Home Cronaca “Coltivare e custodire”: un contributo di Enrico Bussi

“Coltivare e custodire”: un contributo di Enrico Bussi

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Riceviamo e pubblichiamo.

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E’ il titolo efficace di un bel libro di don Sandro Lagomarsini appena pubblicato.

Il parroco degli ultimi paesi dell’alta Val di Vara al confine col parmense non molla, se Dio vuole. Lo reggono la fede, la salute, la convinzione dell’importanza degli ultimi contadini rispetto alle tante favole che si raccontano i cittadini per consolarsi dell’incapacità di coltivare e delle loro azioni quasi sempre dannose per l’ambiente.

Don Sandro tiene una rubrica su "Avvenire" e pratica i buoni propositi ogni giorno con i paesani di Cassego, Scurtabò e dintorni rinnovando l’esempio di don Milani a Barbiana.

Per noi da questa parte del crinale si può leggere la differenza tra contadini e cittadini mentre si va in città, senza perdere il controllo del mezzo, poggiando lo sguardo sul lato destro dell’argine dopo Le Forche di Puianello, nell’ultima discesa dritta verso la Vasca Corbelli si vede bene, prima che ricresca la vegetazione, la differenza tra città e campagna.

Vicino alla strada dove transitano i mezzi avanzati la società moderna sparge i suoi rifiuti, mentre di fianco c’è la linea del terreno coltivato che mette in risalto i risultati della civiltà contadina.

Guardare per credere e riflettere perché gran parte dei cittadini non riconosce il valore delle cure contadine.

Lunedì 19 febbraio a Parma presso la stazione sperimentale dell’Industria delle conserve è stata convocata l’assemblea della Riserva MaB.

Apprezzati i lupi, le volpi, le faine e i nocivi tutti, gli unici che i cittadini non hanno invitato sono proprio i custodi dell’ambiente.

(Enrico Bussi)