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È meglio essere un baladûr o un balugân? Verrebbe da dire: Né l’uno né l’atro!

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Il balcone più famoso al mondo, quello di Giulietta.

Baladûr: Vuole dire bravo ballerino, voglioso di divertirsi. E per questo non occorrono spiegazioni. Ma il termine indica anche il balcone, il poggiolo, il ballatoio, dove andiamo a prendere il sole o il fresco. Uno spazio, insomma, ove si possa stare comodi e a proprio agio. Però quando il termine è nato aveva un significato ben più triste. In latino era il Bellatòrium (da Bellum, guerra, quindi luogo ove si combatte). Inizialmente fu uno stratagemma dei Romani durante le guerre puniche. Abili e quasi invincibili nella lotta corpo a corpo sulla terra ferma, in mare non avevano ancora esperienza, e, ai primi scontri coi Cartaginesi le presero di santa ragione. Idearono allora una specie di ponte mobile che veniva fatto cadere sulle navi nemiche quando queste si avvicinavano per l’arrembaggio.  Cadendo il ponte (detto corvo per il grosso becco) si incastrava nella nave nemica mediante degli arpioni fissi e creava una specie di pedana su cui i romani si ritrovavano come sulla terra ferma o quasi. In seguito fu detto bellatorium anche il percorso di difesa che passava sugli argini intorno all’accampamento.

 

 

 

 

 

Balugân: Oggi indica un perditempo, una persona poco affidabile, o anche uno strabico. L’origine dell’appellativo va ricercata nella rivalità tra i Frignanesi e i Modenesi di città, al tempo dei Comuni. Pare che una famiglia di Palagano sia scesa prima a Balùgola (o, come si diceva allora, Vallùcola = piccola valle), nei pressi di Castelnovo Rangone, per poi passare in città a servizio della Curia. Il territorio di Balùgola, nel medioevo, era una contea proprietà della Curia vescovile. Il gesto fu reputato dai Frignanesi come un tradimento. Da allora chi abbandona la montagna per la pianura è un Balugano. Il termine è presente anche nel reggiano con l’aggettivo Balûgh, che però indica un occhio spento. L’etimologia? Si sospetta che risalga al celtico ballùca = nocciola, con allusione sia alla rotondità, sia alla poca perspicacia).