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Popolazione rurale sconosciuta (un contributo di Enrico Bussi)

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E’proprio così, la nostra società nell’era digitale non conosce ancora come vive la sua componente minore che opera sul territorio all’esterno dei centri urbani. Si cerca di rimediare prima che questa parte preziosa scompaia per sempre, con effetti gravi e irrimediabili.

L’ONU ha chiesto a ogni regione di dedicare dieci anni di cure alle aziende agricole famigliari in quanto stanno base dello sviluppo in tutte le parti del mondo. E proprio nei Paesi sviluppati la vita comincia a decadere quando i contadini vengono abbandonati o.

L’Unione Europea finanzia gli interventi nel settore primario e imposta nuove misure dedicate al mondo rurale costituto dalle aziende contadine, dalle altre attività produttive nelle filiere del cibo, del legno, dell’energia e dai servizi svolti per la popolazione rurale, le manutenzioni, l’ospitalità.

L’Italia ha poca pianura investita da usi contrastanti e tanta montagna dove la vita rurale è molto difficile e ai contadini si chiede di tutto. Ottenere alimenti di alta qualità da prati e campi coltivati e nello stesso tempo lasciare estendere il selvatico. Stare a produrre e andare a cercare consumatori. Allevare animali nel benessere e farli convivere coi loro predatori. Assicurare manutenzioni capillari al territorio e abitare isolati senza avere supporti appropriati da scuola, sanità, assistenza.

L’Appennino reggiano è inserito nell’Area pilota per la Strategia nazionale aree interne, sede adatta per accogliere a Marola le associazioni rurali cristiane di Paesi dell’UE che da anni lavorano per valutare le situazioni di questa popolazione. RuRe-Rurali Reggiani ha organizzato il programma, ARI-Associazione Rurale Italiana è intervenuta e sono arrivate le delegazioni da Spagna, Francia, Belgio, Germania, Polonia, Slovacchia, Romania, Bulgaria.

Il meeting di tre giorni ha offerto anche l’incontro pubblico di venerdì 16 al Parco Tegge di Felina, seguito dall’ottima cena e dal dopocena rallegrato con gradevoli canti e musiche del complesso Gli Improvvisati. Hanno fornito incisivi interventi i rappresentanti delle istituzioni con Enrico Bini e Tiziano Borghi sul ruolo dell’Unione montana e del Comune. Leana Pignedoli e Giampiero Lupatelli sulle iniziative nazionali. Aronne Ruffini sulla funzione del Consorzio di Bonifica.

Nei prossimi mesi parte il progetto di Unione montana, Comuni, Diocesi/Seminario di Marola, RuRe per identificare la popolazione rurale nei Comuni montani, valutare la sua vulnerabilità e prevenire il non recuperabile svuotamento di ampie zone. L’iniziativa sostenuta dalla Fondazione Manodori col bando Welcom coinvolge Consorzio di bonifica, enti di formazione professionale, AOP, CRPA, associazioni per recuperare boschi abbandonati ed estendere le collaborazioni.

Ma serve la consapevolezza dell’intera popolazione. Per essere efficaci bisogna uscire dall’astrazione scolastica, dai confini burocratici, dalle catture fatte con la tele e con la rete che portano a dimenticare chi ancora lavora all’esterno e assicura l’esistenza cittadina.

Rurali Reggiani