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Un neonato muore dopo la corsa in ambulanza da Pavullo a Sassuolo: distacco della placenta

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E’ morto il bambino di una donna che, nella mattinata di ieri, è stata trasportata da Pavullo nel Frignano, in ambulanza del 118, all’ospedale di Sassuolo per partorire. La madre è una donna di 35 anni alla 37^ settimana di una gravidanza fisiologica, a causa di un sospetto distacco di placenta. Era arrivata in ambulanza dalla sua residenza di Pavullo, il capoluogo montano dove recentemente, al pari di Castelnovo ne' Monti, è stato chiuso il punto nascita. I sanitari del 118, accorsi subito sul posto, hanno valutato di trasportare il più rapidamente possibile la signora presso una struttura adeguata ad accogliere un caso che si profilava di una certa gravità, quale è il sospetto distacco di placenta.

La signora è giunta alle 7,05 a Sassuolo e subito visitata all’ambulatorio urgenze ostetriche, le è stato diagnosticato un distacco massivo di placenta con bradicardia fetale. “La gravida – si legge nella nota dell’Asl modenese, ndr - in presenza dell’intera équipe – 3 ginecologi, 2 anestesisti, 2 ostetriche, neonatologo – è stata sottoposta immediatamente a cesareo d’emergenza, che alle 7,21 ha permesso di estrarre il feto ancora vivo, se pure in severa bradicardia. Il neonato è stato affidato all’équipe pediatrica-anestesiologica, ma tutte le manovre messe in atto dai sanitari sono risultate vane e il decesso è avvenuto circa un’ora dopo la nascita”.

Fin qui la notizia. Il caso singolare è che la stessa nota dell’Asl modenese aggiunge: “La completezza e la tempestività delle procedure hanno invece consentito di evitare gravi conseguenze per la mamma. La paziente, che ha già un figlio ed è alla seconda gravidanza, ha riferito ai medici di aver avuto una gravidanza fisiologica, ed è attualmente è ricoverata presso l’Ostetricia di Sassuolo in condizioni stabili e costantemente monitorizzata al fine di escludere complicanze. ‘La procedura di trasporto - spiega l'Ausl - è stata in linea con quanto previsto dai protocolli sanitari relativi a questa casistica, così come è stato fatto in altre occasioni simili’".

Sempre la nota Asl fa parlare un’esperta: “Il distacco massivo di placenta è una condizione clinica molto grave – chiarisce Maria Cristina Galassi, direttore dell’Uo di ostetricia e ginecologia di Sassuolo – con un elevato tasso di mortalità perinatale e un’incidenza di morte in utero del 15%, gravata al contempo da seri rischi per la madre. In questo caso, la tempestività dell’intervento del 118 e la presenza dell’équipe specialistica dell’ospedale di Sassuolo hanno consentito di poter mettere in atto tutte le più idonee procedure per salvaguardare le condizioni cliniche della mamma, da cui dipendono quelle fetali, nei tempi e nel luogo più idoneo per l'assistenza di entrambi”.

Ancora: “Ci stringiamo alla famiglia in questo momento difficile e doloroso – dichiara il direttore generale dell’Azienda Usl di Modena Massimo Annicchiarico – nella consapevolezza di aver offerto la miglior assistenza possibile alla mamma ed al suo bambino, a conferma di quanto, nonostante le tante semplificazioni o peggio strumentalizzazioni su questo tema, sia determinante offrire l’assistenza adeguata e in centri qualificati a donne e neonati nei rarissimi ma drammatici eventi che possono verificarsi anche in gravidanze fisiologiche".

Quale è la situazione ora a Castelnovo ne' Monti dopo la chiusura del punto nascita?

“Non si è ancora capito – spiega Nadia Vassallo, coordinatrice comitato 'Salviamo le cicogne' - come una mamma si debba organizzare per partorire in città, ad esempio in caso di problematicità. Nell’ultimo incontro con Venturi, Nicolini e la direzione del Sant’Anna abbiamo chiesto quale sarebbe, ora, stato il protocollo per partorire. Ancora non ci è noto e le mamme attualmente sono disorientate. Non vogliamo né fare polemiche né strumentalizzare questa vicende, ma da quanto si legge nella nota dell’Asl modense le strumentalizzazioni pare le facciano altri. Ribadiamo: chiediamo spiegazioni su come sono organizzate, ad esempio, le emergenze per i parti in montagna. Stiamo raccogliendo al momento molte testimonianze in merito. Ci auguriamo che i nostri amministratori locali e i rappresentanti in Regione facciano le dovute richieste”.

“Nell’argomentare la necessità di avvalersi di punti nascita in città, più di una volta – conclude la Vassallo - ci è stato detto che la pericolosità dei parti non è tanto legata al fatto del loro essere precipitosi, ma nei casi in cui questi, invece, non avvengono (mancata induzione): purtroppo il caso di Pavullo, per quanto raro, dimostra, invece, che era necessario proprio un parto cesareo d’urgenza… E la mamma, trasportata in ambulanza a Sassuolo, è stata salvata, ma il bambino no. Ci stringiamo al dolore della famiglia”.

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Intervento dell'assessore regionale Sergio Venturi

L’assessore regionale alle politiche per la salute, Sergio Venturi, parteciperà domani alla seduta della commissione consiliare competente, cui è stato invitato per fornire informazioni relative alla vicenda del decesso del neonato, venuto alla luce ieri all’ospedale di Sassuolo. Dal punto di vista medico-scientifico, “già ieri - ricorda l’assessore - l’azienda sanitaria aveva chiarito come, rispetto alla situazione che si era presentata, fosse assolutamente necessario ricoverare la partoriente in una struttura sanitaria attrezzata per questo tipo di patologia, quale è l’ospedale di Sassuolo. È chiaro quindi che, anche se non fosse in atto la sospensione dell’attività del punto nascita di Pavullo, sarebbe stato necessario il ricovero a Sassuolo. Mi auguro che nessuno voglia fare speculazione e polemica politica - anche per rispetto alla famiglia - su una vicenda molto dolorosa, che è stata seguita nel più rigoroso rispetto dei protocolli medico-scientifici”.

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Notizie su un'altra vicenda concernente Castelnovo ne' Monti

Raffaella Sensoli e Gianluca Sassi, rispettivamente capogruppo e consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, hanno presentato una interrogazione alle giunta sul caso segnalato da una donna di 30 anni con un post su Facebook.

“A Castelnovo ne' Monti invece di cercare di limitare il più possibile gli spostamenti dei pazienti sembra che si cerchi di agevolare il loro dirottamento verso altre strutture. E la conferma arriva dal caso di una donna incinta alla 30esima settimana a cui personale medico avrebbe consigliato di andare direttamente a Reggio Emilia per accertamenti riguardo ad alcuni dolori alla schiena invece che indirizzarla verso il pronto soccorso di Castelnovo”. È questo il caso denunciato da Raffaella Sensoli e Gianluca Sassi, rispettivamente capogruppo e consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, in una interrogazione presentata alla Giunta e che riguarda l’assistenza sanitaria all’ospedale di Castelnovo ne' Monti. “Si tratta di un episodio molto spiacevole e che dimostra come sia in atto una sorta di politica di fidelizzazione al contrario degli utenti dell’ospedale, invitati a rivolgersi ad altre strutture distanti anche decine di km piuttosto che raggiungere il punto di assistenza sanitaria più vicino” spiegano Raffaella Sensoli e Gianluca Sassi. Nello specifico il caso riportato nell’interrogazione dei due esponenti del M5S riguarda una donna incinta di Villa Minozzo alla 30esima settimana che ha raccontato la sua esperienza dentrp Facebook: nei giorni scorsi, a causa di forti dolori alla schiena e alla pancia, aveva contattato telefonicamente il reparto di ginecologia dell’ospedale di Castelnovo dove le avevano consigliato di andare direttamente a Reggio Emilia per effettuare i dovuti accertamenti. La donna però, non sentendosi in grado di spostarsi in auto per un tragitto così lungo in quelle condizioni, ha preferito andare al pronto soccorso di Castelnovo dove le sono state diagnosticate delle coliche renali. “Il personale del pronto soccorso ha riferito alla signora di aver fatto la scelta giusta visto che in caso di ricovero avrebbero pensato loro ad un eventuale trasferimento in un’altra struttura – aggiungono Sensoli e Sassi – per questo stupisce il comportamento del personale sanitario che ha risposto telefonicamente alla donna consigliandole, o sarebbe meglio dire ordinandole, di andare a Reggio Emilia. Consiglio poi rinnovato anche dal vivo in ospedale al momento della visita. Noi crediamo che episodi come questo contribuiscano, nel tempo, a creare un clima sempre più ostile e di poca fiducia nei servizi territoriali quando invece gli sforzi del personale sanitario, delle Ausl e di chi governa questa Regione dovrebbero andare nella direzione diametralmente opposta. Per questo – concludono Raffaella Sensoli e Gianluca Sassi – chiediamo alla giunta di fare chiarezza su questo caso”.

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23 COMMENTS

  1. Ecco i primi risultati di una legge urologica (mi dicono che devo usare termini dal vocabolario!) pensata e messa in atto per complicare la vita alla gente. Rispondo in anticipo a quelli che mi criticheranno dicendo che faccio demagogia… che voglio strumentalizzare la morte di un neonato… ecc. e rispondo con una frase non mia: me ne frego! Perchè non spiegate ai due genitori che hanno perso il neonato che si tratta di “strategie aziendali”? Un mio collega del Burundi mi scrive che da loro in un caso del genere va al Creatore anche la madre, per cui noi ci possiamo ritenere fortunati (forse sono più fortunati loro che non hanno a che fare con le “strategie aziendali”!!). Mi chiedo inoltre: visto che il distacco di placenta è una grave complicanza del 3° trimestre di gravidanza e visto che per le gravide della montagna sarà previsto un alloggio in pianura, trascorreranno l’ultimo trimestre di gravidanza via da casa e dalla loro famiglia? Sono abbastanza incazzato soprattutto perchè si passerà sopra anche a questa vicenda portando dati statistici che dimostrano la rarità di questi casi, della tempestività e dell’efficienza delle strutture (anche nel Burundi potrebbero essere tempestivi ed efficienti, ma mancano gli ospedali e le strade), bla…bla…bla… Finisco con una bella frase di Tagore (magari i nostri dirigenti sanno anche chi è!!), diretta ai due sfortunati genitori (io ho avuto 6 figli nati tutti con taglio cesareo e so cosa vuol dire trascorrere giorno per giorno la gravidanza sperando che tutto vada bene): “Ogni fiore che spunta, ogni bimbo che nasce reca al mondo il messaggio che Dio non è stanco dell’Uomo”. Invece siamo stanchi noi cittadini di essere amministrati da gente di discutibile competenza. Un caro abbraccio ai due genitori; sicuramente il vostro piccolo angelo da lassù vi aiuterà nel futuro!

    (Roberto Cavana)

    • Firma - robertocavana
    • Non mi stanco di contestualizzare la situazione, perché diversamente non si riuscirebbe a capire il senso di queste “strategie aziendali”, che vanno palesemente contro l’interesse dei cittadini che dovrebbero fruire dei servizi di queste aziende, sostenute con i loro soldi. Queste “strategie aziendali” sono la conseguenza locale delle “strategie politico-economiche” nazionali. In poche parole: l’austerità, necessaria per il pareggio di bilancio, da raggiungere (dice il Documento di Economia e Finanza) entro il 2020. Il significato pratico è: più tasse e meno servizi pubblici. Tutto questo, per ottemperare ai parametri della Commissione Europea, che ci vedrebbe volentieri ridotti a fornitori di vino per gli uffici del Parlamento Europeo, invece che principali concorrenti della Germania nel campo manifatturiero, come siamo stati per cinquant’anni, fino agli anni Duemila. Gli amministratori locali “eseguono gli ordini”, come qualcun altro prima di loro faceva un po’ di anni fa. Ora iniziamo a vedere le vittime di quella che sta diventando una sorta di guerra civile tra chi continuerà a fruire effettivamente dei diritti garantiti dalla Costituzione, e chi dovrà farne a meno, per diversi motivi – esempio: vivere in un’area marginale, come noi. Se siamo d’accordo con chi ha fatto queste scelte, bene, avanti così, non potrà che peggiorare. Se non siamo d’accordo, facciamolo vedere.

      (Commento firmato)

      • Firma - commento firmato
  2. Spett.le redazione, per tramite vostro vorrei chiamare in causa i “luminari” politici e scientifici che hanno pontificato nei mesi scorsi sulla necessità di chiudere gli ospedali montani sotto i 500 parti perchè non sicuri. Purtroppo quanto accaduto alla famiglia di Pavullo nel Frignano sarebbe potuto accadere anche a qualche partoriente della montagna reggiana. Io non sono medico, ma tento di usare il buon senso (cosa non fatta da chi ha scelto le chiusure). E mi spiego: l’ospedale “sicuro di Sassuolo” non è riuscito a salvare la vita del nascituro forse perchè si è perso tempo prezioso nel trasferimento da Pavullo a Sassuolo? Ma se ci fosse stato aperto e funzionante il punto nascite di Pavullo? Gent. assessore Venturi, che aveva dichiarato nei giorni scorsi: “…col tempo ci ringrazierete…”: onestà e dignità imporrebbero che si dimettesse e andasse a scusarsi di persona con quella madre e quel padre che hanno perso un figlio causa scelte sbagliate. Mi attenderei che il ministro Lorenzin, che ad ogni canto di gallo invia ispettori ministeriali, facesse altrettanto e imponesse alla “sicura” Regione Emilia Romagna la riapertura dei servizi che ha chiuso. Per ultimo il presidente Bonaccini, che dovrebbe accompagnare l’assessore Venturi (con la sua Seat), in quel di Pavullo, poi dimettersi.

    (MB)

    • Firma - MB
  3. Dolore immenso. Signori medici, oltre alla laurea avete un cervello, un cuore, una coscienza. Usateli! Abbiate il coraggio, quando è necessario, di andare oltre i protocolli, di imporre il vostro buon senso. Sia a monte che a valle. Per favore.

    (Non ci resta che pregare)

    • Firma - (Noncirestachepregare)
  4. L’assessore Venturi chiede di non fare speculazione e polemica politica, ma si chiede se quei 40 minuti che il 118 ci ha messo per arrivare a Sassuolo li avessero usati a Pavullo non è che il piccolo avrebbe avuto un po’ più di possibilità. O vale meno la vita di un bimbo che attrezzare un reparto a Pavullo o a Castelnovo ne’ Monti?

    (Ivan Panciroli)

    • Firma - ivanpanciroli
  5. Non sono in grado di giudicare i fatti con la dovuta conoscenza, ma in quanti come me, leggendo della terribile notizia della morte del neonato, non ha pensato ai reparti appena chiusi? Io credo che coloro che hanno deliberato la scelta di chiudere i tre reparti nascite d’Appennino debbano pregare ogni giorno perché non accada nulla che possa essere attribuito con certezza alla loro scelta poiché in tal caso ne dovranno rispondere. Troppo facile deresponsabilizzarsi dietro le indicazioni di altri, qui c’è stata una scelta tecnica ed una politica e, nel caso, entrambi ne dovranno rispondere.

    (Antonio D. Manini)

    • Firma - AntonioD.Manini
  6. Non succede solo alle partorienti: tutti veniamo dirottati a Reggio per qualsiasi cosa… e a Reggio ci viene detto che… potevano farlo anche a Castelnuovo Monti… Ma come vi permettete di prendere certe iniziative… se non avete più voglia di fare il vostro lavoro, cambiate!!! Completa solidarietà a tutti, partorienti e non…

    (Alle)

    • Firma - alle
  7. Purtroppo si tocca con mano il risultato di una scelta sbagliata. E poi si parla di sicurezza. Era meglio prima, magari quel povero neonato si salvava, non credo che un viaggio in ambulanza con una situazione già compromessa, abbia aiutato con tutte le asperità della strada. Comunque spero che la famiglia del piccolo, alla quale rivolgo sentite condoglianze, vada in fondo a questa vicenda in modo che qualcuno si prenda le proprie responsabilità. Continuiamo ad esortare le istituzioni che facciano un passo indietro. Io vedo spreco di soldi con il Parco nazionale e il “progetto lupo”. Ma è meglio tagliare su servizi essenziali! Io continuo a stare con le “Cicogne”.

    (C219T)

    • Firma - C219T
  8. “… è stata sottoposta immediatamente a cesareo d’emergenza”, ci dice la stessa Asl. Basta questo, senza commenti. In caso di emergenza in 10 minuti ci sono cittadini emiliano-romagnoli che si trovano in sala operatoria ed altri in ambulanza.

    (Elio Peri)

    • Firma - ElioPeri
  9. Alla luce dei comunicati ufficiali prontamente emessi, torno a chiedermi ed a chiedere: se un caso analogo fosse capitato ad una donna del nostro Appennino trasportata in emergenza a Reggio e l’ambulanza fosse rimasta bloccata sotto la pericolosissima galleria del Seminario, oltre al bambino sarebbe morta anche la mamma? Voglio, per favore, una risposta tecnica da chi è competente. Perchè se la risposta è “sì” (cioè sarebbe morta anche la mamma) allora bisogna lasciare il punto nascita a Castelnuovo, che, oltre a provvedere ai parti normali, serva in casi analoghi per “tentare” di salvare, con un cesareo, almeno la vita alla mamma se non si può sperare di salvare anche il suo piccolo. La Costituzione non prevede il diritto alla salute? Se la risposta è “no”, cioè la mamma sarebbe comunque sopravvissuta in attesa di arrivare a Reggio, allora le equipes di cui si riempiono tanto la bocca, in questo caso, sarebbero praticamente inutili? Di fronte a tragedie come questa siamo tutti molto arrabbiati ed anche di più. Perchè – oltre all’immediata solidarietà per chi soffre queste situazioni e che potrebbero prima o poi riguardare anche noi – sappiamo che quel che ci raccontano sono in gran parte fandonie semplicemente per risparmiare soldi sulle nostre povertà ed investirli diversamente (vedi Mire a Reggio che ancora non esiste e che ha bisogno – per partire – di succhiare anche il nostro sangue!). Vergogna! Vergogna anche a tutti i grandi esperti che – quali “garanti della sicurezza in sala parto” – si sono esposti per la chiusura dei punti nascita e – a quanto pare – se ne fregano se eventualmente la sicurezza non è altrettanto garantita lungo il percorso. In merito, non si è sentita nessuna voce da parte loro. Blaterano tanto, ma se l’ambulanza che trasportava quella mamma a Sassuolo per qualsiasi motivo avesse dovuto fermarsi per strada, che cosa sarebbe successo? Tra i vari fattori, assolutamente imprevedibili, sulle nostre strade di montagna a volte c’è l’incursione di cinghiali e cerbiatti capaci anche di creare danni seri agli automezzi e, conseguentemente, di rallentare/bloccare il traffico. E per rispondere ad Alle: “si dice” (il che significa che è tutto da verificare) che stiano svuotando progressivamente di servizi l’ospedale dirottando il più possibile a Reggio per ordine della Regione. Ovviamente non alla luce del sole. Sarà vero? Forse no. Certo è strano che tanti servizi siano spariti o stiano diminuendo. Non c’è nessuno che vorrebbe guardarci dentro? Perchè tra un po’ ci sentiremo dire che, per mancanza di numeri, l’ospedale chiude tutti i reparti tranne… la camera mortuaria!

    [Pessimista(?)]

    • Firma - Pessimista(?)
  10. Se vogliamo considerare la situazione dell’Ospedale di Castelnovo ne’ Monti, che conosciamo bene, dobbiamo solo con rabbia renderci conto che avevamo un reparto nuovo, attrezzato, attivo, che non ha mai registrato nessun caso di malasanità a cui i tecnici e i politici hanno a tutti i costi, in modo subdolo, senza sentire ragioni, voluto mettere la targa “insicuro” per potere procedere alla sua eliminazione per seguire una linea politica e aziendale che nessuno riesce a comprendere. Ci chiediamo come chi sta gestendo le nostre risorse e servizi, da noi scelto, non riesca a capire la gravità delle conseguenze delle scelte appena annunciate e, conscio dello sbaglio, cerchi immediatamente di rimediare. Sarebbe un gesto di grande intelligenza e coraggio! Invece è meglio portare via tutto, smontare apparecchi nuovi, coprire e nascondere quello che c’è e lasciare le mamme nel panico dell’incertezza di cosa potrà loro accadere in un momento meraviglioso che sta prendendo sempre più la forma di un incubo. Come possiamo accettare tutto questo? NoistiamoconleCicogne.

    (Insieme per il S. Anna)

  11. Dimissioni di tutti gli eletti che hanno espresso parere favorevole alla più brutta e scorretta operazione sulla sanità dei territori disagiati e lontani dai centri. L’arroganza della Regione e del Pd hanno superato ogni limite. C’è da vergognarsi di far parte di una Regione ricca, dove la sanità dovrebbe essere di esempio per l’intero paese.

    (Fabio)

    • Firma - fabio
  12. Alla luce degli ultimi avvenimenti, visto che i dipendenti sanitari che potevano dire qualcosa sono quelli che hanno sottoscritto la chiusura del punto nascite, gradirei sapere dalle future mamme che oggi sono state chiamate (dall’Ausl) per istruirle su come e dove fare nascere i loro bambini; voi che potete parlare raccontate anche a noi…

    (Giovanni)

    • Firma - Giovanni
  13. Rimango sempre più stupita del fatto che i sindaci della montagna non si espongono, non prendono le difese del proprio territorio e dei cittadini che li hanno eletti. Mi vergogno di essere una residente di un comune montano reggiano, anche se chi si dovrebbe vergognare dovrebbero essere loro. Fate veramente pena, ma non capite veramente che queste sono cose serie? Soprassediamo alle buche nelle strade, ai disservizi, ma per favore non soprassediamo alla salute e alla vita di madri o di neonati. Mettetevi una mano al cuore se per caso ce l’avete.

    (Marica)

    • Firma - marica
  14. Ciò che dispiace in questa terribile vicenda è che quel bambino per i nostri politici e burocrati rischia di rimanere solo un “piccolo numero” in qualche “piccola percentuale”. Quando si comincia a perdere di vista la “Persona” con la sua storia e umanità e si considera tutto e tutti come “Numero”, si rischia di perdere ogni dignità. Anche noi purtroppo siamo un piccolo numero… almeno inferiore al 500.

    (Gemma)

    • Firma - Gemma