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Ospedale S. Anna / Ecco le prime dimissioni: sono quelle del dott. Roberto Cavana, che era appena subentrato in consiglio a Castelnovo ne’ Monti

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E' una novità di cui abbiamo appena avuto notizia dall'interessato: il dottor Roberto Cavana, subentrato solo pochi giorni fa al posto di Simona Sentieri come consigliere comunale pentastellato a Castelnovo ne' Monti, si è dimesso dalla carica elettiva.

Ecco le sue parole: "Stamane mi sono dimesso da consigliere comunale. Magari qualcuno dirà per strumentalizzazione politica: non mi interessano questi discorsi. L'ho fatto per coerenza e per rispetto di tutti quei cittadini che hanno fatto la fiaccolata per il punto nascite. E sarei pronto a farne una ancora più grande per l’intero ospedale. Non è nel mio dna prendere in giro la gente".

 

 

12 COMMENTS

  1. Sapete questo interessa ai politici a Bologna? Nulla. E se si dimettessero tutti a Castelnovo? Altrettanto, manderebbero un commissario che farebbe ciò che gli dicono di fare. Mi permetto un consiglio, non dobbiamo fare la guerra tra noi montanari ma dobbiamo essere uniti e portare la nostra protesta là dove è stato deciso tutto, cioè a Reggio e a Bologna. E’ chiaro se come vedo i sindaci degli altri comuni che non collaborano nella protesta ci dovremo accontentare di caccia al cinghiale, mondiale del fungo e tartufi.

    (Alessandro F.)

    • Firma - Alessandro F
  2. Dr. Cavana, non penso che Lei voglia strumentalizzare ma se tutte le volte che perdiamo una “battaglia” diamo le dimissioni da una carica pubblica credo proprio che la guerra sia persa in partenza. Mi auguro pertanto che Lei ripensi alla Sua decisione restando coerente e rispettoso dei cittadini che hanno partecipato alla fiaccolata (alla quale ero orgogliosamente presente) e continui a battersi per i diritti di tutti i montanari. Sempre che Lei non consideri responsabile l’amministrazione comunale della quale fa parte della chiusura del punto nascite.

    (Alberto Tondelli)

    • Firma - albertotondelli
  3. Rispondo al signorTondelli. Io le battaglie per mantenere vivo il S.Anna le ho iniziate in sala operatoria e se vuole un esempio lo chieda ai cittadini che ho operato durante i miei 10 anni di servizio al S.Anna. Vuole dei nomi? Tiziano Scaruffi, campione di ping pong a cui ho salvato la mano destra vittima di un grave infortunio: 11 tendini e 2 nervi recisi, dopo il mio intervento ha continuato a vincere; Lorenzo Nobili, nipote del “mitico” Geremia che conosciamo tutti, Alberto Pecchini, il signor Agosti e così via. Senza contare tutte le persone che in quei 10 anni prendevano la valigina da Modena, Bologna e province o dall’Abruzzo e venivano a farsi operare (ortopedia) a Castelnovo ne’ Monti. Nel 2000, andato in pensione il dott. De Sessa, che mi ha trattato professionalmente come un figlio, cominciano i miei problemi col nuovo primario, che evidentemente di persona o su mandato non vedeva di buon occhio quella mia voglia di lavorare e di tenere vivo un reparto che non aveva nulla da invidiare alla pianura, anzi! E lì inizia la mia lotta; una lotta alla Don Chisciotte contro dei mulini a vento che mi ha portato al licenziamento e alla libera professione. Per farle capire in che stato di frustrazione mi avevano ridotto queste battaglie ad armi impari, la informo che, nonostante avessi 5 figli a carico, ho preferito lasciare lo stipendio ospedaliero sicuro e avventurarmi nel “salto nel buio” della libera professione, scelta che poi si è rivelata vincente… ma quanta fatica! Io nella mia vita ho sempre lottato; sono padre di 6 figli, ho esercitato la lotta greco-romana per 15 anni di cui 10 anni come istruttore alla Panaro, e di sacrifici e di battaglie me ne intendo purché siano svolte ad armi pari. Il discorso si potrebbe sviluppare oltre e ci porterebbe lontano, ma sono sempre disposto a parlarne magari prendendo un buon caffè. Cordiali saluti e buona serata.

    (Roberto Cavana)

    • Firma - robertocavana
  4. Dott. Cavana, con la sua decisione ha dimostrato la vera stoffa di amministratore pubblico che, di fronte all’ottusità e all’arbitrio della Regione Emilia-Romagna di privare la sanità della nostra montagna di servizi essenziali (quale permettere alle donne di una vasta area montana e collinare, seppure poche, di ripopolare il nostro territorio), senza biasimare chi non ha scelto la Sua presa di posizione continua ad amministrare un importante territorio montano, battendosi in ogni istanza e nei vari enti preposti per la salvaguardia dei nostri servizi essenziali.

    (F Z)

    • Firma - (F Z)