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Un futuro molto promettente

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Il primo articolo uscì su Redacon nel settembre 2003. Dopo due anni ed una manciata di mesi di attività è possibile tracciare un bilancio più che positivo. Il percorso a fianco della Commissione Europea, che ha finanziato il progetto cogliendone il valore, è terminato nel febbraio 2005. Durante il periodo di sostegno, ottenuto attraverso il Programma Gioventù, l’attività giornalistica è incrementata per qualità e quantità, introducendo con una certa costanza novità grafiche e di contenuto, di cui le ultime sono state il lancio di una campagna pubblicitaria e il motore di ricerca.

Oltre a fornire notizie sulla montagna, che costituiscono il corpo informativo fondamentale del sito e del lavoro di redazione, Redacon crede in un respiro internazionale, perché la comunità dell’Appennino reggiano non si chiude su se stessa. Sono stati organizzati, così, incontri pubblici, che hanno portato in montagna il direttore della Rappresentanza a Milano della Commissione Europea, Roberto Santaniello, e il regista Rai del tagliato “Il Fatto di Enzo Biagi” e curatore del programma di Fazio, “Che tempo che fa”, Loris Mazzetti.

Non sono mancati i lettori e gli apprezzamenti. Non è mancato l’interessamento istituzionale, di cui si ricorda il contributo della Comunità Montana, mentre segnali di un ulteriore coinvolgimento sono arrivati dall’amministrazione e da alcuni consiglieri di minoranza di Castelnovo Monti.

La realtà Redacon vorrebbe crescere come esempio di un giornalismo al servizio dei cittadini, a cui i cittadini stessi contribuiscono. Vorrebbe, inoltre, essere in grado di proporre i nostri punti di vista di fronte alle scelte sociali ed economiche, che sottendono l’intervento della parte politica. La strada da percorrere, che riteniamo promettente, è quella di un confronto aperto con le svariate espressioni della comunità, mettendone in luce, a fianco della cronaca e del dibattito politico, i privilegi, le risorse, i successi, gli errori.

Negli ambienti professionali ed accademici si fa un gran parlare del giornalismo locale come un orizzonte prossimo, già in forte espansione, dell’informazione. Sarebbe allora auspicabile che le istituzioni pubbliche si rendessero pienamente conto della centralità di servizio che la comunicazione pubblica, alla luce anche della legge 150/2000, la quale ne sancisce la necessità e la regolamenta, occupa anche in una comunità montana di quasi 45 mila abitanti, dotata, tra l’altro, di un’emittente radiofonica.

Un giornalismo non schierato se non per la dignità ed il bene delle persone e dei loro diritti, di qualsiasi origine, provenienza e cultura, è in grado di riconfigurare un dialogo costruttivo ed efficace per mettere in discussione e migliorare la vita ed il governo della nostra terra, a cui, volenti e nolenti, tutti siamo chiamati a partecipare.