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Arrestati clandestini in val d’Enza

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Intensificando l’attività di controllo del territorio ed in particolar modo le aree dove sorgono le zone industriali e artigianali della giurisdizione, i carabinieri S. Polo d’Enza sono riusciti a rintracciare tre clandestini la cui presenza secondo precise risultanze investigative è strettamente legata al fenomeno del lavoro nero e dell’intermediazione di manodopera clandestina.

Due di loro in particolare sono stati localizzati nei pressi della zona artigianale del comune di Canossa, con indumenti che presentavano evidenti tracce di chi è impegnato a lavorare nei cantieri edili mentre un terzo - dicono all'Arma - “apparentemente” regolare è risultato essere provvisto di documenti falsi grazie ai quali per il tramite di un'agenzia di lavoro interinale stava trovando lavoro proprio in un'azienda di Canossa.

Un'inchiesta che potrebbe presto estendersi e mettere nei guai anche altre persone, ovvero quelle appartenenti all’anello successivo (categoria degli intermediari), che con la loro illecita attività procacciano il lavoro ai clandestini ottenendo i dovuti compensi che gravano sugli stessi lavoratori già sottopagati dagli imprenditori che gli sfruttano.

In attesa che le indagini al riguardo facciano il loro corso i primi provvedimenti sono scattati nei confronti di tre clandestini dei quali il senegalese A.A. 27enne domiciliato in via Turri di Reggio Emilia, denunciato per uso di atto falso e truffa in relazione al possesso del permesso di soggiorno falso, grazie al quale aveva indotto in errore un'agenzia di lavoro interinale reggiana che gli aveva trovato un regolare posto di lavoro presso un'azienda di Canossa.

Nei guai anche i due clandestini di nazionalità marocchina sorpresi con abbigliamento tipico da manovale. Si tratta del 20enne HICHAM Zaki, in Italia senza fissa dimora, che è stato tratto in arresto perchè colpito da precedente provvedimento di espulsione cui non aveva ottemperato, e il 23enne connazionale H.B., anche lui senza fissa dimora, che al termine delle formalità di rito è stato sottoposto alle procedure di espulsione.

Agli uomini del maresciallo aiutante Marco Orsolini, comandante della stazione carabinieri di S. Polo d’Enza che li hanno sentiti a verbale, i tre clandestini hanno evidenziato lo stesso atteggiamento omertoso e poco collaborativo "che certamente non precluderà - dicono sempre all'Arma - ai medesimi militari i dovuti ulteriori accertamenti".

Chi ha fornito i documenti al clandestino regolarizzandolo in maniera apparente? Qual è l’entità del fenomeno che può vedere clandestini con documenti contraffatti trovare apparenti e regolari assunzioni traendo in inganno proprio le agenzie di lavoro interinale?

Questo e altri sono gli interrogativi ora al vaglio dei carabinieri della val d'Enza, che non escludono al riguardo un'organizzata regia del malaffare che sulla condizione di clandestinità degli extracomunitari trae le principali fonti di guadagno. Del resto sono noti i costi per entrare in possesso dei documenti falsi; figurarsi per quelli come il permesso di soggiorno sequestrato, che è pressochè identico a quelli originali, tanto da ingannare anche chi, come appunto gli addetti di un'agenzia interinale, di permessi di soggiorno ne vedono a iosa.