Home Cronaca Oltre un milione di euro per le frane di Miscoso e il...

Oltre un milione di euro per le frane di Miscoso e il ponte sul Rio Sologno

35
11

In lieve tempo differito come regalo di Natale, ma giusto in tempo per accogliere l’anno nuovo con maggiore serenità, dalla Provincia di Reggio Emilia arrivano 1 milione e 307.000 euro per risolvere due delle principali criticità della viabilità in montagna.  A partire dalle frane che hanno isolato verso valle la frazione di Miscoso nel Ramisetano in seguito all’ondata di maltempo dell’11 e 12 dicembre scorsi:  “Abbiamo finito ieri di rendicontare alla Regione, in funzione del riconoscimento dello stato di emergenza da parte del Governo, i danni che, per tutto il territorio reggiano, ammontano a circa 5,2 milioni di euro – spiega il Presidente della Provincia Giammaria Manghi – Nell’attesa, abbiamo già anticipato 507.000 euro per risolvere le situazioni più critiche assegnando, nell’ambito dell’Accordo quadro per la manutenzione stradale, una serie di lavori sulla Sp 15 proprio per ripristinare al più presto un accesso diretto verso la pianura agli abitanti di Miscoso, oggi costretti a risalire verso il passo del Lagastrello per transitare nel Parmense”.

Al lavoro per ripristinare la frana di Miscoso

Proprio oggi pomeriggio, a Miscoso, il dirigente del Servizio Infrastrutture della Provincia, Valerio Bussei, insieme al sindaco di Ventasso Antonio Manari ha incontrato una delegazione di abitanti per illustrare il cronoprogramma degli interventi: “In una ventina di giorni contiamo di poter ripristinare un accesso pedonale nei pressi della frana più problematica, mentre tra la fine di gennaio e i primi di febbraio dovrebbe essere possibile riaprire il transito almeno a senso unico alternato”, aggiunge il Presidente Manghi.

Buone notizie anche per il ponte in cemento armato a cinque campate della Sp 108 sul rio Sologno, nel comune di Villa Minozzo, dallo scorso aprile percorribile a senso unico alternato ed interdetto al transito ai mezzi pesanti. “Grazie alla compartecipazione della Regione Emilia-Romagna nell’ambito dei consistenti investimenti per la difesa del suolo – continua il Presidente della Provincia di Reggio Emilia - abbiamo infatti reperito gli 800.000 euro necessari alla demolizione e al rifacimento dell’impalcato ed al rinforzo sismico delle fondazioni, dopo che il Servizio Area Affluenti Po dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile non ha autorizzato la realizzazione di un by-pass provvisorio da realizzare in tempi brevi e con costi contenuti”.

“Attualmente sono stati affidati gli incarichi per le indagini geognostiche e la relazione geologica, nonché a un ingegnere strutturista per la redazione del progetto esecutivo – conclude il Presidente Manghi – Entro febbraio contiamo di ultimare la fase di progettazione per poi espletare la gara d’appalto, una volta ottenuto le varie autorizzazioni, tra maggio e giugno così da effettuare il grosso dei lavori nel periodo estivo e completare  l’opera entro il prossimo inverno”.

11 COMMENTS

  1. Regalo di Natale? La Provincia definisce “regalo di Natale” quello che non è altro che il lavoro che ogni provincia normale dovrebbe fare! Anzi, una parte di quello che dovrebbe fare visto le molteplici criticità del crinale. Ma tanto per i quattro gatti che abitano in montagna è già troppo. E nessun riferimento alla frana di Vaglie o al ripristino della Gatta-Pianello. Io non ho più parole. Speriamo che perlomeno non siano promesse elettorali, dato che a marzo si vota.

    (Commento firmato)

    • Firma - Commento firmato
  2. Vedasi vostro articolo con foto http://www.redacon.it/2017/12/12/strade-provinciali-interrotte-sp-91-vaglie-ligonchio-sp-15-isola-miscoso-tre-frane. Situazione pesante anche in montagna, dove diverse frane hanno provocato la chiusura al transito di due strade provinciali: la Sp 91 è interrotta in località Vaglie, i cui abitanti per gli spostamenti da e per Ligonchio devono utilizzare la strada comunale per Cinquecerri e la Sp 18.

    (Gianni)

    • Firma - Gianni
  3. La spesa pubblica crea lavoro, aumenta l’occupazione e quindi il reddito. L’aumento del reddito crea domanda di beni e la domanda di beni crea aumento dei prezzi, cioè inflazione. Ma l’euro richiede la stabilità dei prezzi (cioè inflazione bassa). Il tasso di disoccupazione programmato dal governo per mantenere ferma l’inflazione è attualmente il 12% (si sa: chi è disoccupato non consuma, quindi l’inflazione non sale). Se sale l’inflazione, il Paese non è competitivo e non esporta e la Germania vince; sono i vincoli della moneta unica e dei trattati europei. Se vi chiedete come mai gli enti locali e lo Stato non fanno manutenzione ordinaria e straordinaria come dovrebbero (e potrebbero: il Patto di stabilità impedisce di spendere i soldi anche se ci sono in cassa), e non programmano interventi di stabilità di un territorio che ne avrebbe assoluta necessità, la risposta è questa.

    (Commento firmato)

    • Firma - commento firmato
    • Ma il patto di stabilità per i 4 comuni fusi non esiste più. Lo hanno sbandierato nei vari incontri dove veniva promossa la fusione. Se mi sbaglio qualcuno mi corregga e diversamente qualcun altro dia spiegazioni senza termini politici. La causa dei vari smottamenti è una sola, la mancanza di manutenzione del territorio. Chi dovrebbe fare manutenzione? Gli enti preposti, che appoggiati dalla politica hanno da tempo deciso di togliere l’uomo dalla montagna, ora trovino soluzioni, la colpa è soltanto loro.

      (f)

      • Firma - f
      • Gli enti preposti fanno manutenzione con i finanziamenti che vengono loro assegnati dalla politica. La politica assegna i finanziamenti in base alle considerazioni generali di finanza pubblica. Le considerazioni generali di finanza pubblica non vengono decise in Parlamento, ma in Commissione europea. L’art. 97 della Costituzione è stato modificato assieme all’art. 81 (pareggio di bilancio) e recita: “Le pubbliche amministrazioni, in coerenza con l’ordinamento dell’Unione europea, assicurano l’equilibrio dei bilanci e la sostenibilità del debito pubblico”. Fine dei giochi.

        (Commento firmato)

        • Firma - commento firmato
        • Troppo comodo, stai a vedere che la colpa è dell’Europa, sono talmente precisi che vagliano i bilanci dei nostri enti locali. Priorità, spese inutili, scelte di sviluppo, ora da dove arriveranno i soldi per ripristinare i danni? Prevenire forse è meglio che curare, questo è il motivo vero del degrado generale. Potrebbe comunque essere colpa della Costituzione!

          (F)

          • Firma - f
          • La colpa è dell’Europa, nel senso che l’impostazione generale delle politiche economiche dello Stato è condizionata da una serie di scelte politiche della Commissione Europea. Si aggiunga che l’unico spazio di manovra per le politiche economiche nazionali è quello fiscale, perché la politica monetaria, quella dei tassi di cambio e quella dei tassi di interesse sono gestire dalla BCE (in autonomia – teorica – dalla politica, in realtà condizionate dal Paese egemone in questo momento). Una volta che l’Europa ha stabilito che ci vuole il pareggio di bilancio, dobbiamo raggiungere un 3% del PIL di avanzo primario – per fare pari con il costo degli interessi sul debito pubblico. Attualmente il costo degli interessi è il 3% del PIL, il che significa che lo Stato ha bisogno di incamerare il 6% del PIL tra tagli alle spese e maggiori entrate. Attualmente, il PIL italiano e di circa 2.000 miliardi, fate due conti. Ovviamente non vengono a vagliare il bilancio della Provincia di Reggio Emilia, ma una serie di regole di bilancio fa in modo che i tagli della spesa dello Stato si trasmettano agli enti locali (anzi, pure di più). Quindi: i soldi non ci sono. L’unica priorità rimasta è quella dei voti: dove preferiamo perderli? Dove si sente meno l’effetto (in montagna, dove ci sono meno elettori) o dove si sente molto (in pianura)? La Costituzione, poveretta, è palesemente in contrasto con i trattati europei. Basti dire che prevede politiche di massima occupazione (è fondata sul lavoro), mentre la BCE ha per unico mandato la stabilità dei prezzi (cioè il controllo dell’inflazione). Qual è la conseguenza? Che per non far aumentare l’inflazione, dobbiamo mantenere una disoccupazione strutturale del 12% (si chiama NAIRU -Non-Accelerating Inflation Rate of Unemployment). Dunque, la colpa non è della Costituzione!

            (Commento firmato)

            • Firma - commento firmato
  4. Ma mandare tutti a farsi in giro (eufemismo), e tenendosi stretta la nostra carta costituzionale, provare a cambiare, magari uscendo da questa Europa dei banchieri e degli interessi e rimettere al centro le persone, no?

    (MB)

    • Firma - MB
    • Mi sembra un’ottima idea. Distinguerei, però, tra Europa, Unione europea e unione monetaria (euro). L’Europa è Mozart, Bach, Verdi, Dante, Voltaire, Vivaldi… a questa Europa non voglio rinunciare. Parliamo del resto…

      (Commento firmato)

      • Firma - commento firmato