.

Torniamo ai punti nascita. Avrà notato che, in pianura, tra Reggio, Scandiano e Sassuolo resteranno tre punti nascita in 30 km lineari. La sicurezza, lì, pare garantita.

Per ora resteranno. Poi chiuderanno per fare posto al Mire. Un giocattolino preconfezionato che sarà pure una eccellenza, e ben vengano le eccellenze, ma che di fatto ha decretato la nostra chiusura.

Quando la Regione ha avanzato la richiesta di deroga al Ministero – pur con altri punti nascita che si erano già rassegnati alla chiusura – avete avuto speranza?                       

No. Lo abbiamo detto subito che la richiesta di deroga se non corredata convinzione da un documento tecnico preciso non sarebbe servita. E il documento tecnico/scientifico preparato e consegnato con le firme e con la richiesta di chiedere la deroga siamo sempre state sicure che non l'abbiano nemmeno letto.

La scelta di chiudere il Punto nascita di Castelnovo, a vostro avviso, quanto inciderà sulla tenuta del sistema Appennino?                       

Molto. Il controsenso di investire in Appennino per portare abitanti privandoli dei servizi essenziali sarà un boomerang. I documenti delle associazioni economiche o il flusso demografico lo dimostrano. A rischio c'è tutto il sistema Appennino. Ma la politica regionale pur sapendolo non fa nulla per invertire la rotta, e poco fanno o possono fare i nostri amministratori locali nolenti o volenti.

In questi mesi il promotore della chiusura dei Punti nascita al di sotto dei 500 parti anni, il direttore generale Fausto Nicolini, si è dimostrato un assiduo lettore di Redacon e dei suoi commentatori, cui non ha lesinato risposte, prima di autosilenziarsi nell’attesa della decisione della Regione. Cosa si sente di dirgli?                       

Nulla. Lui farà quello che la Regione gli dirà. Anche se avrebbe potuto fare molto.

C’era una commissione voluta dalla Regione che, in modo imparziale, doveva stabilire se partorire a Castelnovo era sicuro oppure no. Presentando i risultati, naturalmente a sfavore, se ne è uscita con una vignetta di pessimo gusto, proiettata alla platea. Il vostro pesante fardello di donne, ora, sarà davvero aiutato a essere portato in pianura…

Davvero una battuta di pessimo ordine. Che evidenzia quanto nel nostro paese Italia ci sia ancora da fare, costruire, educare in fatto di pari opportunità e rispetto nei confronti delle donne. Tutta questa storia è un fallimento per la classe dirigente maschile che ha trattato le donne/mamme come merce e i loro bimbi come pacchi. Ma lo è anche per quella femminile che li ha assecondati e non è riuscita ad essere solidale con le cittadine di montagna che partono svantaggiate in quanto donne, in quanto montanare. Quella battuta è la dimostrazione di una totale disistima per tutti gli attori protagonisti che non sono riusciti a posporre gli interessi economico/politici di una classe dirigente ai reali bisogni degli abitanti di un territorio. Ma non è questa la parola fine.

Oltre che una battuta era un presagio?

Presagio? Di più: loro già sapevano. Il copione era scritto da tempo e non sono stati abbastanza onesti per rivelarlo. Anzi quando lo abbiamo detto noi, a febbraio, ci hanno detto che eravamo allarmiste e visionarie. Mi viene in mente un paragone, ma lo tengo per me.

E ora cosa farete?                       

Troppo presto per dirlo. Di sicuro non molleremo la presa. Il nostro "allarmismo" ci fa temere per altri servizi sanitari pronti al depotenziamento. (G.A.)

12 COMMENTS

  1. Siamo e saremo comunque infinitamente grati alle “Cicogne” per avere per prime intuito la mascalzonata che stava per essere ordita dagli amministratori locali a danno della nostra comunità e denunciato con tenacia la cosa. Penso le pesanti fette di prosciutto ideologico che ormai da decenni coprivano gli occhi di tanti montanari siano ormai state finalmente rimosse!

    (F.D.)

    • Firma - F.D.
  2. Che dire?! Non posso che aggiungere il mio ringraziamento a Nadia e a tutto il comitato che in modo encomiabile ha saputo ascoltare e difendere con tenacia le necessità ed i diritti di tutti noi montanari, cosa che invece non viene (e non verrà) fatto dalla politica e dai suoi rappresentanti, che in questo modo non sono quelli dei cittadini. Grazie ancora.

    (Davide Monelli)

    • Firma - Davide Monelli
  3. Nonostante i progetti finanziati per lo sviluppo del territorio montano relativo, la crescita economica, il miglioramento della vivibilità per tutti, giovani e anziani, l’incremento della popolazione giovanile con nuove opportunità di lavoro, i diritti alla salute e i servizi “uguali per tutti”, la mobilità e l’ambiente, progetti che tutti i politici hanno cavalcato e difeso a spada tratta, sembra che la presenza dell’uomo in montagna, forse come in altre parti, non sia altro che un’occasione di profitto, una moneta, una quotazione. La politica intesa come lungimiranza, ricerca di miglioramento delle condizioni, di progetti di sviluppo a breve e lungo termine sia finita da oltre mezzo secolo. Ora il politico è un manager che deve amministrare, ma soprattutto far tornare i conti finanziari. Basterebbe pertanto un buon ragioniere o un commercialista per amministrare la cosa pubblica. Vedi punto nascita, ASP Don Cavalletti, ecc. La politica può essere rappresentata anche da un brano di una canzone di De André. Dove sono andati- i tempi di una volta- per Giunone, dove ci voleva – per fare il mestiere – anche un po’ di vocazione.

    (Alberto Tondelli)

    • Firma - alberto tondelli
  4. I ringraziamenti a Nadia e a tutti gli altri che l’hanno coadiuvata sono doverosi, ma ritengo che la gente d’Appennino tutta si debba svegliare dal torpore che l’ha assopita ed aiutare queste montanare coraggiose, prima di ritrovarsi completamente senza ospedale. L’ospedale, inclusi i reparti di maternità ed ostetricia, sono fondamentali per la nostra comunità, perchè sono servizi essenziali per vivere la montagna e per evitarne la morte certa. Senza i servizi, funzionanti, che direi spettano di diritto ai cittadini, quali ospedali, scuole e strade nessun posto sopravvive, soprattutto oggi. Forse dobbiamo fare lo sciopero della fame anche noi? Che vergogna.

    (Una mamma)

    • Firma - una mamma
  5. Per un montanaro, nato a Castelnovo Monti, ci sarebbe poco da ridere, tutti i punti nascita delle zone montane, Pavullo, Castelnovo e Borgotaro, sono praticamente stati chiusi, ma visto il momento storico, (vedi Catalogna) eh, provocatoriamente, perchè non indiciamo un bel referendum sull’indipendenza delle zone montane dell’Emilia, che si sentono profondamente “dimenticate” da quegli amministratori, che viceversa dovrebbero tutelare i loro interessi?

    (Bruno G.)

    • Firma - bruno G.
  6. Un ringraziamento, sopratutto alle nostre ostetriche che hanno fatto un ottimo lavoro con i nostri figli nei loro primi giorni di vita. Un grazie anche alle Cicogne per le iniziative che hanno messo in campo, non mollate mai.

    (Pinna)

    • Firma - pinna
  7. Brava a Nadia e alle altre mamme che da come hanno difeso e difenderanno il punto nascite assomigliano più a delle leonesse che a delle cicogne. Non demordete, non demordiamo. Se chiniamo la testa ora sarà sempre peggio. Ha ragione Nadia quando dice che è stata persa una battaglia, non la guerra. Spero che lo sdegno dei montanari sia unanime e che si sommi a quello dei montanari modenesi e parmensi.

    (Pierangela Melli)

    • Firma - PIERANGELA MELLI
  8. Abbiamo ingoiato un bel boccone amaro, ma mentre lo mandiamo giù prepariamoci per le prossime battaglie ricordando chi ha deciso, chi ha fatto in modo che si decidesse così e come ci hanno trattato, noi continueremo a batterci per i nostri diritti. Noi non ci arrendiamo. Grazie Cicogne, siete state e siete meravigliose.

    (Antonio D. Manini)

    • Firma - Antonio D. Manini
  9. Un grazie di cuore alle “Cicogne” per tutto l’impegno, per tutto quanto da loro fatto in questi anni. Parliamo di anni! Hanno avuto il coraggio di provarci, a differenza dei nostri amministratori! Mi associo, sieste state e siete meravigliose.

    (Anna Giorgini)

    • Firma - anna giorginni
  10. Nelle democrazie è per solito l’orientamento di voto degli elettori che indirizza in qualche modo le scelte della politica “governante”, e se diamo per buono questo principio viene da supporre che nella fattispecie i nostri decisori politici abbiano pensato che alla fine, cioè al momento delle urne, il consenso non verrà loro meno, come in fondo è successo sempre, oppure abbiano ritenuto che i voti della montagna sono tutto sommato poco significativi, sul piano numerico, rispetto ad altri bacini elettorali (non resta che aspettar di vedere l’esito “montanaro” delle prossime urne).

    (P.B.)

    • Firma - P.B.
  11. Grazie alle Cicogne, alle mamme e a chi si è battuto in prima fila. Noi speriamo ancora non sia la fine, a nome di noi tutti del comitato “Fermare la discarica” esprimiamo la più profonda gratitudine a chi ha dato tutto per evitare che i nostri bambini nascessero altrove. Gli stessi che vogliono aprire la discarica di Poiatica (anche noi in attesa della “sentenza/studio Montanari”, perchè qui in 12 decidono le sorti di migliaia di persone) hanno deciso per la chiusura del punto nascite. Si commenta da sè questo baratro che ogni giorno ci costringono a vedere sempre più da vicino. Vorremmo dire alle persone di montagna e di pianura di continuare ad appoggiare questa battaglia, perché i diritti non tornano più quando ti vengono tolti. Purtroppo la montagna lo ha imparato a proprie spese. “Il ruolo delle donne è fondamentale in ogni campo della vita, e ciò non può mai essere messo in discussione», disse in un’occasione il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini. Presidente, ci dica ora: di quali donne parlava?

    (Comitato Fermare la discarica)

    • Firma - Comitato Fermare la Discarica