Home Economia Acqua in Val d’Enza. Coldiretti: basta calcoli, passiamo ai fatti.  

Acqua in Val d’Enza. Coldiretti: basta calcoli, passiamo ai fatti.  

8
1

 

Coldiretti Reggio Emilia: tutti i Sindaci delle amministrazioni coinvolte dovrebbero intervenire giovedì 19 aprile ore 16.30 al tavolo di confronto convocato dal Commissario della Bonifica dell’Emilia Centrale e al quale parteciperanno le organizzazioni agricole e i consorzi irrigui, istituito per confermare il calcolo dei fabbisogni idrici della Val D’Enza e dare finalmente soluzioni concrete alle necessità del territorio.  

Se la Val d’Enza è il cuore del Parmigiano Reggiano, se è la terra delle essenze erbacee e dei prati stabili, se è il luogo dei foraggi per l’alimentazione delle bovine da latte, se la viticoltura affonda le radici nelle sue colline, se sono i paesaggi intrisi della storia di Canossa, allora la Val d’Enza è un territorio che va difeso e sostenuto soprattutto nella risoluzione del suo storico problema idrico.

Ed oggi più che mai, occorre il definitivo impegno di tutte le amministrazioni coinvolte, affinchè lo storico modus operandi “piuttosto che niente, meglio piuttosto” lasci spazio a soluzioni concrete per le reali necessità emerse nei tavoli tecnici costituiti in regione che hanno quantificato in 74 milioni di metri cubi d’acqua il fabbisogno idrico della Val D’Enza.

“Come Coldiretti Reggio Emilia – commentano i vertici Assuero Zampini e Vitangelo Tizzano – riteniamo opportuno che al tavolo di lavoro partecipino anche tutti i Sindaci delle amministrazioni coinvolte, al fine di concordare che il compito del Tavolo Tecnico è finalmente concluso e che la capienza dell’invaso è stata definita in modo chiaro e “cristallino”, pertanto ulteriori dilazioni o temporeggiamenti risultano inutili sprechi di risorse che invece potrebbero essere impiegate nella progettazione e realizzazione dell’invaso.”

Anche la sensibilità ambientale dei cittadini ha compreso l’importanza della gestione irrigua quale strumento per difendere il territorio, migliorare le produzioni agricole e tutelare la biodiversità ed è ormai verità condivisa che l’opera degli imprenditori agricoli, che gestiscono il 75% del territorio reggiano e che vivono e lavorano su un territorio con cui producono beni alimentari per la società, è importante anche per la difesa dei beni ‘locali’ di tutti.

Ora rimane da comprendere se, alla luce di quanto è emerso, l’intenzione della politica è quella di dare soluzioni al fabbisogno idrico del territorio aprendo un confronto per la realizzazione di un invaso che porterebbe soluzioni concrete, oppure tentare di  logorare ulteriormente la determinazione degli agricoltori e la disponibilità delle risorse pubbliche.

1 COMMENT

  1. A volte ci si augura il peggio sperando che toccato il fondo si possa cambiare qualcosa, ma cosa si può cambiare se chi disse no alla diga di Vetto ha ancora il potere?, cosa si può fare? ognuno si dia la risposta. La Diga di Vetto nel 1987 fu definita “Urgente ed Indifferibile” dal Ministero dell’Agricoltura per le terre del Parmigiano Reggiano, a quest’opera fu data valenza inter Provinciale, inter Regionale e Nazionale, in quanto non dava solo acqua all’agricoltura, ai rubinetti e tanta energia ma contribuiva a ridurre il rischio di risalita del cuneo salino dal Po in caso di magra. Fu progettata, appaltata e iniziata nel 1988, come tanti altri invasi in quell’epoca, vedi Bilancino, Montedoglio, Ridracoli, ecc. tutte dighe realizzate anche se non definite urgenti ed indifferibili. Quella di Vetto fu fatta sospendere per motivi tutti annullati dalla Suprema Corte di Cassazione nel 1992 e mai fatti ripartire, e ora piuttosto che ammettere che questa sospensione fu, a mio avviso, la rovina dell’agricoltura e dell’economia della montagna, si cerca una giustificazione dicendo che oggi basta un piccolo invaso. E’ ora di dare delle risposte agli agricoltori; alla montagna scriveremo un capitolo alla memoria nei rispettivi cimiteri, ma agli agricoltori va detta la verità, basta menzogne, basta giochini, basta compromessi, basta giocare sulle quantità, i Consorzi hanno presentato un documento che sulla Valle dell’Enza servono 152 milioni di metri cubi, conteggio basato solo sui Comuni del conoide dell’Enza, e gli altri Comuni a chi ci pensa?, sono figli di nessuno?, non hanno bisogno di acqua?. Purtroppo a Vetto è realizzabile solo un piccolo invaso di 93 milioni di metri cubi utili, che al campo per gli agricoltori significa molto meno della metà, se pensiamo agli altri usi, alle perdite e al DMV. Coldiretti nel suo articolo sostiene che il Tavolo Tecnico ha detto che serve 74 milioni di metri cubi, dati di cui non conosco la provenienza; ma di questi 74 milioni quanti milioni ne dispongono già?; di quanti milioni deve essere l’invaso?. In questo caso piuttosto che niente, è meglio “NIENTE”, molto meglio “NIENTE”, un piccolo invaso per accontentare qualcuno non serve a nessuno; e costa come l’invaso da progetto. Oggi realizzare un piccolo invaso impedirà alle generazioni future, ai politici futuri, ai partiti futuri di poter decidere di fare ciò che serve e non ciò che piace a qualcuno oggi che nel passato ha sempre detto NO; e che oggi vorrebbe buttare via circa 120 milioni di Euro più il progetto che dura anni e anni per un piccolo invaso, che ripeto: a cosa serve e in quanti anni si inertizza?. Auguri agli Agricoltori sperando che qualcuno capisca, e pace “eterna” a noi montanari, grazie ha chi ha sempre detto NO alla Diga di Vetto.

    (Sindaco di Palanzano)

    • Firma - Sindaco di Palanzano