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“Relazione Annuale Antidroga 2006”: il punto della situazione in Italia

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Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un’esplosione del problema droga legato soprattutto alla cocaina che, dopo essersi insinuata come fenomeno latente per anni nella società, si mostra oggi in grado di colpire anche le fasce sociali “al di sopra di ogni sospetto”. Altro fenomeno in crescita è quello delle droghe sintetiche, che interessa soprattutto la fascia più giovane della popolazione, manifestandosi particolarmente durante le notti passate in discoteca. L’Italia entra nel mercato delle droghe non come Paese produttore, ma come consumatore, oltre che tramite per il commercio in altri Paesi.

Uno sguardo al mondo
Negli ultimi cinque anni la produzione mondiale di cocaina è aumentata del 3,5% (da 879 a 910 tonnellate), nonostante gli sforzi della comunità internazionale e delle autorità nazionali delle aree direttamente coinvolte. Le coltivazioni della pianta di coca (fonte della cocaina) sono diminuite in termini di ettari, ma è aumenta la loro redditività (numero di raccolti annui, resa delle piante di coca e resa di principio attivo delle foglie). Questo fenomeno è legato ad una migliore capacità delle organizzazioni narcotrafficanti di operare nei vari segmenti della filiera produttiva (metodologie di coltivazione e di lavorazione della foglia, nonché impiego di sostanze chimiche più efficaci). La concentrazione delle politiche di contrasto delle organizzazioni antidroga mirate, soprattutto, a ridurre le coltivazioni colombiane (70.2% della produzione mondiale) sta determinando un lento ma costante aumento delle coltivazioni in Bolivia e Perù (dove colombiani e messicani, a capo del traffico mondiale della cocaina, stanno allargando il raggio d’azione). Le organizzazioni colombiane si stanno insediando anche nei principali Paesi occidentali africani (soprattutto il Senegal), punto di partenza per arrivare al mercato europeo. Un chilogrammo di cocaina costa, nel mercato clandestino delle aree di produzione, circa 1.500-2.500 dollari statunitensi. Nel mercato europeo, questo arriva anche a 35-40mila euro (fonte Europol). Il mercato europeo rappresenta il secondo mercato al mondo (30%) per la cocaina, dopo quello statunitense (60%). In particolare, l’Italia è considerata il secondo Paese europeo di consumo dopo la Spagna, insieme al Regno Unito.

L’Europa compare al primo posto tra i consumatori mondiali di hashish, proveniente soprattutto dall’Africa nordoccidentale, in primis dal Marocco (80% del mercato illecito europeo). Le organizzazioni narcotrafficanti italiane acquirenti tendono oggi ad evitare la Spagna (ruolo primario nella distribuzione della resina di cannabis assieme all’Olanda) e a rivolgersi direttamente ai broker riparati in Marocco. La sostanza giunge in Europa anche dal Libano, dal Pakistan e dall’Afghanistan. La cannabis rimane la droga maggiormente prodotta nel mondo e tutti gli Stati, in qualche modo, ne vedono il consumo. L’UNODC ha tentato di valutare la produzione mondiale di marijuana ed hashish (negli anni 2004-2005), stimandola rispettivamente in 45000 (marijuana) e 7500 (hashish) tonnellate. Nonostante gli italiani scelgano soprattutto l’hashish, anche il consumo di marijuana in Italia si sta diffondendo.
La produzione afghana di oppio continua ad aumentare, anche se il consumo di eroina (ottenuta per elaborazione chimica della morfina, estratta dall’oppio) sembra scendere in Italia. Le organizzazioni afgane, un tempo coinvolte solo nella coltivazione del papavero e nella successiva produzione dell’oppio, si stanno oggi specializzando anche nella sintesi dell’eroina (un tempo condotta in prevalenza in Turchia).
Le droghe sintetiche vengono prodotte principalmente nel sud-est asiatico e sono destinate soprattutto al mercato dell’Estremo Oriente e dell’Oceania.
All’Europa spetta il primato mondiale nella produzione di ecstasy, destinata anche al mercato statunitense, dove può costare anche 30 dollari a pasticca (prodotta a 0.03 euro). In questo settore l’Italia sembra svolgere ancora un ruolo secondario rispetto ai mercati nordeuropei.

Il narcotraffico in Italia
La globalizzazione moderna rappresenta un’arma a doppio taglio nell’ambito del commericio, capace da un lato di incrementare le opportunità di commercio legale e, dall’altro, di facilitare la nascita e la diffusione di gruppi criminali multietnici sempre più organizzati in grado di controllare tutti i settori del narcotraffico, oltre che di favorire la formazione di una rete di contatti tra gruppi a base etnica. L’Italia entra a far parte di questo quadro con le sue organizzazioni, in particolar modo quelle mafiose, che instaurano cooperazioni anche con gruppi criminali di altri Paesi. Per esempio, la ‘ndrangheta continua a dominare il mercato nazionale della cocaina, grazie ad una rete di collegamenti con la mafia siciliana, campana e pugliese, e si è sviluppata anche all’estero (Australia). Un ruolo importante lo gioca la mafia albanese, che controlla il commercio di eroina lungo il confine balcano (luogo di ingresso per circa l’80% dell’eroina presente sul mercato europeo).
Il mercato nazionale ha visto in Italia prevalere, nel 2006, la distribuzione di cocaina colombiana, eroina afgana, hashish marocchino, marijuana albanese e droghe sintetiche olandesi.

Le operazioni antidroga
Nel 2006 il numero delle operazioni (20580 in totale) è aumentato del 3.7% rispetto al 2005, grazie ad una sempre più attenta e costante azione delle Forze di Polizia. La maggior parte delle azioni antidroga ha avuto luogo nelle regioni a maggiore densità abitativa (Lombardia, Lazio, Campania) e l’aumento maggiore di azioni, rispetto al 2005, si è avuto in Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. La variabilità fra regioni dipende da molteplici fattori (consistenza della popolazione, presenza di scali importanti, presenza di gruppi criminali), ed eliminando questi fattori la situazione che appare mostra un impegno globale equamente distribuito tra Nord, Centro e Sud Italia.

I sequestri di stupefacenti
Rispetto al 2005 i sequestri di droga sono aumentati del 4.78% (33135 Kg totali). Sono cresciuti in particolare quelli di cocaina (+5.74%) e marijuana (+119.19%), mentre sono diminuiti quelli di eroina (-3.50%), hashish (-17.20%) e amfetamine (-59.02%). Le regioni al vertice dei sequestri sono la Lombardia (25% della quantità totale sequestrata), il Lazio, la Puglia e la Campania. Gli aumenti maggiori, rispetto al 2005, sono stati registrati in Trentino Alto Adige, Umbria e Valle d’Aosta.
Le piante di cannabis sono state sequestrate soprattutto al Sud (Calabria, Campania e Sicilia), mentre le droghe sintetiche sono state sequestrate soprattutto nelle regioni più ricche di discoteche e centri di villeggiatura (Lazio, Veneto, Lombardia).

I decessi da abuso
I decessi da abuso di sostanze illecite (517 casi nel 2006) sono in calo rispetto al 2005 (-20.71%). Sono esclusi dalla valutazione tutti i casi non direttamente correlabili ad un effetto di tossicità acuta verso la sostanza utilizzata. Questo andamento in negativo è collegabile ad una diminuita disponibilità di eroina (la sostanza sicuramente più tossica), oltre che all’esistenza di molte strutture di recupero ed alla aumentata consapevolezza dei danni per la salute che questa sostanza può causare. Le regioni più colpite sono state il Lazio (106 casi), la Campania (82 casi), l’Emilia Romagna (45 casi), la Lombardia (40 casi) e il Piemonte (33 casi).