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Madame Bovary, indimenticabile e adorabile anoressica

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Nella nuova sezione del sito Web Risky-Re (sito internet della Ricerca di Monitoraggio dei Comportamenti a Rischio negli Adolescenti della provincia di Reggio Emilia) che tratta il rapporto tra il proprio Corpo e i Disturbi del Comportamento Alimentare (http://risky-re-bodyedca.splinder.com) troviamo un buon spunto di riflessione per intraprendere un cammino di comprensione, delle dinamiche psicologiche, delle persone affette da anoressia o bulimia. Nell’articolo sotto riportato, appunto, la Dottoressa Chiara Covri tratta un classico ottocentesco che risulta essere quanto mai attuale, nel ripercorrere il vissuto di persone sofferenti di un DCA, che oggi come all’ora continuano a manifestare un bisogno sotto forma di una incessante ricerca di qualcosa (magrezza, amore, perfezione, comprensione ecc.) che per definizione è destinata a non essere trovata, o come riportato sotto, nemmeno vista..

“Avete mai letto Madame Bovary, straordinario romanzo di Flaubert?
Se vi interessa entrare nel mondo interiore e nell'intimo segreto di una vera anoressica, non lasciatevelo sfuggire.
Solo Flaubert, che veniva da una famiglia di medici e conosceva la sicumera che copriva le false certezze della medicina ottocentesca poteva tracciare un ritratto così spietato ma ineccepibile del tonto dottor Bovary e del suo degno compare di disonestà intellettuale, il saccente e miope farmacista.
Se c'è una cosa che l'anoressica disprezza è la mediocrità. La meschinità della materia, i limiti svilenti e un po' disgustosi dettati dai bisogni fisiologici del corpo, la mancanza di assoluto, i compromessi, la contrattazione, gli errori della vita... cose inaccettabili.
Emma spende una fortuna in limoni, dice al marito che le servono per pulirsi le unghie, e quel cretino ci crede: in realtà ne beve il succo per alleviare il senso di fame. A volte beve aceto, per conseguire lo stesso scopo. è pallida e di un insano colorito verde chiaro... un tempo l'anoressia era chiamata anemia clorotica, dove cloròs, in greco, significa "verde". Bovary è un medico e non vede, non capisce, non sa.
Emma cerca l'amore assoluto, nelle braccia di uomini che non la comprendono, perché ella per prima non li ha compresi: accecata dal proprio bisogno d'amore, pretende attenzioni e rassicurazioni da chi è, a propria volta, del tutto catturato da se stesso, dalle proprie pretese, dal proprio bisogno di conferme. Egoismi che si incontrano e che inevitabilmente si feriscono, non tanto per quello che reciprocamente si fanno, quanto per ciò che non fanno l'uno per l'altra.
Un'anoressica aspetta per tutta la vita un uomo che la salvi dalla sua solitudine e dal profondo rancore che essa ha verso se stessa, verso le proprie piccole e grandi, inevitabili e modificabili imperfezioni. Ma quando quell'uomo arriva, Emma non lo vede: il timido e tenero garzone del farmacista, un giovane ragazzo che la osserva, silenzioso e compassionevole, impotente di fronte a tanto dolore. Egli non può far fronte alla brama di una donna ormai imprigionata nel vortice di passioni e bisogni che non sa più riconoscere e che riesce solo a mettere in scena in modo scomposto e sempre insoddisfacente.
Assisterà, il giovane garzone, all'abbuffata bulimica a base di arsenico che Emma consumerà davanti a due occhi attoniti e pieni d'amore per lei. Se avesse visto quell'amore, se avesse sentito e rispettato il sentire dell'altro, Emma non avrebbe avuto bisogno di abbuffarsi di arsenico. Ma, "crudele come un soldato che parte per la guerra, incurante per chi resta", come dice Vincenzo Cardarelli, ella si avvelena davanti ai soli occhi che l'hanno saputa guardare e amare per ciò che è.
E il giovane garzone, che ama tanto Emma da esserle accanto adorante e silente anche nel momento più straziante, non ha rispetto per se stesso nel permettere a quella donna cieca ed egoista di suicidarsi davanti a lui.
Perché l'anoressia è una malattia infida, che chiede amore e poi non lo vede quando arriva. Professionisti troppo sicuri di sé ma anche giovani innamorati non sono il giusto sostegno per le persone anoressiche, ci ricorda Emma Bovary.“

La nuova sezione del sito, oltre a fornire alcuni spunti di riflessione si fa carico di riportare suggerimenti utili, sia pratici che bibliografici per affrontare, oggi, il tema della corporeità e del disagio espresso nelle patologie alimentari come Anoressia e Bulimia. Sul sito è possibile documentarsi periodicamente, e chiedere informazioni alla curatrice della sezione, la dottoressa Chiara Covri, mediante la funzione “chiedi all’esperto (la dottoressa Covri è psicoterapeuta al Sistema di Cura e Prevenzione dei Disturbi del Comportamento Alimentare, dell’Az. Usl di Reggio Emilia) che fornirà risposte entro 15 giorni lavorativi.