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Giovani e responsabilità percepita

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La tematica della responsabilità negli adolescenti è spesso citata come un importante “compito di sviluppo” (Youniss e Smollar, 1985; Scabini, 2000). All’interno degli studi riguardanti le dinamiche familiari, ed in particolare secondo la prospettiva sistemica, la responsabilizzazione dei giovani è un compito di sviluppo fondamentale che non riguarda solo l’adolescente ma l’intero sistema familiare (Cigoli, 1991; Youniss e Smollar, 1985; Sroufe, 1991). La transizione all’età adulta e così la responsabilizzazione dei giovani è definita come «un’impresa evolutiva congiunta» di genitori e figli (Scabini, Galimberti, 1994).

Secondo Ryan e Lynch (1989) l’aumento delle responsabilità negli adolescenti facilita lo sviluppo dell’autonomia emozionale e il distacco dalla famiglia. Inoltre la capacità dell’adolescente di assumersi delle responsabilità domestiche accresce rapporti positivi con i genitori (Offer, Ostrov, Howard, e Atkinson, 1990; Smollar e Youniss, 1985) che a loro volta favoriscono un più ampio sviluppo relazionale, sociale ed emozionale (Grotevant e Cooper, 1985, 1986; Hauser, Powers, Noam, Jakobson, Weiss e Follansbee, 1984). Dallo studio di Taylor, Field, Yando, Gonzalez, Harding, Lasko, Mueller e Bendell (1997) emerge che l’assunzione di responsabilità è positivamente correlata anche ad un’alta autostima e negativamente correlata alla depressione. Tali risultati sono stati confermati anche recentemente da parte di Baumeister, Campbell, Krueger e Vohs (2005) che hanno rilevato una correlazione positiva fra responsabilità e autostima.

Si può pertanto concludere che gli studi psicologici riguardanti gli adolescenti e la responsabilità (con particolare riferimento alle responsabilità familiari) sottolineano come tale variabile sia centrale sia per lo sviluppo psicologico-relazionale degli adolescenti che dei tardo adolescenti.
Data l’importanza della percezione delle “responsabilità familiari” per gli adolescenti sarebbe utile capire quali fattori sono in grado di influenzarla.

Da una recente ricerca dell’Università di Parma, svolta su un campione di 299 giovani di età compresa fra i 20 e i 30 anni, presentata all’International Symposium of EARA tenutosi in Turchia nel Maggio 2006 (Fruggeri, Montali, Mancini, Foà, 2006) è emerso che la percezione delle responsabilità familiari è influenzata da fattori relazionali intrafamiliari.

I risultati della ricerca hanno mostrato che i giovani che hanno affermato di appartenere a famiglie troppo poco unite (dove non viene data attenzione ai singoli individui) o, al contrario, troppo rigidamente coese (senza spazi per l’autonomia individuale) sono gli stessi giovani che percepiscono minori responsabilità familiari.
In particolare, il tipo di responsabilità per cui è cruciale l’influenza delle dinamiche familiari è proprio la responsabilità “ricettiva”, ovvero quanto i soggetti sono disposti ad offrire il proprio aiuto ed il proprio sostegno quando questo viene richiesto da parte della famiglia: soggetti appartenenti a famiglie con dinamiche relazionali considerate “disfunzionali” (cioè con livelli di coesione delle relazioni troppo alti o troppo bassi) contribuiscono meno degli altri ad aiutare la propria famiglia a prendere decisioni, a risolvere i problemi e, in generale, sono meno disponibili nell’offrire il proprio sostegno emotivo agli altri membri.

Occorre specificare che la ricerca non ha trovato nella famiglia la “causa” della ridotta percezione di responsabilità nei giovani: infatti i questionari sono stati somministrati solo ai giovani e perciò hanno valutato unicamente i loro atteggiamenti soggettivi e non la famiglia in modo diretto. Non è quindi possibile trarre conclusioni generali sulla famiglia.

E’ stato invece riscontrato che è la percezione delle relazioni familiari (come i giovani vivono e descrivono i rapporti con i membri della propria famiglia) ad influenzare l’ atteggiamento di responsabilità dei giovani nei confronti della famiglia. I giovani che ritengono che nella propria famiglia i livelli di coesione siano troppo scarsi oppure troppo elevati hanno parallelamente anche livelli di atteggiamenti di responsabilità inferiori.
In conclusione si può affermare che questi risultati hanno mostrato come sia importante non limitarsi a definire i giovani come “irresponsabili” a priori, ma sia necessario dare definizioni operative e quantificabili di cosa in effetti la responsabilità sia, in modo da poter compiere valutazioni di portata scientifica.

La responsabilità dei giovani, un costrutto ancora poco misurabile in ambito psicologico perchè difficilmente riducibile entro indici quantificabili, è un tema di ampia portata che giunge a toccare diversi aspetti e contesti (come le norme, la devianza ed il rispetto per l’altro).
Ci si può augurare che, all’interno delle ricerche sul mondo giovanile, siano portate avanti nuove ricerche sul tema della responsabilità, non tanto per quantificarla in termini “valoriali” (ad esempio per cercare di dimostrare se essa c’è o non c’è) quanto in termini finalmente psicologici e scientifici (come essa si manifesta e quali variabili ne influenzino lo sviluppo).

Infatti, come scrive la sociologa Alice Rossi (2001), non esistono giovani responsabili in assoluto o giovani non responsabili per nulla: esistono invece molti ambiti e contesti dove è possibile si manifesti ed articoli il processo relazionale della responsabilità adolescenziale.

Poiché il tema giovani e responsabilità appare essere sempre più cruciale, anche a partire dagli episodi che sempre più frequentemente entrano nella cronaca, proviamo a riflettere insieme per vedere se fra i lettori, c’è chi può offrire ipotesi di partenza per approfondire in termini teorici ed empirici importanti interrogativi quali: in quali termini ci aspettiamo che i giovani siano responsabili oggi? Come è possibile educare il giovane d’oggi a essere responsabile?

(fonte: Risky-Re)