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“500 parti anno ci sono già: il punto nascite di Castelnovo va riaperto”. La vicepresidente della Camera Spadoni scrive a Bonaccini

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Roma,
Al Presidente della Regione Emilia-Romagna
Dr. Stefano Bonaccini
All'Assessore alle politiche per la salute della Regione Emilia-Romagna
Dr. Sergio Venturi

Oggetto: Richiesta di riapertura del punto nascita di Castelnovo ne’ Monti (RE)

Come saprete, in data venerdì 8 giugno 2018, presso la sala consiliare del Comune di Castelnovo ne’ Monti, si è tenuto un incontro organizzato dal sindaco Enrico Bini, per parlare della situazione del punto nascita di Castelnovo ne’ Monti, un tema molto sentito sia dalla collettività dei cittadini, sia dalle istituzioni.
All’incontro, erano presenti: i rappresentanti dei comitati Di.na.mo (Diritto a nascere in montagna) e del Comitato Salviamo le Cicogne, i deputati Davide Zanichelli (Movimento 5 Stelle), Antonella Incerti (Partito Democratico), la senatrice Maria Laura Mantovani (Movimento 5 Stelle), i consiglieri regionali Silvia Piccinini (Movimento 5 Stelle) e Gabriele Delmonte (Lega), Yuri Torri (Sinistra Italiana), Silvia Prodi (Articolo 1- MDP), il Sindaco di Castelnovo ne' Monti Enrico Bini, i consiglieri comunali presso il Comune di Castelnovo ne’ Monti Massimiliano Genitoni (Movimento 5 Stelle), Emilia Attolini (Movimento 5 Stelle) e Bahrami Hassan (Movimento 5 Stelle) e la sottoscritta Maria Edera Spadoni, vicepresidente alla Camera dei Deputati.

Durante l’incontro i comitati Salviamo le Cicogne di montagna e Di.Na.Mo. hanno presentato le loro istanze nonché l’invito ad aderire al “Patto delle cicogne per la riapertura dei punti nascite di montagna” trovando in ogni territorio le soluzioni più idonee per garantire sicurezza e tutela a tutte le famiglie.
Premesso che la fonte normativa che prevede la chiusura dei punti nascita sotto i 500 parti è l’accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010, che fissa in almeno 1000 nascite/anno lo standard a cui tendere, nel triennio, per il mantenimento/attivazione dei punti nascita e prevede la razionalizzazione/riduzione progressiva dei punti nascita con numero di parti inferiore a 1000/anno.

La nostra Regione, ha accettato tale scelta, nonostante la maggior parte dei punti nascita che eseguono meno di 500 parti nel territorio regionale non presentassero criticità e fossero strutturati in immobili che garantiscono sicurezza, con macchinari all’avanguardia e medici di degno rispetto professionale, avendo degli indici di competenza altissimi. L’accordo, tuttavia, prevede che la possibilità di punti nascita con numerosità inferiore e comunque non al di sotto di 500 parti/anno possa essere prevista solo sulla base di motivate valutazioni legate alla specificità dei bisogni reali delle varie aree geografiche interessate con rilevanti difficoltà di attivazione dello Stam (servizi di trasporto assistito materno).

L’11 dicembre 2015, infine, è stato redatto un protocollo metodologico per la valutazione delle richieste di mantenere in attività punti nascita con volumi di attività inferiori ai 500 parti/annui e in condizioni orogeografiche difficili. Il Comitato percorso nascita nazionale supporta tutte le regioni e province autonome nell’attuare le migliori strategie di riorganizzazione dei punti nascita, verifica che esse siano coerenti con quanto definito nell’accordo ed assicura, allo stesso tempo, un efficace coordinamento permanente tra le istituzioni centrali e periferiche in funzione della qualità e sicurezza del percorso nascita.

Nel 2016 il punto nascita di Castelnovo ne’ Monti ha registrato 153 parti (159 nel 2015), con una percentuale cesarei del 29,5%. La Regione ha chiesto la deroga per tutti i punti nascita ed ha ottenuto tale facoltà solo per gli ospedali di Scandiano e per i due del cratere sismico: Mirandola (MO) e Cento (FE). La richiesta di deroga non è stata accolta per la struttura di Castelnovo ne’ Monti. Di conseguenza, l’attività in questo punto nascita è stata sospesa.

I consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle hanno proposto un’idea innovativa, ossia che non vengano presi in considerazione i 500 parti avendo a riferimento la struttura fisica, il singolo punto nascita, ma bensì i parti dei medici che operano nella struttura che possono raggiungere questo limite minimo di prestazioni turnando su altri punti nascita di strutture sanitarie limitrofe. L’obiettivo comune che si vuole raggiungere è mantenere in funzione i punti nascite sotto i 500 parti, con garanzie igienico-sanitarie e strutturali, nonché muniti di personale qualificato; sospendere ogni depotenziamento nei presidi ospedalieri di tutta la Regione e agire nella Conferenza Stato-Regioni in ordine all’accordo sulla salute firmato del 2010, affinché la normativa in essere sia adeguata alle esigenze della popolazione, in particolare nei territori montani, in cui ai fini del mantenimento dei punti nascita bisognerebbe prendere in considerazione non il numero dei parti effettuati nella struttura, ma bensì il numero di parti effettuati dal personale sanitario che opera nella struttura e la sua esperienza professionale.

A ottobre 2017 è stata decretata la chiusura del punto nascita di Castelnovo ne’ Monti, dopo che era stato accorpato all’Ospedale S. Maria di Reggio Emilia (delibera di giunta Regione Emilia Romagna dell'1 luglio 2017). A sostegno dell’importanza della riapertura del punto nascita i rappresentanti del Movimento 5 Stelle e di altre forze politiche hanno sottoscritto l’appello redatto dai comitati Salviamo le Cicogne di Montagna e Di.Na.Mo., in cui si ricorda che “la decisione di aprire o chiudere punti nascita spetta alle regioni” e che le indicazioni contenute nell’accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010 sono “linee di indirizzo” da cui derivano “raccomandazioni”.

Alla luce di quanto sopra esposto, con la presente lettera si intende manifestare la volontà di cercare soluzioni rapide ed efficaci che tutelino le famiglie e vadano a vantaggio della collettività. Per questo si richiede che la Regione Emilia-Romagna si adoperi per la riapertura dei punti nascite di Castelnovo ne’ Monti garantendo i parametri di sicurezza adeguati.

Vi ringrazio sentitamente per la vostra collaborazione e resto a disposizione per approfondire il tema in ogni modo che riterrete opportuno.

Cordiali saluti
(Maria Edera Spadoni. Vicepresidente della Camera dei Deputati)

3 COMMENTS

  1. Si apre una possibilità perché qualcuno si sta occupando di noi? E’ veramente triste constatare che riguardo a un argomento così importante il Pd montano stia di lato, quasi a contrastare. La chiusura del punto nascita è stata una sconfitta per la comunità. Non ho più un partito, mi sembra di poter dire, con dolore, perché il mio non ha saputo riconoscere un ambito così meravigliosamente delicato da difendere. A Bologna hanno sostenuto il Mire, di per sé un’idea bellissima per la ricerca, per l’organizzazione, ma inconcepibile se accentramento di parti. Hanno dimenticato la razionalità dei tre poli. L’ospedale come presidio che tenga conto dell’ampiezza del territorio e della concentrazione urbana. Nemesi greca, era la dea della misura: custode dell’equilibrio che arreca gioia, punitrice della dismisura che provoca dolore. Gli avvenimenti più eclatanti della vita di ogni essere umano sono la nascita e la morte. Un ospedale che allontana da sé lo spazio della nascita è un ospedale che alimenta, anche culturalmente, un senso di vuoto ampio come il territorio di riferimento, è un ospedale che muore. La nascita non è una malattia, è un avvenimento meraviglioso, che la natura stessa protegge, perché la natura è testarda.

    (Dilva Attolini)

  2. Sono in sintonia piena con l’onorevole Maria Edera Spadoni. Intervento perfetto. Oltre che bella, il che non guasta, la Spadoni è molto intelligente: ha compreso bene le ragioni delle nostre donne. Gli “impiegati” locali del Partito democratico non hanno più alcun alibi: o stanno con i loro vertici regionali, Bonaccini e Venturi, o con i cittadini della montagna. Ma, ripeto, la loro protervia, la loro arroganza e la loro politica suicida li porteranno ancora una volta a negare le ragioni della nostra gente, delle nostre giovani mamme. Nessun dialogo è pertanto possibile. Per non perdere tempo e sprecare energie si deve ignorare e isolare i dirigenti del Pd, in tutte le sedi. E lasciarli al loro destino: il Pd è destinato a scomparire dalla scena politica italiana. Un saluto.

    (Alessandro Raniero Davoli)