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Turismo, affresco in chiaroscuro

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“Questo convegno ha rappresentato una pietra miliare per definire i modi di ‘fare’ turismo in Appennino, in quanto oggi ne sono state discusse e condivise le strategie” è la dichiarazione conclusiva con cui il presidente del Gal “Antico Frignano e Appennino Reggiano”, Emiro Endrighi, ha commentato l’affollata riunione aperta a enti, operatori e giornalisti svoltasi ieri alla ‘Baita d’Oro’, sulla Sparavalle, in Comune di Castelnovo ne' Monti.
“I flussi turistici nell’Appennino emiliano romagnolo dal 2001 al 2004 mostrano segnali di stagnazione – ha illustrato Sabrina Gigli, agente di sviluppo del Gal, l’agenzia reggiano-modenese deputata a gestire le risorse del programma comunitario Leader + - Il 2004 è stato un anno di calo, mentre la vivacità del 2003 è da ricondurre a fenomeni di tipo climatico. I turisti che salgono qui provengono da regioni di prossimità. Prevalgono gli anziani, qualche famiglia con bambini, poche coppie giovani che si concentrano unicamente nei fine settimana. Non solo: si contrae la stagionalità, sostanzialmente dal 20 luglio al 25 agosto”.
“I dati del 2004 – ha detto Pier Luigi Saccardi, assessore al turismo e vicepresidente della Provincia di Reggio Emilia – evidenziano comunque la vivacità delle esperienze imprenditoriali turistiche in montagna. E’ da notare, inoltre, l’importanza del rapporto presenze turistiche/popolazione nei comuni considerati. Certo, dal 2004 c’è un calo dei posti letto, ma è contenuto e fisiologico, mentre aumentano gli esercizi collocati nelle fasce più alte. Occorre mirare ad una riqualificazione del settore”. Il vicepresidente ha inoltre sollecitato gli imprenditori a rimboccarsi le maniche perché senza l’iniziativa privata non è possibile sviluppare alcunché.
Come cambia allora la domanda di fare turismo? Ha risposto chiaramente Stefano Dall’Aglio, responsabile Econstat, nota società di consulenza per l’industria turistica. “Si passa da un sistema dove ogni singolo offre il suo prodotto – ha detto l’esperto - ad un sistema dove i territori offrono turismo, e all’interno di essi è definita una strategia e sono definiti i ruoli di ognuno. Questo perché si modifica l’andamento della domanda e, oggi, il mercato ricerca esperienze. Di conseguenza il turismo deve diventare un modo per fare esperienze, mettendo a sistema le potenzialità e le risorse di cui si dispone”.
“E’ per questo – ha illustrato il presidente del Gal, Endrighi – che stiamo sostenendo progetti mirati. Col turismo di comunità vogliamo coinvolgere il territorio: lavoriamo con le comunità per redigere un micropatto locale e gli standard di offerta. Col cicloturismo - progetto satel bike -, vogliamo rendere fruibili i sentieri in sicurezza, offrendo servizi avanzati. Intendiamo creare una rete integrata dedicata ai sentieri escursionistici. Col turismo equestre operiamo per qualificare i percorsi e la ricettività, da Piacenza sino a Rimini. Infine, con l’orienteering in Appennino, progetto in collaborazione con organismi e associazioni scandinave, stiamo sviluppando uno sport e un turismo perfettamente ecocompatibili con il nostro territorio. Per differenziare l’offerta turistica la rotta è segnata”.

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Vivace e ricco di interventi il dibattito nel cuore del convegno. Maurizio Davolio, presidente dell’Associazione italiana turismo responsabile, ha sottolineato come “l’iniziativa del Gal Antico Frignano e Appennino Reggiano, volta allo sviluppo di forme di turismo di comunità, ha l’obiettivo di rendere più accogliente e ricca l’ospitalità in territorio appenninico. Così è possibile superare e qualificare un’offerta di villeggiatura che tradizionalmente è costituita da elementi molto semplici: aria buona, passeggiate, buon cibo. Col turismo di comunità all’ospite è offerta l’opportunità di immergersi nella vita locale come ne fosse un componente, sia pure temporaneo”. “L’importante esperienza del turismo di comunità che stiamo avviando – gli ha fatto eco Farina, della cooperativa ‘I briganti del Cerreto’ - sollecita l’intervento della Provincia ad assumere un ruolo di coordinamento”.
“Senza dimenticare – ha aggiunto Pietro Ferrari di Redacon – l’importanza e le potenzialità del turismo sportivo”.
“Evidente anche l’importanza del Club di prodotto – ha ricordato Loredana Notari de ‘Il Gigante del Parco’ -, in qualità di coordinatore delle strutture recettive”.
Vittorio Ruffini, presidente Confesercenti: “Occorre istituire una partnership pubblico-privato più intensa che funzioni da motore allo sviluppo. E’ anche necessario rivedere l’impostazione dello Iat in montagna”.