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Fenomenologia Scamarcio

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Basta boy band! Basta calciatori viziosi! Basta starlette e Grandi Fratelli!
Stava in questi anni prendendo il largo tra gli adolescenti il preoccupante mito di personaggi quantomeno “non talentuosi”, per dirla come farebbe Isabella Santacroce (la quale aggiungerebbe: “leccatemi!”). Palestrati televisivi, sportivi privi di congiuntivi, ballerini improvvisati, voci stonate, narratori banali, uniti dal comune denominatore di essere arroganti, belli e, ancora di più, alla moda. Considerando quale sarebbe la moda, oggi, lo sgomento è palese.

Basta con questa moda cafona, gridata, prepotente!
Quante caricature, sui nostri marciapiedi, degli eroi di plastica e polvere bianca che qualcuno dall’alto cerca di imporci! Quanta becera superficialità!

E quanto è forte, violenta, questa becera superficialità!

Potere dell’immagine, non c’è arma o parola che possa sconfiggerla.
Soltanto un’altra immagine.

Eccolo, finalmente, il nostro talismano contro i miti di plastica.

Riccardo Scamarcio ha ventotto anni, è l’attore del momento. È bello, certo, le ragazze vanno in delirio per lui, ma il suo talento va oltre la bellezza.
Innanzitutto, è gentile. Non inflaziona la sua immagine, non compare in ogni trasmissione televisiva, non fa spot, non desidera le cronache rosa. Quando viene intervistato, risponde con voce calma e pacata, sempre sorridente, umile, mai altezzoso. Sembrerebbe quasi timido, magari lo è.

Poi, è intelligente: mai risposta fuori luogo, mai cadute di stile. La stessa scelta dei copioni lo testimonia: ha fatto, sì, film per teenagers, ma ha comunque lavorato anche coi registi più impegnati, d’autore. E pure i suoi film per teenager, potrebbero risultare semplici, ingenui, ma comunque non volgari. Non a caso, è il compagno di Valeria Golino, la musa del nostro cinema d’autore.

Non dimentichiamoci che siamo nella società dell’immagine, e immagine sia. Quella che veicola Scamarcio finalmente supera il conformismo omologante degli eroi post yuppies, sempre abbigliati di marca, sempre rampanti, sempre impomatati, tutto sommato invulnerabili. Con Scamarcio, torna l’eroe romantico, quello che al vestito fighetto preferisce qualcosa di più sobrio, accomodante, come se non fosse l’abito ciò che fa una persona. Tornano i boccoli arruffati, l’importanza di essere spettinati, la fiducia nelle pieghe spontanee del capello.
Torna la naturalità, contro l’artificiale.

Il modello Scamarcio come la bellezza della normalità, dell’impeto giovane, della creatività: quale insperata risorsa, per i nostri ragazzi appassionati di divi.

Basta coi Briatore, coi Totti, coi famosi segregati nell’isola!
Riccardo Scamarcio, salvaci tu.