Home Editoriale Castelnovo, un paese sotto assedio: gulp!

Castelnovo, un paese sotto assedio: gulp!

10
11

Castelnovo, il tranquillo Castelnovo che conoscevamo una volta, sonnacchioso al limite della noia, sembra davvero un capitolo ingiallito, una storia alle spalle. L’ormai tramontante 2006 si è rivelato senza dubbio difficile per il paesone capoluogo dell’Appennino reggiano, che è stato lungamente al centro delle cronache, locali e nazionali, per casi drammatici che non stiamo qui a ricordare.

Ebbene, in dirittura d’arrivo d’anno – ciliegina sulla torta di Natale – non poteva mancare un episodio dai contorni abbastanza nebulosi.

Ci riferiamo ad un foglio che circola da qualche giorno per il paese, intitolato “Siamo stanchi di vivere in un paese sotto assedio”. Rigorosamente anonimo (in calce si trova niente più che la scritta “Questo è un manifesto di protesta apolitico”), di esso colpisce, oltre che il contenuto – che svaria in poche righe dalle patenti ritirate ai problemi del commercio, dalla condizione giovanile a quella del turismo – il tenore generale.

Vediamo.

Incipit: “Castelnovo ne’ Monti e tutto ciò che rappresenta sta morendo. Da centro della montagna è passato a buco nero dove nessuno osa più avvicinarsi”.

Patenti: “[Castelnovo] è il paese della provincia di Reggio Emilia con il maggior numero di patenti ritirate”.

Benigna concessione: “La legge va rispettata, ma non esistono alternative che consentano di fare a meno di mettersi al volante”.

Analisi della situazione: “Il commercio è in crisi. Il turismo sta scemando. Molti giovani preferiscono andare altrove”.

Addirittura: “Viviamo in un clima di repressione!!! Non possiamo rimanere inermi dinnanzi a questo scempio!!!”. Fino al proclama “politico”, in stile cinque giornate di Milano: “E’ ora di riprenderci la nostra libertà”.

Lo squinternato messaggio, affidato al passamano, si potrebbe prestare a diverse domande circa le affermazioni in esso contenute. Ad esempio: contro cosa e contro chi la “protesta” è diretta? Alle autorità locali? Alle forze di polizia? E’ un’incitamento alla “ribellione”? E’ pronto l’esercito dei 10-100-1000 armati della val di Secchia (la val Brembana di bossiana memoria insegna) decisi a marciare su Reggio o Bologna?

Più nel particolare. “Assedio”: perché? A cosa ci si riferisce? Troppi controlli delle forze dell’ordine? Qualcuno ha qualche timore particolare? Patenti ritirate: nessun dubbio che magari, a fronte dei verbali comminati, ci sia un effettivo problema di guida “approssimativa”? Il bollettino di ubriachi e dopati al volante e non (danni a cose, bottiglie e vetri rotti sparsi per le strade, soprattutto nei fine settimana di beato divertimento… ) riempie le cronache dei giornali con impressionante regolarità. Va bene così? Chi è che sente di vivere in “clima di repressione”? Qual è lo “scempio” (accipicchia!) di cui ci si lamenta? Quali alternative (alternative a cosa?) si vanno cercando? E, dulcis in fundo – l’affermazione è davvero “pesante” – quale sarebbe mai quella libertà soffocata che ci dobbiamo riprendere? Forse appunto quella dai controlli, eccessivi, smodati, disincentivanti? E’ questo che intende il personaggio o gruppo d’interesse che non si firma a cui l’andazzo forse ostacola i piani di lucro?

Perché di questo probabilmente si tratta, molto terra terra: del malcontento di qualche persona che ha registrato ultimamente minori soddisfazioni economiche e sta cercando di sollecitare adesioni in buona fede alla propria causa della borsa, ammantandola di considerazioni apparentemente serie e nobili.

In conclusione. Sembra di vedere e ascoltare gli slogan a corta gittata di certi cortei in cui folle di esagitati tendono braccia e cuori (ma poca zucca) verso salvatori della patria che dai palchi proferiscono verbi da apocalisse… Buoni forse, al massimo, da farci il sugo quando viene Natale.

Se davvero esiste la sincera preoccupazione del bene comune, si portino alla dignità della luce e del confronto le proprie idee. Soprattutto perché se esprimono un disagio sociale (un altro) è bene che si sappia. Ma forse è tutto solo uno scherzo; d’altra parte, tale volantino – scrivono in chiusura i misteriosi estensori – “non è obbligatorio esporlo, a meno che il parere sia lo stesso”. Catalano Catalano...

Sì, è vero, siamo davvero stanchi. Stanchi di vivere in un paese... così.

11 COMMENTS

  1. Il mafia-pensiero: non di destra nè di sinistra ma di denaro…
    Prendersela con le forze dell’ordine che fanno il proprio dovere, anche se ciò può creare disagio, mi ricorda tanto il pericoloso modo di pensare che sta alla base del pensiero mafioso.
    Ma davvero siamo arrivati a questo punto? I carabinieri sono lì soltanto per il gusto sadico di rovinare un paese e il suo commercio? E che gliene viene in tasca? Si è parlato di “neve” in montagna, non la neve che tutti aspettano sulle piste da sci, ma l’altra, quella che non vendono in farmacia, ma che arriva grazie alla lunga mano delle varie mafie.

    Perché sono le mafie a gestirne il commercio! E allora, meglio fare finta di niente per non rovinare l’immagine di un paese? Intanto, mentre a Castelnovo alcuni “giovani” (fino a quando uno, poi, si considera “giovane” e può permettersi di sputtanare 100 euro ogni sabato sera per andarsi a divertire, mi chiedo io… ) si lamentano per gli alcool test e per le “retate” da golpe, a Locri il leader del movimento “ammazzateci tutti”, Aldo Pecora, sta vivendo un tentativo di isolamento, architettato e alimentato dalla politica. In più di un’intervista il presidente del consiglio regionale della regione Calabria Giuseppe Bova infanga il nome del ragazzo, e lo querela, usando il metodo “punirne uno per educarne cento”.

    Il torto di Aldo Pecora è di aver sollevato qualche dubbio su Bova e la legalità sulla gestione del denaro pubblico. Perchè il pensiero mafioso non permette di sollevare dubbi. Pensiero mafioso.

    Che non è di destra, o di sinistra, ma semplicemente di chi si fa servo del potere. “Sono passati quattordici anni, 14, dalla strage di Capaci in cui persero la vita Giovanni Falcone, la moglie Francesca e gli agenti della sua scorta Rocco, Antonino e Vito – dice in un’intervista don Luigi Ciotti – Tanto semplice da sembrare banale un ringraziamento e una preghiera per quelle persone che tanto hanno fatto per liberare la Sicilia, il Mezzogiorno e l’Italia dalla mafia.

    Tanto semplice da apparire inutile, soprattutto oggi che il pensiero mafioso è diventato quello dominante in Italia. La mafia – continua Don Ciotti – non è solo quella delle stragi e quella del pizzo. Sono mafiosi tutti quei comportamenti che contrastano la legalità con l’aiuto del potere. Ecco perché oggi in Italia la mafia è un allarme ancora più preoccupante che in passato. Nel nostro Paese, negli ultimi anni si è fatto largo in modo preoccupante il modus operandi della mafia. Completamente d’accordo con lui.

    Non sono certo le forze dell’ordine a rovinare la montagna, come non sono i ragazzi di Locri a rovinare la Calabria. E non è il caso di sorprendersi per i volantini anonimi: nella Bibbia, quando il giusto osa far presente all’empio i suoi errori, viene ferocemente attaccato e azzittito con ogni mezzo. La criminalità, e il Potere, vanno lasciati lavorare in pace dalla notte dei tempi.

    (Normanna Albertini)

  2. Locri? Don Ciotti?
    Non voglio stare a discutere di questo volantino, però credo che non sia al caso di andare a tirare fuori i ragazzi di Locri e Don Ciotti, che con questo argomento hanno poco a che fare, anzi credo che tirarli in ballo in dibattiti del genere in certo senso sminuica il vero valore delle loro attività.

    (Lettera firmata)


  3. Non discutevo del volantino, ma di tutti i commenti che sono comparsi in questi giorni sul blog, secondo i quali a Castelnovo non ci si può più divertire et coetera per colpa delle forze dell’ordine, commenti di cui, comunque, mi pare che il volantino sia un riassunto.

    L’anonimo “commentatore” al mio commento dice che non gli pare il caso di tirare in ballo don Ciotti e i ragazzi di Locri. Ah! Davvero non c’è nessun nesso tra il modo di pensare di chi se la prende qui con i carabinieri che fanno il loro lavoro e il pensiero mafioso?

    Sono rimasta indietro, mi sono persa qualcosa. Ma ho la mia età, e sono ferma a quando la legalità era un valore. Un valore da portare ad esempio ai giovani, da “tra-durre”. Conosco don Luigi Ciotti e sono stata ben felice di vedere mia figlia adolescente che lo inseguiva per tutta la penisola agli incontri di “Libera” per ascoltarlo e parlare con lui.

    Forse, se si fossero investiti un po’ più di soldi, ad esempio, per avviare iniziative come quelle proposte da “Libera – Nomi e numeri contro le mafie” anche in montagna, non ci troveremmo oggi con i carabinieri in giro ogni fine settimana.

    Siamo seri, per favore, o tra pochi anni ci troveremo con i servizi sociali e i sert che scoppieranno per tutti gli scoppiati che dovranno farvi riferimento! Non una critica, la mia, ma un’autocritica. Perchè la responsabilità di ciò che sta accadendo non è dei ragazzi che si lamentano di non potersi divertire “a sufficienza” a Castelnovo, è di quelli della mia generazione che non gli hanno saputo mettere davanti nient’altro.

    Fermo restando il problema dell’abuso di alcool, rimane la domanda: se c’è droga, anche “leggera”, in montagna, chi credete che la venda?

    (Normanna Albertini)

  4. Forze dell’ordine in agguato…
    Scusate ma anche secondo me la signora sta un po’ esagerando, qui si sta paragonando un posto dove si uccidono persone ad un posto dove le persone non possono stare a tavola in allegria insieme, magari bevendo una buona bottiglia di vino, perchè le forze dell’ordine sono sempre in agguato e troppo puntigliose.

    Sono sicuro che nella Locride le forze dell’ordine siano più comprensive verso la malavita, ma solo per paura.

    Diciamo che qui nessuno arriverà mai ad uccidere perchè gli hanno ritirato la patente, nella Locride magari sì; allora sono anche convinto che sia facile far rispettare la legge in un posto come il nostro dove mi permetto di dire vivono brave persone.

    Perchè i nostri carabinieri non vanno a fare un posto di blocco il sabato sera in meridione, dove la gente si permette perfino di passargli davanti senza casco e cinture, irridendoli (provate qui a farlo)… Ci vado spesso, so di cosa parlo.

    E’ facile far rigare dritto fino alla puntigliosità le persone miti. Mi spiace, ma io con tre bicchieri di vino non sono ubriaco, anche se l’alcool test me lo vuol far credere.

    Cara signora, se voleva farci sapere che lei è madre di una figlia modello, che si interessa al sociale e segue fedelmente il grande don Ciotti, bastava scrivere una lettera in proposito.

    (Lettera firmata)

    ———-

    @CPubblichiamo pure questo intervento (quest’ultima persona che desidera rimanere anonima non è la stessa di prima), rispettando il volere del mittente, che ovviamente declina regolarmente le proprie generalità alla redazione.
    Ma ci pare che la franchezza e soprattutto il tono delle argomentazioni con cui ci si rivolge a Normanna Albertini meriterebbero, per risultare ancora più apprezzabili e incisive, uguale franchezza nell’esporsi con nome e cognome. Ma questa è una semplice nostra annotazione tecnica, nulla più.#C

  5. “Scoppiati” non mi va
    ” …ci troveremo con i servizi sociali e i sert che scoppieranno per tutti gli scoppiati che dovranno farvi riferimento!”.
    HO RIPORTATO LETTERALMENTE QUANTO COMPARE NEL 3° COMMENTO. NEPPURE IN QUESTO CONTESTO PROVOCATORIO, IL TERMINE “scoppiati” E’ ACCETTABILE. NON CREDETE?

    (Umberto Gianferrari)

  6. Le ragioni della protesta
    Leggendo, mi pare doveroso postare un commento al volantino “incriminato” e ai successivi interventi di Normanna e anonimi vari.

    Punto per punto.

    Trovo fin troppo “zelante” l’accanimento con cui le forze dell’ordine tendono a far rispettare la legge: la patente deve essere ritirata a persone che non sono in grado di guidare (ma su questo punto, nessun volantino, credo, abbia mai avuto da ridire); il problema sorge quando l’alcol test viene fatto indiscriminatamente a tutti quelli che transitano dentro e fuori Castelnovo. Eccessivo. Tant’è che vengono ritirate patenti a 0.7: in un paese come il nostro, dove bere vino a tavola è una sacrosanta eredità dei nostri vecchi, la legge dovrebbe essere fatta rispettare con maggior flessibilità e con più lungimiranza. Le forze dell’ordine (il cui lavoro, di per sè, non viene affatto messo in discussione, ma il modo operante sì) esistono per tutelare il cittadino; questo modo di agire non mi pare sia indirizzato a tale fine. Credo che tutti, dai genitori preoccupati per i figli, ai trentenni che il sabato sera vanno a cena con la propria ragazza, sarebbero soddisfatti di un approccio più ragionato da parte di carabinieri e polizia. Perché così non è?, mi domando. Perché non c’è dialogo tra cittadini e forze dell’ordine, mi rispondo.

    Quanto alle alternative, non serve un saggio per interpretare il messaggio espresso nel volantino: si domandano servizi pubblici che siano alternativi all’uso della propria vettura. Perché, fino a prova contraria, nessuno mi impedisce di farmi due drink quando ne ho voglia. Mi si impedisce, giustamente, di guidare quando ho bevuto troppo. Ma poi, siccome questa non è una città, e i vari centri abitati distano chilometri l’uno dall’altro, io mi trovo costretto ad utilizzare la mia vettura per muovermi. Quindi, in ultima analisi: giusti i controlli, anche esasperati come in questo caso se si ritiene che siano necessari per la tutela e la salvaguardia del cittadino, ma di contro, dovrebbe esserci un servizio alternativo: bus, corriere, ecc.. Altrimenti si piomba in uno stato di proibizionismo che fatico a ritrovare in altre parti d’Italia. Non so se capite ciò che intendo dire: la situazione è difficile da commentare.

    Turismo, serale s’intende: vivo a Parma, e alcuni miei amici a Reggio. Anni fa Castelnovo era meta di turismo occasionale da parte di vari giovani delle città a noi vicine. Ora non più, e parlando con loro ho scoperto che la ragione di questo cambiamento sono i controlli esasperati delle forze dell’ordine. Non mi fermo a commentare quest’ultima vicenda, mi limito solo a riportare i fatti, poi ognuno ne tragga le sue conclusioni. I fatti sono questi: io non vengo più a Castelnovo perché so che bevendo vino a tavola, e un amaro dopo il caffè, mi verrebbe ritirata la patente. Vado perciò a Parma o Reggio, perché lì tale eventualità è piuttosto remota. E il motivo è uno solo: l’alcol test viene fatto a chi dimostra chiari segni di confusione mentale al volante. Qui no.

    Non so chi sia questo signor gd (nome e cognome no?) che ha scritto l’articolo, ma mi pare che viva nel mondo delle fiabe. Vedo pattuglie ovunque, sparse in un comune che fa 13.000 abitanti, posti di blocco in entrata e in uscita dalle strade che portano a Castelnovo, retate massicce che scovano quattro ragazzi con un po’ d’erba, e patenti ritirate a donne sessantenni. Si parla di “neve”, cioè di cocaina, ma arresti in questo senso non ce ne sono stati. In questa situazione è più che comprensibile che un gruppo di persone si decida a far sentire la propria voce. Colgo, a questo punto, l’occasione per riferirmi a quanto detto da Normanna, e cioè che il manifestare il proprio dissenso per qualcosa che non va per il verso giusto è la stessa cosa che hanno fatto i ragazzi di Locri. Naturalmente i casi sono ben diversi, ma si tratta sempre di far sentire la propria voce, in questo specifico caso contro ad un presunto “stato di polizia”, a Locri contro la polizia che invece non c’è. “Tacere” è l’imperativo mafioso, e non “farsi ascoltare”.

    In conclusione. Il tono di Gd, autore dell’articolo, mi pare un po’ troppo “sbeffeggiatorio” nei confronti di un gruppo di persone (che, fra l’altro, avrebbero dovuto firmarsi, a mio avviso) che, evidentemente senza utilizzare i termini più appropriati, cerca di dare voce a un certo numero di persone, che forse non saranno quelli più in vista o \”vicini\”, per così dire, ai centri del potere castelnovino, ma che hanno comunque tutto il diritto di manifestare il loro disappunto nei confronti dell’attuale situazione.

    (Matteo Favali)


  7. Che bello: due generazioni anzi forse tre (con la mia) che si confrontano su un tema così complesso, unica osservazione credo che un commento non firmato porti l’attenzione sul contenuto anzichè sulle intenzioni di chi lo scrive. Non mi è piaciuto il volantino affisso “da chi è dello stesso parere” e meno ancora mi è piaciuto il duro articolo di gd. Normanna e Matteo hanno iniziato un bel dialogo che mi auguro di arricchire e che vorrei fosse sviluppato da molti altri, in modo anonimo (come già detto) così che le idee siano libere da connotazioni politiche, religiose o altro.

    Le vicende di questa estate hanno portato Amministrazione Comunale e Forze dell’Ordine con le spalle contro il muro: la colpa di tutto è loro e loro hanno reagito come molti di noi avrebbero fatto: tolleranza zero e, mi si permetta il commento, “repressione”. E’ ovvio che a farne le spese è stato il popolo della notte che negli alcolici e nelle droghe cerca non so cosa (ma questo è un altro capitolo). Questo ha portato la gente ad allontanarsi da Castelnovo ed a cercare svago altrove.

    Possiamo fare qualcosa tutti? Io credo di sì.
    Signor Sindaco lei ha le chiavi del paese e lei deve portare la “repressione” a “prevenzione” come giustamente segnalava Matteo. I gestori di bar e pizzerie trovino il modo di offrire un succo di carota a chi porterà a casa gli amici e magari trovando il modo di far divertire la gente senza ricorrere allo “sballo” e vigilando loro per primi sugli eccessi e sulla “roba” che gira nei locali.

    I nostri vecchi ci hanno insegnato a bere qualche bicchiere, è vero. Magari se arrivavano a casa ubriachi dopo qualche chilometro a piedi andavano a dormire nella stalla perchè sapevano di non essersi comportati bene; ora si esce dal bar con diversi superalcolici in corpo e ci si mette al volante di bolidi da 100 o 200 cv e si pretende di essere nel giusto. I vecchi uscivano una volta a settimana e al mattino alle 5 erano comunque nella stalla fino a sera, ora i giovani che hanno voglia di piegare la schiena sono pochini. Una botta di vita era guardare Lascia o Raddoppia alla televisione nel bar del paese ora c’è la playstation, Internet e Sky. I tempi sono diversi, per fortuna, ed è giusto andare avanti, ma loro si divertivano e tanto, e in una vita dura i figli erano una gioia indispensabile. Noi (non tutti per fotuna) ora ci annoiamo, ci sposiamo a quarantanni e i figli speriamo li crescano i nonni perchè noi non abbiamo tempo.
    Credo che un poco di autocritica farebbe bene a tutti, ma sono certo che il “bicchiere di vino” è mezzo pieno.

    @Clettera firmata#C


  8. Non volevo continuare nella discussione, ma il garbato (e gradito) intervento di Matteo e quest’ultimo commento, che condivido in pieno, mi hanno fatto cambiare idea. Per chi non avesse capito bene ciò che ho scritto, non ho paragonato Castelnovo a Locri, per l’amor del cielo! Ho fatto un parallelo tra le emergenze giovanili (e sociali) serie, da panico, di laggiù e le nostre, che sono bazzeccole a confronto.

    Comunque, andate sul sito @Lhttp://www.ammazzatecitutti.org@=www.ammazzatecitutti.org#L e vedrete che il problema del bicchiere in più non li sfiora neanche. Non ho nemmeno detto che non si possa bere; l’alcool, anche se penso possa diventare una droga pesante e pericolosa quando se ne abusa, più pericolosa di altre droghe, in Italia è legale ed è legale ubriacarsi. Non è invece legale guidare con un tasso alcolico superiore al consentito, stabilito da specialisti ad hoc, non dal primo arrivato. Come non è legale guidare un motorino senza casco o guidare senza patente. E’ la legge. Allora: perchè prendersela con chi la fa applicare? Capisco il fastidio, ma se una legge non piace, se la si ritiene sbagliata, in una democrazia si lavora per cambiarla, non si attaccano le forze dell’ordine o le istituzioni! A me sono venute in mente le madri, le moglie e le sorelle dei camorristi che attaccano la polizia quando entra nei loro quartieri a Napoli… (Solo un’associazione di idee, non volgio paragonare Castelnovo a Scampia!)

    Per la droga sequestrata (solo un po’ d’erba…): caro Matteo, al contrario dell’alcool l’erba è illegale, perciò un sequestro di erba è importante quanto un sequestro di altre droghe. Posso non essere d’accordo, ma ogni volta che una persona ne fa uso, poiché il grande commercio internazionale è in mano alle organizzazioni criminali, ‘Ndrangheta in primis, si mette in contatto, volente o nolente, con la criminalità. Anche qui, chi pensa che la cannabis non sia “droga”, ha il diritto di impegnarsi per ottenerne la depenalizzazione con gli strumenti, legali, che la democrazia ci offre. Quando, invece, si attaccano le istituzioni senza avere alla base degli ideali forti e uno spirito di sacrificio costruttivo (come invece succede nella disobbedienza civile) allora si rischia soltanto di distruggere la legalità nei rapporti sociali, svilendola e riducendola a qualcosa di risibile. Più che lamentarsi e dare addosso a qualcuno (affrontare le persone), quando ci si trova davanti a quello che ci pare un problema, non dovremmo darci da fare per affrontarlo (il problema) e cercare di cambiare le cose? Ma tutto ciò richiede impegno e fatica. Ecco perché ho fatto l’esempio dei ragazzi di Locri: perché dovremmo, tutti, giovani e vecchi, prenderli ad esempio!

    Se c’è senso di decadenza e di fine di qualcosa in montagna, mi pare che tutto ciò non sia dovuto alla “repressione” delle forze dell’ordine (di cui io, vecchia e molto casalinga, non mi sono accorta) ma ad una combinazione tra la decadenza della vita presa sul serio, la rarefazione estrema della serietà e la decadenza della capacità di impegnarsi in qualsiasi progetto che richieda un minimo di fatica e sacrificio.
    Che il 2007 ci porti maggiore impegno, capacità di condivisione e collaborazione per la montagna tutta: politici, forze dell’ordine, parrocchie, comuni cittadini.

    (Normanna Albertini)

  9. Proibizionismo da P2 ! ! !
    Mi spiace, ma proprio non ci siamo… Il problema non sono le forze dell’ordine. E’ il sistema che fa schifo: una persona che beve solo 2 birre o 3 bicchieri di vino deve rimanere a casa, perché supera i limiti alcolici ammessi dallo Stato.

    Il problema sono gli ubriachi al volante? Bene… Allora il Comune potrebbe utilizzare parte del reddito delle multe per finanziare un servizio autobus/navetta che porterebbe le persone nel centro di Castelnovo il venerdì e il sabato sera (SOLO IL VENERDI’ E IL SABATO SERA)!!!

    In termini pratici si fa una nuova suddivisione del denaro. Questa è una politica morta: perché rovinare un ragazzo che fa il camionista o magari è un lavoratore con orario flessibile? Io credo che non serva a nulla! E allora basta con questo scempio: cominciamo ad amministrare con buon senso e a non portare la precarietà nella vita delle persone (ce n’è già abbastanza nel lavoro).

    Personalmente penso che con una buona pubblicità e un’informazione adeguata si possa attivare un nuovo progetto, che sicuramente gioverebbe a tutta la comunità montana, portando anche nuovi posti di lavoro, il che non guasterebbe al giorno d’oggi…

    Il nostro è anche un problema di carenza di svago: cosa ci offre la vita in montagna? La gente si vuol divertire… A Castelnovo ci sono circa 10000 abitanti e non c’è una discoteca… Dove vanno queste persone? Cosa fanno il venerdì/sabato sera?

    Opzione A: in massa si blindano in una birreria e non si schiodano, finché non sono triti e non hanno trovato un partner con cui accoppiarsi.
    Opzione B: in massa si incontrano in un bar per bere e stare in compagnia.
    Opzione C: parte di queste persone vanno verso la pianura, afflitti dall’apatia che circonda Castelnovo, e poi rientrano molto tardi (tipo verso le 6,00) per evitare posti di blocco.

    A mio parere la risposta esatta include tutte le tre opzioni… Mancano proposte per i giovani… Teatro? Oh, sì, un palinsesto che si addice alla cultura giovanile!!! Io dico BASTA con questo accanimento contro le persone da parte delle forze dell’ordine se non c’è un piano di trasporti intelligente!!! Siamo all’apice dell’ipocrisia! Questa è la solita parodia amministrativa…

    C’è un altro problema di cui vorrei parlare: WIRELESS INTERNET. La linea (WIRELESS INTERNET) in biblioteca… Pensano d’aver fatto una cosa straordinaria e dimenticano che ci sono piccoli comuni senza ADSL per colpa di amministrazioni goffe e incompetenti; non provano a creare delle vere strutture con una vera tecnologia tipo il WIMAX (tecnologia collettiva, che supporta velocità di trasmissione di dati condivisi fino a 70 Mbit/s).

    Secondo gli ideatori di WIMAX quest’ampiezza di banda è sufficiente per supportare simultaneamente almeno 60 aziende con connettività di tipi T1 e ben più di un migliaio di abitazioni con connettività al livello ADSL da 1 Mbit/s.

    Tutto ciò potrebbe sprigionare connessioni internet ad alta velocità verso abitazioni e aziende per un raggio di 50 Km (31 miglia). QUESTA E’ TECNOLOGIA!!!

    (Cristian Grassi)

  10. Analisi = riflessione
    Ho avuto modo di leggere il tanto discusso volantino e poi leggere l’analisi del nostro anonimo amico gd. Credo che si sia voluto divertire dandosi importanza in una questione veramente delicata.

    Ma caro gd, ti sei dato del pirla da solo. Hai messo giù un testo mascherato da “analisi del caso” ma che di analisi ha veramente poco, mi riferisco alle domande che ti poni. Io mi sono fermata a pensare e ho trovato risposte alle tue domande…

    Ti chiedi a che alternative si riferisce il testo in questione: se tu conoscessi il contesto nel quale è inserito capiresti che non puoi permetterti di brindare al Natale o di sostare davanti ad un locale di Castelnovo dopo la chiusura perchè le forze dell’ordine non te lo permettono.

    Se esci dal bar dopo aver bevuto 2 birre di numero troverai 3 pattuglie posizionate in punti strategici del paese che ti fermeranno e inevitabilmente, senza che tu mostri alcun segno di ubriachezza, ti faranno l’alcooltest.

    Se invece di metterti in macchina, subito dopo che il locale ti ha sbattuto fuori perchè rischia un super multone se ti tiene dentro dopo le 2.30, e decidi di sostare un poco davanti al locale per abbassare il livello alcoolico nel tuo sangue (cosa che i carabinieri non fanno, anzi si ha il diritto di ricevere e bere 1/2 litro d’acqua se il il test supera di poco il limite per poi ripeterlo, cosa che ovviamente non viene fatta! Illegalità da parte delle forze dell’ordine!), aspettati pure i vigili per farti cacciare da davanti il locale, non mancheranno di farlo!

    Non ti pare che questo sia un limite alla libertà degli individui? E’ giusto che ci siano dei controlli, ma credo che ora ci sia un abuso di potere. Io non nascondo il fatto che mi piace bere 2 birre quando sono in compagnia, per la legge è sbagliato, ma per me è vivere senza comunque mettere a rischio la mia vita e quella di altre persone.

    Non c’è mai ragione nei vari tipi di abusi! Non condanniamo solo i ragazzi che in un paese come questo non hanno veramente alternative e che ora sono la preda di persone che a loro volta hanno abusato di alcool e droghe.

    Non siamo ipocriti per favore! Chi non ha peccato scagli la prima pietra! Io non me la sento e anzi ringrazio chi ha scritto questo volantino, perchè racchiude lo stato d’animo di molte persone che vivono nell’Appennino reggiano!

    Fermiamoci a pensare e troviamo alternative alla repressione, perchè se mi vieti di bere e mi ritiri la patente non hai risolto il problema; anzi, cercherò un modo alternativo per divertirmi comunque e anche se non so quale possa essere sarà sicuramente illegale ai benpensanti.

    Non so cosa vogliono mascherare questi controlli, non so a cosa vogliono riparare, ma per favore facciamo le cose a favore delle persone e non contro, cazzo!

    (Naty)

  11. Assedio!?!?!
    Per quale motivo parlare di assedio? Vivo a Castelnovo da quando son nato, lavoro tutti i giorni a centinaia di km da casa e ogni sera vi faccio rientro. Ho pianto durante la mia vita il sangue versato sulla strada dai miei amici. Un sangue dovuto a chi sulla strada si era messo ebro di vino. So quando esco che se prendo la macchina non posso bere più di un bicchiere di vino. E che problema c’è?! Vi divertite solo bevendo?! Qual è il problema se le forze dell’ordine non vi fanno sostare davanti ai bar dopo l’ora di chiusura? Sspostatevi, a Castelnovo non vige il coprifuoco(oppure mi sono perso qualcosa?!).
    E’ giusto che non vi facciano sostare davanti ai bar, spesso e volentieri c’è chi se ne sta lì a urlare come un cretino. Dov’è finita la civiltà? Non pensate che magari quelle scatole intorno al bar chiamate case sono abitate da persone che non hanno intenzione di stare sveglie grazie agli ubriachi?! Dove vuole arrivare la polemica?! Volete vivere in un mondo senza regole?! Fate pure ma non crescerete mai. Infine mi rivolgo ai giovani come me e ai più giovani. Dite che a Castelnovo non c’è nulla per divertirsi, che “qualcuno” dovrebbe fare qualcosa; dite voi cosa si dovrebbe fare per divertirsi a Castelnovo, è facile scaricare le responsabilità. Meditate gente, meditate.

    (Commento firmato)