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Il libro / Appennino: “duro ma di cuore (anzi, due)”

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“Benvenuti!”. E la Pietra di Bismantova favellò. Così l’incipit del nuovo libro, il secondo dopo Era bionda l’altra Valentina uscito nel 1997, del castelnovese Armido Malvolti, stavolta insieme a Lorenzo Costi, che sarà nelle edicole il prossimo 23 marzo. Titolo: I duri hanno due cuori.

“Senza la collaborazione di Lorenzo Costi, coautore, questo libro non sarebbe mai nato”, tiene a precisare subito Malvolti. Il quale, contattato dalla nostra redazione, così continua: “Volevo scrivere una cosa giovanile che fosse ancorata al passato ma proiettata nel futuro. Per questo ricercavo un ragazzo come partner. Da solo, non mi vergogno a dirlo, non ce l’avrei fatta. La storia si svolge su diversi piani narrativi, almeno tre, se non addirittura quattro”. “Si tratta di un progetto che nasce alle scuole medie di Castelnovo sul finire degli scorsi anni ’90. Lorenzo aveva allora 13 anni. Ho letto un suo tema. Sono rimasto immediatamente affascinato ed ho capito che era la persona che stavo cercando per aiutarmi a comporre quanto avevo in testa”.

La Pietra di Bismantova come originale io-narrante; contatti con personaggi del calibro di Guido Conti e Luciano Ligabue; casa editrice, Aliberti, che distribuirà il libro in tutta Italia. Parte bene, molto bene, questa nuova avventura editoriale.

Da qualche anno a questa parte sono davvero parecchi i montanari che si stanno mettendo in gioco come scrittori. Viene avanti il “filone montanaro”, secondo una definizione (neanche troppo originale per la verità) usata per comprendere il fenomeno. Ciò - a prescindere qui dal valore dei contenuti - è certo un fatto interessante, che merita di essere tenuto presente.

Che continuità c’è, se c’è, col primo libro?
“Nessuna, proprio nessuna”, risponde Malvolti. “Anche se, ad esempio, Clementina Santi, che lo ha già letto, dice di trovare in comune la ‘voglia di indagare il mondo dei giovani’”.

Non c’è due senza tre...
“Idee ne ho a bizzeffe. Ad esempio penso ora ad un progetto di una decina d’anni fa che ho nel cassetto e che credo presto tirerò fuori…".
Alè, direbbe Giovanni Floris.