Home Cronaca “Tra affollamento e disorganizzazione, così ho partorito in città”

“Tra affollamento e disorganizzazione, così ho partorito in città”

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La giovane mamma Federica Zappa ha deciso di vestire di nero le foto del suo secondogenito nato in città. Lo racconta dopo la chiusura del punto nascita decretata dall’Ausl: per quanto il parto sia avvenuto a ridosso della stessa decisione, il suo è stato comunque uno di quei casi a rischio per cui è stato disposto il trasferimento al punto nascita della città. E su Facebook ha raccontato come è stato. 

“Il mio secondo figlio purtroppo non è potuto nascere #c219 – la sigla alfanumerica che identifica il comune di nascita, Castelnovo Monti, ndr - perché vigliaccamente ci hanno ‘dirottati’ a Reggio Emilia in nome di una sicurezza che di sicuro ha avuto proprio poco!”.

“Siamo stati trasportati a Reggio perché di 36 settimane e 5 giorni..., in ambulanza con le ginecologa che soffrendo l'auto si è seduta davanti... Sono arrivata e sono stata messa in una sala parto da sola sdraiata, con un'ostetrica assente non per colpa sua ma perché oberata dal lavoro nelle altre sale parto (non si decide quando nascere). Ero costretta a stare sdraiata senza assecondare i dolori; essendo il mio secondo figlio sapevo quando spingere; quando l'ostetrica è entrata in sala la testa del mio piccolo era già fuori... Sono stata ricucita e lasciata con bimbo pelle a pelle per troppo tempo. Poi ti fanno alzare per la doccia: sono svenuta, ho il ferro basso di mio (faccio notare: né un esame del sangue né un controllo mi è stato fatto nei giorni a seguire e nemmeno una flebo). Il bimbo ‘prematuro’ è stato osservato né più né meno di quelli a termine (e per fortuna è nato paffuto e sano). Quindi, arrivi in stanza... non in ostetricia, perché piena, in ginecologia e day hospital oncologico! Eravamo in 4 in camere minuscole con 4 culle, il bagno condiviso con le 4 della stanza adiacente: 8 mamme con 8 bimbi e un solo bagno fatiscente. Niente fasciatoio... e le mamme al primo figlio chiedevano aiuto a me per cambiare e lavare i piccoli, nessun aiuto e in ginecologia arrivavano quando pareva loro. In sintesi: disorganizzazione, struttura non adeguata, personale carente per le situazioni che si sono ritrovati ad affrontare”. Conclude laconica: “W la sicurezza!”.

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Sempre sul tema punti nascita, ieri (in assenza dei cittadini, dato che l’assemblea ha rifiutato di anticipare il voto in presenza dei montanari scesi a Bologna il giorno prima) formalmente si è concluso l’iter per la chiusura di quelli di Castelnovo, Borgotaro, Pavullo.  Alla prima votazione è salto però il numero legale, dato che erano usciti dall’aula i rappresentanti delle opposizioni e si è reso necessario sospendere i lavori. A un secondo tentativo venivano approvate due risoluzioni del Pd sulla “volontà di continuare a sostenere e potenziare gli ospedali di Borgotaro, Castelnovo, Lagosanto, Pavullo e Porretta Terme” (astenuti Igor Taruffi, Si, e Silvia Prodi, Misto-Mdp).

Come riporta il portale Cronaca Bianca (la voce dell’Assemblea dell’Emilia Romagna) Paolo Zoffoli (Pd), relativamente alla chiusura dei tre punti nascita, ha parlato di “percorso chiaro, anche da parte dell’assessorato”, evidenziando che “le chiusure, una decisione dolorosa, non sono motivate da scelte di natura finanziaria ma per mantenere la sicurezza sanitaria nei territori”.

Lega nord, Movimento 5 stelle, Forza Italia e Fratelli d’Italia-An, negli undici atti presentati, hanno chiesto alla Giunta di riproporre la richiesta di deroga al ministero della Salute per Castelnovo, Pavullo e Borgotaro, oltre a valutare la riapertura dei punti nascita di Porretta e Lagosanto. Gli atti sono stati tutti respinti.

In aula Tommaso Foti (Fdi-An) ha chiesto di “mantenere i tre punti nascita”.

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Proseguono le reazioni dopo il viaggio delle "Cicogne" all’Assemblea legislativa nel giorno dei question time. Le pubblichiamo di seguito.

NADIA VASSALLO: FORSE UN GIORNO NOI DONNE RIUSCIREMO A FARCI RISPETTARE

Abbiamo perso
Siamo state sconfitte
Ci siamo arrese
Nulla di tutto questo. Abbiamo lottato contro un modo di pensare tutto al maschile, dove la donna se riesce ad entrare si omologa e perde la sua identità, il più delle volte e le altre compiacciono l'uomo perché più forte ed arrogante.
Abbiamo lottato per tutte noi per dire basta a questo sistema che ci vuole sottomesse e senza diritti 
Senza il diritto di parlare, di manifestare, di decidere del nostro futuro
Forse un giorno riusciremo, noi donne, a rispettarci e a farci rispettare
Noi ci abbiamo provato ed un risultato lo abbiamo ottenuto .... un manipolo di uomini si è comunque dovuto fermare e chiedere come metterci a tacere, scrivendo delle non verità
Senza vergogna
Senza successo
Senza zittirci
Senza convincerci
Lo abbiamo fatto per noi
Lo abbiamo fatto per tutte noi .

(Nadia Vassallo)

 

12 COMMENTS

  1. Sarebbe davvero interessante sentire i pareri dei medici illuminanti dei nostri politici regionali in merito ai parametri di sicurezza che ad oggi ci vengono proposti. Chiudono più strutture e ti dirottano in altre già sovraffollate, dove oltre ad essere un numero quasi sei trattato da “bestia”. Scusate il termine, ma a questo punto dobbiamo dirlo. E pensare che hanno dato a noi, poveri montanari, il tempo di adeguarci e ragionare… e loro che tanto si son spesi per la nostra causa, ad oggi non hanno ancora adeguato gli ospedali cittadini almeno ad un livello “umano”. E quando parlano di sicurezza e tutela anche del personale mi fa sorridere, a Reggio quei poveri professionisti non hanno altro da fare che far nascere bimbi come vitelli e poi lasciare tutto il resto, che sarebbe di loro competenza, un po’ al caso e alla buona sorte di ogni nuovo nato. Grazie di cuore perché vi state proprio prodigando per noi e si vedono i risultati di gente che tanto s’impegna e tanto si prodiga ad organizzare al meglio i servizi. Quando poi avremo pure le foresterie ci direte come farete a far nascere i bimbi quando dite voi (e non quando vogliono loro). E poi vedremo anche come organizzerete tutto il resto con cui vi riempite la bocca di buoni intenti, ma a me ormai mi vien da dire che già un calcio l’abbiamo preso e presto altri ne arriveranno. Grazie di cuore per aver lavorato per noi.

    (Dani B)

    P.S. – Se davvero in tutto questo ci fossero solo buone intenzioni, allora già 7 anni fa avreste preso queste decisioni e vi sareste esposti personalmente come fate adesso, dando un po’ però colpa anche a Roma (giusto per esserne responsabili ma non troppo), e poi dopo avreste cercato il modo migliore con la mente lucida per restituire ai vostri cittadini ciò che Roma toglie. Ma forse così è più facile.

    • Firma - dani b
  2. Cicogne a parte (…addomesticato e patetico dissenso pilotato, che non ottiene altro risultato se non quello di far risaltare meglio chi comanda!…), bisognerebbe anche arrivare a capire “ormai” che un “regime” (insediatosi con un colpo di stato silente, probabilmente sfuggito ai più…) deve consolidare il proprio potere non solo con una legge elettorale, costruita ad hoc, per conservare lo scranno e impedire il nuovo… ma anche distruggendo consolidate strutture sociali per sostituirle con altre a suo uso e consumo! Meditiamo, gente e soprattutto… raccogliamo i frutti maturati al “democratico sole di sinistra” che naturalmente continuerà ad “illuminarci”!

    (Italo Montano)

    • Firma - Italo Montano
    • Lascio la meditazione ai mistici, la realtà è una cosa più concreta: il far risaltare meglio chi comanda, come lei scrive, ottenuto portando in evidenza, in un modo quasi palpabile, complicità di miseria e squallore, è solo uno dei risultati ottenuti. Prendo atto, e con piacere, che non è ancora stato capito l’insieme.

      (Mv)

      • Firma - mv
  3. Brava Federica bisogna andare oltre quei fantocci della Regione. L’Italia intera deve sapere che stanno combinando qui. Scommetto che le loro mogli/figlie/congiunte vanno a partorire in qualche clinica privata costosissima! Vergogna!

    (Una mamma #c219)

    • Firma - una mamma #c219
  4. Pseudo “Italo Montano”, patetico e pilotato sarà lei. Mentre altri si impegnavano, sottraendo tempo al lavoro e alla famiglia e autofinanziandosi, lei, che sa tutto e ha capito tutto, cosa ha fatto per affrontare il problema del punto nascita e più in generale dell’ospedale? Nulla. E’ rimasto comodamente seduto sul divano, con la sua amata copertina, a guardare, criticare e sputare sentenze. “Un bel tacer non fu mai scritto” (Giacomo Badoar).

    (Un cicogno)

    • Firma - Un cicogno
    • Certo, il signor Italo ricama bene le frasi utilizzando al meglio le parole. Ne risulta un poema molto teorico, più che realistico. Tuttavia il senso di fondo è un celato attacco alla classe dirigente locale e regionale, su questo, secondo me, non gli si può dar torto. Ovviamente, la classe dirigente è lì perché votata dalla gente. Magari pensiamoci e lo sarà, alle prossime elezioni. Cordialmente.

      (MA)

      • Firma - MA
  5. Io espongo la mia idea, so che sarò da tutti “linciata” in pubblico, ma la esprimo nel modo più tranquillo di questo mondo perché ho sempre pensato che ognuno ha le sue idee e come tali devono essere rispettate. Io sono incinta di quasi sei mesi e per ragioni legate a una mia patologia cronica mi troverò a dover partorire nell’ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia. A me e mio marito ci piacerebbe che la nostra bambina nascesse in montagna, soprattutto a mio marito, anche lui nato a Castelnovo Monti, però purtroppo non sarà possibile. In questi giorni ho letto commenti su Reggio Emilia e sinceramente penso che a una che deve andare a partorire lì tra qualche mese, si fanno venire ansie, oltre quelle date dal parto stesso. Stiamo tutti ad attaccare Reggio ma non guardiamo gli altri ospedali. Mi sono informata presso tante donne che hanno partorito negli ultimi mesi, anni e anche giorni a Reggio: tutti commenti positivissimi. Ovvio che non possiamo pensare di trovare camere d’albergo come a Castelnovo, poiché, come tutti gli ospedali di città in cui sono nata e vissuta per 20 anni, si sa tutti i reparti sono quello che sono. Ho sentito parlare di extracomunitari, camere con extracomunitari, ma ahimè ovunque io guardi; c’è pieno in giro. Potrei trovarmi anche a Montecchio con loro in stanza. Ma io spero solo di star bene, che la mia bambina stia bene e spero anch’io di vivere a Reggio l’esperienza positiva che ha vissuto la maggior parte delle mamme.

    (Giorgia Mandelli)