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L’economia italiana tra sviluppo e declino

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Tre big della politica economica nazionale come Pier Luigi Bersani,responsabile economico dei DS, Enrico Letta, responsabile economico de La Margherita e Bruno Tabacci UDC Presidente della Commissione Attività produttive Commercio e Turismo della Camera dei Deputati si sono confrontati nella Sala della Rocca di Montecchio invitati dalla API di Reggio Emilia con Presidente Nello Ferraroni e dalla Associazione Etica ed Economia rappresentata da Mario Bronzoni.
Ospite generoso della iniziativa il Sindaco di Montecchio Iris Giglioli.
Si è trattato di un confronto molto interessante, dove i tre parlamentari hanno potuto esprimere compiutamente il loro pensiero non condizionati dai tempi stretti dei talk show televisivi, senza sovrapposizioni e senza la vis polemica degli stessi talk show.
Seppure con diverse motivazioni la diagnosi sulla economia nazionale "a rischio di declino" è stata condivisa daio tre relatori, ma mentre Letta e Bersani hanno insistito sulla incapacità del Governo di affrontare la situazione, Tabacci ha preferito puntare il dito sui temi della evasione e del sommerso come ragioni di fondo delle difficoltà attuali.
Enrico Letta ha precisato tuttavia come le radici della crisi risalgano a prima dell'insediamento dell'attuale Governo e come la stessa sia condivisa da altre nazioni come la Francia e la Germania, ma mentre in queste nazioni si stanno adottando, da parte dei rispettivi governi, già da ora, provvedimenti importanti e a lungo termine per far fronte alla situazione, in Italia si mira a "sopravvivere", a rinviare la soluzione dei problemi. Nei prossimi 100 giorni l'UE è impegnata ad assumere provvedimenti fondamentali per il futuro della economia europea ed il nostro Governo sembra ssolutamente disinteressato a partecipare alla elaborazione di tali provvedimenti.
Letta ha indicato nella ricerca, da realizzarsi in collaborazione con le Università, nella qualificazione delle produzioni, nella capacità delle imprese di stare sui mercati esteri gli elementi per passare dal declini allo sviluppo.
Pier Luigi Bersani ha lamentato il fatto che in questi tre anni di vita del Governo non ci sia stato modo di discutere in Parlamento della politica industriale del Paese per definire di comune accordo alcuni interventi di sostegno alla ricerca, alla qualificazione dei prodotti, alla riduzione del costo del lavoro necessari ed non rinviabili per limitare gli effetti della globalizzazione dei mercati che hanno, in sostanza, generato il declino del nostro sistema produttivo.
L'errore fondaemntale di questo Governo, secondo Bersani, è stato quello di puntare, fin dal suo insediamento, su di un boom produttivo che in realtà non c'è stato nel nostro paese, mentre si è verificato in paesi come la Cina, il sud est asiatico ed anche in qualche paese dell'est europeo che si sono affacciati sui mercati come diretti competitori nostri sulle produzioni a scarso valore aggiunto.
Nella realtà il nostro Paese ha assistito e sta assistendo ad una selezione delle imprese da cui si salveranno solo quelle che saranno in grado di mettere sul mercato prodotti innovativi e ad alto contenuto tecnologico.
Bruno Tabacci ha preferito evidenziare altri aspetti della nostra economia e del nostro mondo del lavoro che rendono problematica la situazione, in particolare l'evasione fiscale e il lavoro nero. Riuscire a limitare anche solo in parte questi fenomeni significherebbe ridare fiato al sistema e recuperare terreno sui mercati. In più scontiamo gli effetti di un eccessivo peso del mondo della finanza e delle banche sul sistema produttivo che è fortemente condizionato dal sistema bancario.