Home Economia Gli assessori all’agricoltura delle province al capezzale del Parmigiano-Reggiano

Gli assessori all’agricoltura delle province al capezzale del Parmigiano-Reggiano

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A Reggio Emilia si è svolto il secondo incontro tra gli assessori all'Agricoltura delle Province che rientrano nel Comprensorio di produzione del Parmigiano-Reggiano.
Se al primo incontro - tenuto a Parma - c'erano gli assessori emiliani (Roberta Rivi per Reggio Emilia, Gabriella Montera per Bologna, Pier Luigi Ferrari per Parma, Graziano Poggioli per Modena) in quest'occasione a loro si è aggiunto Carlo Orlandini per la Provincia di Mantova. Presenti inoltre l'UPI (Unione Province Italiane) ed il Consorzio del Parmigiano-Reggiano, rappresentato dal vice presidente Franco Ferretti e dal direttore Leo Bertozzi.
Compiuto un giro d'orizzonte sulla situazione difficile che sta attraversando uno dei più pregiati prodotti dell'agro-alimentare Made inItaly,gli assessori hanno deciso di costituire un Tavolo di consultazione permanente tra di loro, che potrà essere aperto di volta in volta ad altri soggetti, istituzionali e non.
Sono state ipotizzate iniziative in varie direzioni, sia per confrontarsi con altri livelli istituzionali, sia per aiutare la filiera del Parmigiano-Reggiano ad affrontare la situazione. In questo senso si pensa ad uno studio che possa suggerire come muoversi per modernizzare la commercializzazione del formaggio. Sarà anche affrontato il tema di come aiutare ed incentivare comportamenti virtuosi dei produttori, con misure specifiche da prevedere nel prossimo Piano regionale di sviluppo rurale.
Gli assessori dell'area del Parmigiano-Reggiano hanno anche auspicato un'accelerazione di percorso del rinnovato disciplinare produttivo, improntato all'esaltazione della qualità e del legame tra prodotto e territorio. Più in generale si sono trovati d'accordo per il più rigoroso rispetto delle regole. In questo senso hanno espresso l'auspicio che la Camera termini l'iter di soppressione del comma 551 della Finanziaria, confermando quanto già deciso dal Senato, dato che il ricorso al tribunale ordinario in materia di quote latte da parte di chi non le rispetta, sembra improntato più che ad una ricerca di giustizia a quella di prendere tempo, confidando nei tempi lunghi della Giustizia civile, con ciò alimentando il permanere di una situazione d'illegalità produttiva che ha un peso rilevante nell'attuale crisi.
Gli assessori hanno inoltre ribadito l'esigenza di attuare un intervento che consenta di programmare la produzione, trovando le strade opportune: dato che l'Antitrust in Italia esprime opposizione su ciò, temendo turbative di mercato, ma è verificato che in altri Paesi europei ci sono soggetti autorizzati a compiere interventi di questa natura.