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Buon Appennino / Reggio, arrivano le vivande montane alla Giareda!

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Buon Appennino, la manifestazione cultural-gastronomica voluta dalla Comunità Montana dell'aAppennino Reggiano e dalla Provincia di Reggio Emilia con il contributo della Camera di Commercio di Reggio e del GAL Antico Frignano e Appennino Reggiano, scende nel cuore di Reggio, in piazza Prampolini, per tutta la giornata di sabato 3 settembre nell’ambito della sagra della Giarèda.

Dalle ore 10 alle 13 e dalla 17 alle 19 verranno offerti, in vendita e in degustazione, i prodotti tipici della nostra montagna: dai funghi secchi e freschi (se la raccolta sarà stata positiva!) ai formaggi parmigiano-reggiano e pecorino, dai frutti di bosco all’erbazzone col riso, dai salumi alle torte tipiche, dalla carne di pecora al farro e suoi derivati, tutto da innaffiare col vinello dei colli reggiani.

Diversi produttori saranno impegnati a rallegrare il palato dei reggiani in festa e a far conoscere il solido patrimonio gastronomico della montagna reggiana, non abbastanza conosciuto e troppe volte dato per scontato.

Il tutto sarà accompagnato da musica da piano bar con Anna Gualandri alla tastiera.

All’ora dell’aperitivo, intorno alle 19,30, la Merulo Big Band rallegrerà la piazza con le sonorità che l’hanno ormai resa un complesso importante ed apprezzato.

La conclusione della giornata sarà ancora affidata alla Merulo Big Band che alle 21 terrà un concerto di musiche di generi diversi.

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Merulo Big Band

La “Merulo Big Band” nasce ufficialmente come formazione autonoma nel gennaio 2003, per iniziativa dei componenti della precedente Big Band dell'Istituto Musicale Pareggiato “Claudio Merulo” di Castelnovo ne' Monti, sorta a scopo didattico nel 1999.
Sin dagli esordi, la Big Band ha trovato, sotto la magistrale guida del professor Giovanni Picciati, una struttura artistica molto originale.
Si è esibita per la prima volta il 30 giugno 1999 a Castelnovo ne' Monti, presentando un repertorio che spaziava da “In the Mood” di Joe Garland a “Moonlight Serenade” di Glenn Miller a “Chattanooga choo-choo” di Harry Warren a “C Jam Blues” di Duke Ellington a colonne sonore tratte da importanti film, a brani di musica latino-americana.
In seguito vari amministratori e associazioni hanno richiesto la presenza della Big Band in occasione di importanti manifestazioni.
Grazie alla preparazione dei “concertisti”, che annoverano fra le loro fila allievi, diplomati e insegnanti dell'Istituto “Merulo”, diplomati dell'Istituto “A. Peri” di Reggio Emilia, strumentisti provenienti dalle Bande Musicali di Felina, Villa Minozzo e Cavola che hanno studiato o frequentano tuttora l'Istituto e da anni collaborano con esso, musicisti di altre realtà che si sono integrati con entusiasmo, la band ha riscontrato un grande successo tra il pubblico, che ha apprezzato le singolari interpretazioni, l'affiatamento tra gli esecutori, il coinvolgimento dei solisti che sanno lanciarsi in varie improvvisazioni.
I risultati positivi ottenuti, oltre al crescente affiatamento e all'entusiasmo che si sono andati creando tra i componenti, hanno favorito la creazione di un gruppo a sé stante, autonomo dalle attività dell'Istituto, con propri direttori artistici e un proprio comitato di gestione.
Lo scopo è quello di intraprendere un cammino artistico nuovo rispetto a quelli già presenti nelle diverse realtà del territorio della montagna, offrendo ai componenti, soprattutto agli strumentisti più giovani, privi di esperienza nell'ambiente musicale professionale, la possibilità di confrontarsi in un panorama vasto e stimolante.
Lo studio di un nuovo repertorio, composto da brani non privi di difficoltà tecniche, come “La Fiesta” di Chick Corea, “Tico Tico”, “Concert for Clarinet” di Artie Shaw, che viene eseguito dal maestro Gaspare Tirincanti (docente di clarinetto presso l'Isituto Musicale “Achille Peri” di Reggio Emilia, nonché concertista di livello internazionale), valorizza al massimo le capacità degli esecutori, ed è significativo per capire quanto gli intenti siano ambiziosi.
Altre informazioni sul sito: www.merulobigband.com.

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I primi appuntamenti con Buon Appennino

Domenica 4 settembre - Castello di Baiso
BUON APPENNINO, la manifestazione cultural-gastronomica voluta dalla Comunità Montana Appennino Reggiano e dalla Provincia di Reggio Emilia con il contributo della Camera di Commercio di Reggio e del GAL Antico Frignano e Appennino Reggiano, sarà a Baiso nel Castello gentilmente concesso dalla famiglia di Pietro Bianchi che ne è proprietaria, per una iniziativa assolutamente originale che permetterà di gustare la carne di pecora in tutte le sue espressioni.
Nella valle del Tresinaro e in particolare a Valestra, nel baisano e sino a Viano è ancora viva la tradizione della lavorazione e del consumo della carne di pecora, una tradizione che risale all’alto medioevo, quando queste terre erano governate dai bizantini e costituivano il confine con i territori dominati dai Longobardi che preferivano le vacche e soprattutto il maiale.
La manifestazione intende offrire ad un vasto pubblico la possibilità di gustare un prodotto poco conosciuto che pure è ancora presente nei menù dei ristoranti locali che, proprio in questo periodo che si approssima all’autunno, ne fanno una caratteristica particolare.
Dalle ore 17 di domenica 4 settembre sarà possibile accedere al Castello, che essendo proprietà privata è generalmente chiuso al pubblico, e gustare assaggi dei prodotti di pecora: rosticcini e barzigole, pecora bollita e salumi come il caratteristico “violino” che è il prosciutto della pecora stagionato lentamente vicino al fuoco del camino e che si affetta come se si suonasse un violino.
E non soltanto questo, ma anche il parmigiano-reggiano con l’aceto balsamico, i dolci al miele e il “croccante” realizzato con intenti “artistici” , a più piani, di cui si fa omaggio alle spose per il pranzo di nozze.
Il tutto sarà preparato da diversi ristoratori e operatori gastronomici della zona.
Il tutto sarà accompagnato dalla musica e da figuranti in costume medievale.

Domenica 11 settembre - S. Stefano di Vetto
BUON APPENNINO, la manifestazione cultural-gastronomica voluta dalla Comunità Montana Appennino Reggiano e dalla Provincia di Reggio Emilia con il contributo della Camera di Commercio di Reggio e del GAL Antico Frignano e Appennino Reggiano, sarà a Santo Stefano di Vetto e in tutta la Val d’Enza per la riscoperta della tradizione dei tortelli.
Tortelli verdi, di spinaci e di bietole, ma anche di ortiche, e tortelli di patate, soprattutto, ma anche tortelli di zucca, che però sono più “piansani”.
Nel libretto che accompagna questa iniziativa è Raffaele Crovi ad introdurci al grande e stuzzicante mondo dei tortelli montanari che si presentano al gusto spesso diversi da locale a locale anche se la ricetta di base resta la stessa: erbe, patate, zucca, pane, latte, uova, ricotta, formaggio buono e, in più, gli ingredienti particolari che ogni massaia e ogni ristoratore usa per differenziarsi dagli altri.
A Santo Stefano di Vetto, sulla strada che dalla 513 in località Rosano svolta verso Pineto, nei pressi della antica chiesa che è citata già nel 1245, ma che sembra risalire al periodo preromanico e che conserva un tabernacolo in legno intagliato e “indorato” che Massimo Pirondini attribuisce ad Antonio Ceccati , sono stati ristrutturati recentemente alcuni locali ad uso rurale in cui domenica 11 settembre dalle ore 17 sarà possibile gustare il tortello verde nei suoi diversi gusti che saranno giudicati e valutati da una apposita giuria.
La collaborazione della Polisportiva Montefiore ha reso possibile l’iniziativa che sarà allietata dai vini delle Cantine Riunite che ben si sposano ai tortelli.
Ma per goderne ulteriormente si potrà fare riferimento ai tanti ristoranti e trattorie della Val d’ Enza che dell’arte del tortello sono maestre.
Siamo qui nelle terre dei Conti Dalla Palude che dominarono, dal Castello di Crovara di cui restano solo tracce, queste terre subito dopo i Canossa e, tra varie vicissitudini, fino al Seicento. Di questa famiglia sono rimaste le dimore importanti di cui due sono ancora visibili a pochi chilometri da Santo Stefano, a Pineto, con affreschi cinquecenteschi ed evidenti testimonianze architettoniche dell’epoca (la più evidente i due ordini di loggiato sovrapposti con colonnine tonde).
Per chi fosse interessato a queste testimonianze d’arte sarà possibile organizzare una visita.