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Cultura e media: l’Italia tra le più care d’Europa

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L'Italia sembra essere tra le nazioni più costose d'Europa, mentre a sorpresa la Francia si caratterizza per i costi contenuti. Lo rivela una ricerca condotta da e-Media Institute sui prezzi dei prodotti dei media nei principali paesi Europei (Gran Bretagna, Germania, Francia, Italia, Spagna). Lo studio mette in evidenza come sia elevato l'esborso delle famiglie per un consumo appena sufficiente di prodotti come tv, cinema, giornali, cd e altro. Assieme all'Italia anche Gran Bretagna e Spagna sono tra le più care. Naturalmente, alcuni prodotti fanno eccezione: guardare la tv pubblica italiana, ad esempio, inaspettatamente costa meno. Il canone radiotelevisivo, in Italia, costa 'solo' 100 euro rispetto ai 204 della Germania, 177 in Gran Bretagna e 116 in Francia. Passando a consumi più giovanili, per un Game Boy Advanced (titolo novità) occorrono in media 43-45 euro (tranne in Inghilterra dove il costo sale a 51 euro), ma se si vuole acquistare un videogioco per la tanto amata 'Playstation 2' il prezzo più basso è in Germania 52 euro, mentre il più alto è stavolta in Francia, 62 euro. Sfogliare un quotidiano d'informazione, tutti i giorni, diventa una spesa poco sostenibile in Germania (costo 1,67 euro); si risparmia questa volta in Inghilterra (0,88 euro) e in Italia, 90 centesimi. Insomma, per una 'dieta' culturale appena sufficiente, ci dice e-Media Institute, la spesa annuale di una famiglia europea può oscillare tra 1.250 e 1.700 euro. Per una spesa più ricca si va dai 2.100 ai 2.800 euro. Quindi, se si vuole risparmiare e spendere solo 400-500 euro all'anno, si potrà andare al cinema quattro volte, comprare due cd dei nostri cantanti preferiti e due dvd (sempre ammesso che si abbia già acquistato i rispettivi lettori audio e video). E poi, per essere informati, si cambia la periodicità: il quotidiano solo una volta a settimana; un settimanale circa una volta al mese e un mensile saltuariamente. Ma niente paura, nella spesa rientrano anche un videogioco e due libri best-sellers. E per tappare i vuoti degli altri consumi culturali, basta pagare il canone della Tv pubblica. (Ansa)