Home Cronaca La provincia di Reggio a tavola, con… Baldini e Raspelli

La provincia di Reggio a tavola, con… Baldini e Raspelli

2
0

"Tabula Regia. Benvenuti a Reggio Emilia terra di gusto". E’ un progetto accattivante e all’insegna del buon mangiare e dei prodotti agroalimentari reggiani quello presentato dalla Provincia di Reggio Emilia che, a far gli onori di casa, ha chiamato Stefano Baldini, l’eroe di Atene 2004, ma anche alla maratona agli Europei di Goteborg. "Tabula Regia" è il nome di un progetto, ma anche di una guida - promossi dalla Provincia insieme a Regione, Camera di commercio e associazioni dei commercianti - ai quali hanno aderito 20 tra ristoranti, osterie, enoteche, locande e trattorie della provincia reggiana (anche se è debole delegazione dei ristoratori dell’Appennino).

L'iniziativa è stata presentata al Parco Santa Lucia di Villa Bagno (Re) dall'assessore provinciale Roberta Rivi, dall'assessore regionale Tiberio Rabboni e dal presidente della Camera di commercio Aldo Ferrari: con loro il testimonial del progetto, il campione olimpionico Stefano Baldini, ed il giornalista e critico gastronomico Edoardo Raspelli, che nel pomeriggio ha guidato un approfondimento tra ristoratori, produttori e Consorzi sui prodotti di qualità del territorio nella ristorazione tradizionale. Per la nostra montagna erano presenti il Consorzio per la Valorizzazione dei Prodotti dell’Appennino (Conva) e il Consorzio Fare Appennino (Cfa).

“Per la prima volta noto una iniziativa dove il pubblico unisce la ristorazione all’agroalimentare – spiega a Redacon, il noto giornalista Raspelli, conduttore di Melaverde -. Ristorazione che è la bandiera della nostra produzione di terra e tradizione”.
Al mattatore conduttore della giornata chiediamo: quale la strada per il nostro iper tipico? “L’ideale è far scoprire al cliente finale il prodotto. In questo senso la ristorazione aiuta. Per esperienza, poi, detesto l’aereo e amo viaggiare su e giù per l’Italia alla ricerca dei prodotti più tipici. E’ chiaro che è auspicabile una maggiore rintracciabilità per le produzioni, che non deve valere solo per vini o acque minerali”.

Con quali attenzioni nei diversi paesi? E con quali mezzi si può perseguire questa strada?
“In fatto di tipico ci sono diverse sensibilità, la regione Piemonte è tra le più attente. Le posso aggiungere una cosa?”
Dica.
“Alcune puntate all’estero sono state richieste a Melaverde dagli enti di promozione nei Paesi. La tv in questo senso aiuta, perché ha una valenza positiva”.
Sono stati venti i ristoratori che hanno aderito, partecipando ad un percorso di aggiornamento sulle produzioni tipiche regionali che proprio, nell'incontro condotto da Raspelli con gli esperti dei Consorzi, si sono soffermati sui segreti delle produzioni reggiane, comprese quelle di nicchia (quante quelle montanare!): dal pecorino dell'Appennino Reggiano all'ortofrutta, dal Salame Fiorettino ai liquori e alle confetture d’Appennino, dal pesce gatto alla carne del Gran suino Padano Dop o alle uova da allevamento a terra. Un impegno che si è tradotto in una guida in italiano e inglese che sarà distribuita gratuitamente a turisti e clienti di ristoranti e alberghi: un centinaio di pagine con notizie e indicazioni utili per raggiungere i 20 ristoranti, conoscere la loro storia e i loro piatti tipici, il territorio reggiano, ma soprattutto i tesori gastronomici dell'Emilia Romagna: dai prodotti a Denominazione di origine protetta (Parmigiano Reggiano, Aceto balsamico tradizionale di Reggio e Modena, Prosciutto di Parma, Ciliegia di Vignola, Olio extravergine di oliva di Brisghella) a quelli ad Indicazione geografica protetta (Mortadella di Bologna, pera dell'Emilia Romagna), ai prodotti tradizionali come l'erbazzone reggiano o i cappelletti. Prodotti che saranno pubblicizzati e venduti in tutti i venti ristoranti attraverso punti di informazione ed espositori che si richiamano alla forma degli antichi caselli reggiani.

"E' un modo per valorizzare anche la cucina tradizionale legata all'utilizzo di prodotti tipici, una cucina forse un po' trascurata, ma che pure non manca di fantasia", spiega l'assessore provinciale Roberta Rivi. E che - come testimonia il campione olimpionico Stefano Baldini - vince nel tempo grazie a genuinità, salubrità ed autenticità. Insomma, anche se ricca e grassa, con la cucina emiliana è tuttavia possibile "allevare" campioni di livello mondiale come Stefano Baldini, che nella prefazione alla guida lega proprio il suo successo alle doti ricevuti in eredità da questa terra, comprese quelle enogastronomiche.

Baldini: campione a partire dall’alimentazione

Singolare l’intervento del campione Baldini che accetta la provocazione del ‘grande’ Raspelli “sono alto 1,76 e peso 61 kg. Ma il mio peso forma è sui 59 kg. Per un atleta è fondamentale magiare bene, sia durante la crescita che durante i periodi dell’attività sportiva di massimo sforzo. Io sono stato fortunato, perché ho mangiato il brodo della gallina allevata di fianco a casa e la buona alimentazione si è sommata al Dna”.
La sua prossima gara?
“A Trieste ma sarà di meno di 5 km. Cosa mangerò la sera? Dipende al primo ristorante dove mi poteranno”.
Per allenarsi?
“Conta anche l’allenamento in quota. A volte nel nostro Appennino, che con le salite è un potenziatore naturale, a volte in Africa. E se la gara va bene… mia madre mi promette i cappelletti”.

(Studio Arlotti Notizie, Agenzia Redacon)