Home Cronaca Il Comitato Alta Val Secchia chiede a gran voce la Pianello-Giarola

Il Comitato Alta Val Secchia chiede a gran voce la Pianello-Giarola

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"Secondo i nostri calcoli il costo della strada si aggira sui 12 milioni di euro, compresa una bretella di collagamento a Talada: che non sono i 71 che dice la Provincia". In un teatro Bismantova praticamente pieno (considerato anche che era un caldissimo sabato di fine luglio... ) il Comitato Alta Val Secchia (d'ora in poi Cavs) ha presentato il suo studio-progetto di prosecuzione della Gatta-Pianello. Facendo le cose per bene: buona l'organizzazione, precisa la scansione degli interventi che si sono succeduti, curata, anche tecnicamente, l'esposizione, supportata da strumenti informatici che hanno permesso al pubblico di seguire meglio l'illustrazione orale fatta da Piero Ferrari.

Ma aveva cominciato l'avv. Silvestri, affermando che "il comitato vuole stimolare le amministrazioni; siamo, lo abbiamo già detto e ripetuto, apartitici". "Notiamo che circa l'eventualità di una prosecuzione dell'opera non è che si sia stati fermi: c'è stata addirittura una retromarcia". Secondo il legale "siamo sulla soglia del disastro del nostro abitare, sulla soglia del non ritorno. Per questo la costruzione della Pianello-Giarola (PG) è elemento essenziale per la nostra sopravvivenza". Sulla statale 63: "Non siamo contro, anzi, anche noi la vogliamo completata: la PG è integrativa, non alternativa. Tra l'altro si presenterebbe come la vera porta di accesso al territorio del Parco nazionale".
Silvestri ha aggiunto che la PG sarebbe utile al mantenimento (e all'auspicabile aumento) della popolazione locale perchè permetterebbe ai residenti di poter lavorare in trasferta senza che ciò comporti il trasferimento loro e della famiglia: un normale e possibile pendolarismo, cioè.
Ha criticato la posizione dei Verdi: "Sono di concezione antica, sanno dire solo dei no". Ha concluso affermando che "Castelnovo, centro riconosciuto della montagna, avrà un futuro solo se il crinale non morirà".

Piero Ferrari era incaricato di fare l'illustrazione vera e propria dell'analisi compiuta dal CAVS. Prima quella demografica, da cui risulta (cosa peraltro più che nota; qui è solo stata ben dettagliata) che la popolazione anziana costituisce la gran parte del totale. Poi quella sociale, la presenza di strutture di servizio. "Chiediamo sostegno e non assistenzialismo", ha sottolineato. La statale 63 "non è una strada di penetrazione e dà un sacco di problemi: servirebbero soldi e anni per ovviare". E qui Ferrari ha fatto riferimento al progetto della Provincia presentato l'altro ieri: "Saremo maliziosi, ma notiamo la strana coincidenza con questo nostro appuntamento". Costi: 12 milioni di euro, considerando anche una bretella di collegamento con Talada, contro i 71 della Provincia. Poi ha estratto un coniglio dal cilindro. Presentando un estratto del Prg del Comune di Villa datato 1987 ha riferito e fatto vedere sullo schermo che un tracciato simile era già previsto: "E tra gli amministratori dell'epoca vi erano Benedetto Valdesalici e Paolo Bargiacchi": soprattutto il primo è notoriamente contrario anche al tratto già realizzato. Ma la polemica ha toccato anche un altro personaggio come Giovanni Lindo Ferretti: Ferrari ha ricordato la sua frase secondo cui "di strade per andarsene dalla montagna ce ne sono già abbastanza...".

E' stata poi la volta dei rappresentanti di categorie, associazioni e parrocchie.

Casanova, del Gruppo Imprese Reggiane, ha affermato, sostenendo la posizione espressa dal CAVS, che "ormai in montagna non basta più la normale diligenza amministrativa". E lancia la proposta di indire un referendum tra quelle popolazioni.

Don Ghirelli ha compiuto un excursus storico della consistenza degli abitati a partire dal '700. "Con l'eccezione di Cervarezza, frana tutto. Oggi siamo al limite del collasso". "Ci si dice che non c'è iniziativa? Per forza, ci sono solo anziani. Il contesto ambientale-sociale in cui si vive influenza lo sviluppo delle persone, e se questo è deprimente non ci si possono che attendere le logiche conseguenze". Aggiungendo che "noi parroci diamo tutto il nostro appoggio a iniziative che aiutino in questo senso, e la PG ci pare una di queste". Conclude e sottolinea: "Chi sul crinale non ci vive non può capire".

Mentre Galassi, della Uil provinciale, auspica una "comunità d'intenti", l'intervento di Giovanni Teneggi, di Confcooperative, ha teso a richiamare all'attenzione che è fondamentale la collaborazione, e non la contrapposizione, tra cittadini e amministratori. "Il progetto che ci è stato presentato merita di essere portato e discusso ai tavoli di decisione". Aggiungendo: "Forse non si ha idea davvero, con forza, che la montagna è la priorità, e la salvaguardia della vita in tale territorio è un fatto centrale. Servono investimenti, serve intervenire sulla fiscalità. Eppure la legge regionale sulla montagna dello scorso anno ci aveva fatto ben sperare...". Ha inoltre richiamato anche le associazioni economiche ad una precisa assunzione di responsabilità.

E' toccato poi a Leana Pignedoli, presidente della Comunità Montana. Ha ricordato, riferendosi alla disamina dei dati sociali e di popolazione di Ferrari e a quanto detto da don Ghirelli, che "vi sono dinamiche più ampie che hanno contribuito a determinare i problemi di oggi. Le condizioni sono cambiate, non si possono confrontare a piè pari gli abitanti di secoli fa e quelli di oggi senza tenere conto dell'insieme". "Vedo negativamente il costituirsi di due partiti, due tifoserie, una 'pro' e l'altra 'contro', la PG". Ha detto che "una strada, di per sè, non è cosa esaustiva. I fattori di sviluppo sono diversi". Ha ricordato poi che il governo attuale "non ha messo un centesimo, o una lira, come preferite, sulla nostra 63", di cui il presidente comunitario ribadisce la centralità.
Ha accennato al Parco nazionale, per sostenere che "occorre ridare identità propria, una sua vita interna, ad un territorio che l'ha smarrita". Si dice concorde con Teneggi sul fatto che occorre unire le forze. Poi il passaggio atteso dalla platea: "C'è disponibilità al dialogo, anche la Provincia prenderà in considerazione e valuterà questa proposta presentata oggi".

Emilia Paoli, dei Comunisti Italiani: "I comitati non mi entusiasmano, ma riconosco che questo sa parlare alla gente, cosa che non sempre riesce alla politica. Comunque noi come partito ci siamo sempre detti favorevoli alla PG".

Don Daniele Patti ha ripreso i concetti espressi soprattutto da Leana Pignedoli: "Non dobbiamo sempre stare a ripetere quello che è stato fatto di buono in passato, che pur c'è stato, ma prendere in considerazione i problemi di oggi. Non vogliamo parlare di coma? Chiamiamolo collasso...". "Mi fa piacere, se ho capito bene (e lo spero, è un passo importante), che ora la Provincia si renda disponibile, quando fino a pochi mesi fa la cosa era completamente fuori discussione". I partiti pro e contro sono nei fatti, dice il religioso. Interloquisce dalla platea la presidente della Comunità Montana. Non si sente la voce perchè non amplificata, ma la risposta di don Patti è lapidaria: "No, signora, non sto facendo un comizio". Prosegue: "Gli amministratori, eletti dai cittadini, si devono mettere al loro servizio, e non a quello di un'idea. Bisogna uscire da questo metodo. Il comitato a parere mio è stato anche troppo buono". Conclude il suo intervento stigmatizzando il comportamento di - sue parole - "certo giornalismo": "Ha avuto grande risalto sulla stampa il progetto della 63 Castelnovo-Collagna; praticamente nulla si è detto della riunione di oggi".

Notati tra il pubblico in sala alcuni amministratori e politici come il sen. Giovanelli, il sindaco di Castelnovo Marconi, il sindaco di Busana Govi, il consigliere comunale castelnovese Vincenzo Ferrari, l'esponente della Lega nord Davoli.