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Danni da fauna selvatica: la regione aumenta le risorse disponibili

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Moderata soddisfazione è stata espressa dai massimi dirigenti delle Organizzazioni Regionali Agricole Cia Confagricoltura Copagri per il recupero di risorse destinate al capitolo prevenzione danni da selvaggina che non ne disponeva dal 2006 ed all’aumento di quelle disponibili sul capitolo di spesa destinato al rimborso dei danni arrecati alle colture agricole dalla presenza massiccia della selvaggina per l’anno 2007.

Resta l’insoddisfazione delle Organizzazioni che hanno denunciato la mancata copertura dei danni relativi all’anno 2006 che rimarranno confinati in un esiguo 52% di quelli già concordati.

A questo primo risultato – affermano le Organizzazioni – si è giunti dopo una lunga iniziativa di pressione politico sindacale e di incontri con la Presidenza della Regione e con l’ asessore alla Pianificazione Faunistica Marioluigi Bruschini .
Gli ottocentomila euro circa destinati, quanto a 500.000 per gli interventi di prevenzione dei danni e 300 mila euro integrativi del milione e centocinquantamila previsti per il 2007, consentiranno di liquidare i danni arrecati in una misura di circa il 70%.
Alla delegazione delle Organizzazioni Regionali della Cia Confagricoltura Copagri è stato assicurato dal Sottosegretario alla Presidenza della Regione Bertelli, dagli Assessori Tiberio Rabboni e Marioluigi Bruschini, l’impegno della Regione ed una maggiore attenzione e disponibilità per la delicata situazione che si è determinata sul territorio regionale dalla fortissima ed estesa presenza in particolare degli ungulati.
Già nella prossima stesura di bilancio regionale per il 2008 gli Assessori hanno manifestato la volontà di incrementare le risorse destinate al “problema danni e prevenzione”.
Non è mancata, nel corso dell’incontro, la manifestazione della grave preoccupazione del mondo agricolo regionale circa i contenuti della “Carta delle vocazioni faunistiche” - attualmente in esame presso la Commissione regionale competente - di cui le rappresentanze agricole hanno ravvisato un’estensione inaccettabile degli areali in cui si ipotizza l’incremento della popolazione ungulata, in particolare del cervo.
Ciò potrebbe determinare, qualora non si provvedesse a contenere l’espansione degli areali, ulteriori gravi danni alle produzioni agricole, squilibri agroecoambientali e rischi alla incolumità delle persone legata alla circolazione e mobilità stradale.